sabato 6 marzo 2010

CORMA di MACHABY (m 798): Diretta al Banano


Sabato 6 marzo 2010



Io e Paolino l'Alpino

Torniamo al Paretone, dunque!
Freddo cane alla base della Corma di Machaby (m 798), zero gradi...
Verso le 10 arriva il sole a cambiare le cose: la temperatura sale, la roccia è meno gelida.
Saliamo all'attacco della Diretta al Banano (5c+ D+ 280 m 10L), con calma, che attacchiamo poco prima delle 11,00. Un'altra cordata è già sulla via e due milanesi ci seguono.
Parte Paolino: il primo tiro (5c+) è bello ostico, la roccia è lisciata dai numerosi passaggi e la chiodatura non è certo da falesia...
Risultato: impieghiamo un bel po' di tempo per salire mungicchiando un rinvio o due!
I milanesi che ci seguono sono molto gentili e decisamente simpatici; aspettano il loro turno, poi ci superano salendo diritti lungo un'altra via più dura fino alla seconda sosta.

Parto per il secondo tiro (5b):
Prima una placca verticale, solcata da una fessura ascendente verso destra:


Poi un pilastrino ed ancora in placca fino alla sosta:

Sopra di noi, un oceano di gneiss granitico...
La terza lunghezza (5a+) ci porta alla grande cengia mediana:

Proseguiamo a comando alternato: salgo una placca verticale, poi mi infilo in un diedro, da cui esco sotto un tetto con una spaccata a sinistra, per salire un'altra placca verticale ed uscire a destra in spaccata, salendo su una lama staccata in forte esposizione e con l'ultimo rinvio lontano in mezzo alle mie gambe...

La sosta è tutt'altro che comoda: sono appeso in fuori alla parete, sui cosciali dell'imbrago.
Paolino mi raggiunge e passa avanti per il quinto tiro (5c):

Dopo un primo tratto non difficile, percorre un vago diedro dalle pareti lisce, caratterizzato da un passaggio veramente ostico e mal chiodato: si tratta di salire in leggero traverso verso destra, lungo un pilastrino oltremodo liscio, senza poter rinviare, in quanto lo spit è raggiungibile solo quasi dopo aver completato il passo...

Con l'aiuto del fidato frog, Paolino si assicura e riesce ad issarsi oltre l'ostacolo; completa la lunghezza un breve strapiombo, un passaggio di forza ma stavolta ben appigliato e soprattutto ben chiodato.
Sesta lunghezza (5c): scalo la parete verticale di fronte a noi, passando a sinistra di un grande tetto:

Dopo aver ripetuto lo stesso errore di tre anni orsono, quando salimmo questa stessa via, torno sui miei passi con un delicato traverso a destra...

... e raggiungo l'aereo ma comodo terrazzino di sosta, dopo aver superato un'ostica placca liscia.
Paolino mi raggiunge:
Il settimo tiro non presenta difficoltà tecniche (3c), ma psicologiche, nel senso che, nonostante sia molto breve, non è chiodato...
Paolino traversa a destra e risale in sosta, sotto un secondo grande tetto:
Il superamento dello strapiombo tocca a me: da sotto, l'ottavo sembra un tiro facile, invece così non è (5c+).
Bisogna salire sulla liscia placca che sormonta la sosta ed uscire in forte esposizione prima di poter rinviare uno spit; al di sopra trovo una parete bella dritta, da superare in aderenza; in seguito, le difficoltà vanno via via diminuendo e raggiungo la sosta. Qui terminano le difficoltà della via.
Paolino mi raggiunge, il vento freddo non ci dà tregua, specie quando siamo fermi in sosta.

Saliamo velocemente la nona e la decima lunghezza di corda (3c):
Verso le 16 siamo ancora una volta in vetta al Paretone:
La discesa ci darò meno problemi del previsto, nel senso che non c'è quasi traccia di neve e ghiaccio.

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