domenica 16 agosto 2009

MONVISO (m 3.841): Via Normale in solitaria


Sabato e Domenica 15-16 agosto 2009





Io

Un viaggio mistico, una scalata tanto interiore quanto fisica.
Il programma originario prevedeva una due giorni di arrampicata alla Cima di Nasta (m 3.108), ma all'ultimo Manu mi tira pacco.
Non impiego molto tempo a scegliere unadestinazione alternativa, visto che mi ronza in testa da un po' l'idea di scalare il Monviso (m 3.841) in solitaria.
Il problema è che sono stanco: domenica ho scalato il Pic d'Asti (m 3.219), mercoledì ho salito il Weissmies (m 4.023), giovedì sono salito al Rifugio Pagarì (m 2.650), distante 4 ore dal fondovalle, venerdì ho scalato la Cresta Sud-Est della Maledìa (m 3.061) e sono ridisceso per 1.900 m fino a valle...
Ma il Monviso per me è semplicemente la genesi del mio alpinismo, la cima che mi ha scatenato la passione per la montagna...
La prima volta l'ho salito lungo la via Normale, pernottando al Rifugio Sella (m 2.640), carico di timore reverenziale.
La seconda volta in unica soluzione partendo direttamente dal Pian del Re (m 2.020) ed in notturna.
La terza volta, salendo da Castello di Pontechianale (m 1.600), con tenda al Lago delle Forciolline e salita per la via Normale.
La quarta volta lungo la splendida Cresta Est (4c AD 1.200 m).
Ora, la quinta volta, in solitaria, ancora lungo la via Normale (3b PD 1.200 m).
Sabato mattina alle 7,20 chiamo il rifugio e sorprendentemente mi dicono che c'è posto.
Dopo pranzo parto alla volta del Pian del Re, dove mi "rapinano" 8 euro per il parcheggio!!!
Sopra il Lago Fiorenza (m 2.113) mi faccio un autoscatto:

Salgo tranquillo, in giro c'è molta gente.
Cerco di valutare le mie condizioni, dopo il tour de force a cui sto sottoponendo il mio fisico in questi giorni: non mi sento stanco, non troppo almeno, ma temo qualche scherzo muscolare, crampi o simili...
Al di sopra del Lago Chiaretto (m 2.261), avvolto dalle tipiche nebbie di calore della zona, do un'occhiata al Visolotto (m 3.348), che mi piacerebbe scalare nuovamente, stavolta lungo la Cresta Sud-Est (4c AD+ 250 m):

Prima delle 17,00 sono al rifugio: mi riposo, ceno al tavolo con sei albesi impegnati nel classico Giro del Viso; dopo l'ottimo pasto, esco a fotografare il mio obiettivo, la vetta:

Ci hanno divisi in camerate in maniera intelligente: nella mia siamo tutti quelli impegnati nella salita alla vetta; alle 3,50 la mia sveglia desta tutti quanti, scendiamo in sala e facciamo colazione. Alle 4,30 precise esco dal rifugio, seguito da tre alpinisti francesi di mezza età.
E' buio pesto, le stelle brillano in cielo e non c'è vento. Salgo in maglietta e soft-shell.
Attacco con ritmo sostenuto, seguito da vicino dai francesi; in breve siamo al nuovo tratto attrezzato con catene per evitare il canale sotto il Passo delle Sagnette; le guide hanno tracciato pochi giorni fa un nuovo sentiero marcato con bolli rossi, che conduce al vecchio tratto attrezzato con catene.
Dopo il lungo traverso, la ferrata sale, ma, anziché piegare nuovamente a sinistra a mezzacosta, ora si impenna, risalendo diritta fino al Passo delle Sagnette (m 2.991), che raggiungo in soli 45'.
Appena inizio a ridiscendere verso il Vallone delle Forciolline, quest'anno ancora per buona parte innevato, vedo una splendida stella cadente sfrecciare quasi parallela alla Cresta Sud-Est del Monviso.
Io e i tre francesi uniamo le forze, e soprattutto il fascio delle pile frontali, per individuare al buio gli ometti che indicano la strada nell'enorme pietraia in parte innevata.
Risaliamo la morena detritica e dopo meno di due ore dalla partenza siamo al di sopra del Bivacco Andreotti (m 3.250), alle prime luci dell'alba:

Di fronte a me, il Ghiacciaio Sella, per la prima volta degno di questo nome per me, in quest'anno così ricco di neve...
Anche a causa dell'ora quasi antelucana, la neve è durissima, per cui estraggo i ramponi dallo zaino e li calzo senza indugi; anzi, li sfrutto per risalire su neve finché posso, sempre meglio degli sfasciumi molto inclinati alla mia destra...

Traverso a sinistra lungo la cengia: ora si arrampica un po', comincia il divertimento!

Intanto il sole si fa largo tra le ultime nebbie dell'alba; i passaggi a me ben noti si susseguono, una leggera umidità impone attenzione particolare.
Supero il Ferro da Stiro ed i Fornelli:

L'altimetro dice che manca poco, salgo veloce e sicuro: manca poco:

Alle 7,45 scalo gli ultimi camini rocciosi ed ecco la croce di vetta:

Sono solo in vetta.
Punta Nizza:

Dopo qualche minuto, giungono i tre francesi, che mi scattano la classica foto di vetta, che mi godo per la quinta volta:

L'occhio cade sulla splendida sommità trifida del Visolotto (m 3.348): in primo piano, la Cresta Sud-Est (4c AD+ 250 m), che vorrei salire al più presto:

Faccio un paio di telefonate per tranquillizzare tutti a casa, sgranocchio qualcosa, godendomi il panorama grandioso che mi circonda, poi inizio la discesa alle 8,15.
Pochi minuti di discesa e mi colpisce la Testa di Aquila, il curioso torrione poco sotto la vetta:
Alle 11,25 sono di ritorno al rifugio, dove mi fermo una mezz'ora per mangiare un panino e bere una meritata Red-Bull, portata da casa.
Non pago delle fatiche degli ultimi giorni, scendo al Pian del Re in 1h 15'.

2 commenti:

kamerlele ha detto...

anziano.

DANI ha detto...

Tapascione, s'u re nan ancò u sarà duman o n'atra smana, ma mi 't ciap!
Baica de tnite prunt