sabato 17 aprile 2010

PLACCHE di ORIANA (m 1.400): Terrain d'Aventure


Sabato 17 aprile 2010


Io e Paolino l'Alpino

Anche stavolta le previsioni meteo non ci lasciano libertà di scelta del nostro obiettivo; brutto quasi ovunque, uno spiraglio di tenuta in bassa Vallée.
Così, ci muoviamo per la 14-esima volta in direzione delle Placche di Oriana (m 1.400), terreno di gioco quasi inesauribile e sempre a portata di mano.
Ci dirigiamo sotto un bel sole verso il settore sinistro; oggi c'è molta gente, compreso un corso CAI.

La via prescelta è Terrain d'Aventure (6b/A1 max 6L 200 m), piuttosto recente ed interessante:

Nei soliti 30 minuti eccoci all'attacco della via; la vista del primo tiro non è molto appetitosa, in realtà la via si rivelerà bellissima. C'è ancora un po' di neve nel canale che sale lungo la base del settore.
Attacca Paolino la prima lunghezza (5b): prima su placca, poi un muro lavorato a buchi, quasi fosse calcare:

Il sole tiene.
Raggiungo Paolino e parto per il secondo tiro (6a): prima un traverso a destra, che si fa via via più delicato, quindi la parete si raddrizza, completamente verticale.
Il primo passo in particolare è molto delicato ed impegnativo: la relazione dice 5c, ma qui il 6a ci sta tutto (così come l'aiutino nel superarlo, per entrambi...).

La parete prosegue verticale, a volte leggermente strapiombante, ma salendo le prese aumentano sensibilmente: trovo ottimi buchi da erosione, mentre la linea di salita corre ora esattamente sul filo del pilastro.
Dopo un bel viaggio adrenalinico, trovo un'ottima sosta, da cui recupero il compagno.

La chiodatura della via è ineccepibile, a tratti, dove il terreno è più facile, addirittura ridondante.
Terzo tiro (5b): va avanti Paolino lungo una placca a dir poco fantastica, verticale ma articolata:

Purtroppo si alza un vento freddo alquanto fastidioso, ma le nuvole si tengono alla larga.
Nella quarta lunghezza (5a), salgo nei pressi di un'incredibile caverna ideale per bivacco e mi innalzo lungo una bellissima placca lavorata:

Supero un risalto, poi la parete si abbatte e raggiungo quasi di corsa la sosta, situata ai piedi del pronunciato strapiombo che rappresenta il crux della via:

Paolino sale a sua volta ed attacca l'ostacolo, molto chiodato, ma molto aggettante...
La relazione parla di A0, ma per noi è A1: il cordino a mo' di staffa che piazza Paolino è talmente indispensabile che la userò pure io da secondo, lasciandola in loco (tanto ci caliamo in doppia...)!
Dopo qualche risata, un'altalena improvvisata da Paolo in resting e molti sforzi con urla da sala parto, il primo di noi è oltre lo scoglio:

Pochi minuti dopo, il passo di 6b è alle nostre spalle, anche se superato non proprio pulito... ;-)
Il tratto di 5b che segue sembra banale, dopo lo sforzo appena profuso...
Passo avanti per l'ultima lunghezza (4c), una bellissima e rilassante cavalcata in placca vicino al filo dello spigolo:

Siamo in cima, ancora una volta, ma le nuvole impediscono la consueta splendida vista sul gruppo del Rosa e sul Cervino...

In compenso, il vento è a dir poco patagonico: forte e freddo!
Ci caliamo a tutta velocità:

Torniamo al prato, qui il vento non si sente: ci sdraiamo al sole e mangiamo qualcosa.
La fame di roccia non è ancora sopita: e se salissimo anche lo Spigolo Pendulo (6a 6L 175 m)?
Sono già le 16,30, ma le giornate ormai sono lunghe...
Poco dopo eccoci all'attacco:

Paolino sale il primo tiro, mentre nuvoloni scuri si addensano sulle nostre teste...
La relazione parla di 5b, ma gli ultimi ripetitori scrivono che si sono staccate diverse scaglie: fatto sta che il 5b non ci sta proprio, siamo tra il 5c ed il 6a.
Quando siamo in sosta, attacco il secondo tiro (6a), ma, fatti pochi metri, facciamo il punto della situazione: sta chiaramente per piovere e più su probabilmente sarà un problema ritirarsi in doppia.
Per evitare di rovinarci la via, facendola di corsa e con l'ansia dellapioggia, decidiamo di ripiegare... e facciamo bene, poiché comincia a piovere appena tocchiamo terra!

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