sabato 2 ottobre 2010

EPERON du CHEMIN du ROY (m 2.100): Voie des Quarantes

Sabato 2 ottobre 2010


Io, Manu e Paolino l'Alpino

Oggi pensavo di dedicarmi alla vendemmia. Invece... all'ultimo momento arriva la sospirata liberatoria, così possiamo fiondarci in parete!
Per la verità mio padre telefona alle 7,30 per sondare eventuali disponibilità dell'ultim'ora, ma noi siamo già lanciati in autostrada alla volta del briançonnais, dove, tanto per cambiare, le previsioni meteo sono ottime.
Torniamo all'Eperon du Chemin du Roy (m 2.100), subito dopo Serre-Chevalier; in effetti, qui la giornata è magnifica:


Dopo il breve avvicinamento, individuiamo quasi subito la via che vogliamo salire: è la più famosa della zona, la Voie des Quarantes (6a D+ 5L 200 m):

Ci prepariamo e parto io lungo la prima lunghezza (5a):

Dopo la placca iniziale, mi infilo in un diedro-rampa ascendente verso sinistra, senza particolari difficoltà.

Quando mi raggiungono i compari, riparto per il secondo tiro (5b):

La roccia è ottima, solo qualche passo è un po' lisciato.

Dopo i primi metri, salgo in diagonale verso destra e supero un breve strapiombo:


Si sta benissimo, il sole è ancora caldo; Paolino e Manu mi seguono:

Ci diamo il cambio e passa avanti Manu; al terzo tiro si può scegliere: più a sinistra sale una lunga scaglia che forma un diedro verticale, estetico, di difficoltà 4c:

Noi invece saliamo a destra lungo la variante più difficile (6a); Manu sulla placca iniziale, senza problemi:

Più avanti la velocità di salita rallenta sensibilmente, segno che le difficoltà aumentano...

Tocca poi a noi: Paolino:

Gli ultimi 15 metri del tiro sono veramente tosti e verticali, con passaggi obbligati:

Eccomi impegnato:

In particolare, trovo molto aleatorio un breve passo verso destra proprio sotto la sosta:

Quarta lunghezza: come spesso accade, vista dal basso sembra facile.

In effetti, è un intervallarsi di tratti tranquilli a brevi passaggi piuttosto delicati; la relazione dice 5b, che c'è tutto:

Manu sale, regalandoci questo bel contrasto tra il colore del calcare ed il blu del cielo terso:

Salgo poi io:

Seguito dal fido Paolino:

I passaggi sono aerei, molto divertenti:

Riuniti in sosta, portiamo l'ultimo cambio della testa della cordata: l'ultima parte della via tocca a Paolino.

Quinto tiro (5b): partenza su placca abbastanza verticale con tre chiodi distanziati (delicato, roccia un po' unta), poi muretto verticale ben protetto da uno spit e ben manigliato, infine dritto per facile placca di 5 m fino alla sosta:

Dopo qualche improperio di Paolino nei confronti del chiodatore, eccoci tutti in cima allo sperone:

Scendendo, volgiamo lo sguardo alle imponenti pareti calcaree che ci circondano:

Dal parcheggio, dove mangiamo qualcosa, ammiriamo il complesso roccioso, con la via salita:

Ma tutto attorno le pareti non mancano di certo...

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