Sabato 8 dicembre 2007
Io e Paolino l'Alpino
Previsioni meteo: vento di phon, per cui siamo dubbiosi, poiché in zona Paretone, ad Arnad (AO), spesso soffia il vento, già di per sè...
Abbiamo una valida alternativa, lo Spigolo Hindu Kush alle vicine Placche di Oriana, ma intanto decidiamo di andare a vedere la situazione di persona.
Parcheggio sotto la parete, c'è poca gente (strano, oggi è festa), una sola macchina ed una scena tenerissima: due genitori scaricano i due loro figli, di età apparente 14 e 16 anni, li salutano e torneranno a prenderli dopo la via. Bene, credo che faranno strada: iniziano presto e salgono in autonomia. Paolino si lagna di non aver iniziato la scalata alla loro età, ma io dico che bisogna vivere intensamente il presente e poi mi pare che nel nostro piccolo qualcosina stiamo facendo...
Le condizioni climatiche sono ideali, considerando il calendario, per cui ci prepariamo e saliamo verso l'attacco delle vie.
Alle 10,15 attacchiamo la via prescelta: Bucce d'Arancia (5c max 5c ob 280 m 9L), una tra le più gettonate al Paretone.
Arriva il sole, la giornata è tersa.
Comincio io a "tirare" la via: la guida dice 5+, un'altra relazione dice 5b, fatto sta che, complice la minor frequenza delle mie uscite arrampicatorie ed il sempre duro "primo tiro", l'arrampicata mi vede decisamente impegnato.
Arrivo in sosta e recupero il fido Paolino:
La seconda lunghezza (5c) tocca a lui: si esce a sinistra, rimontando uno speroncino, poi si affronta una placca veramente impegnativa, solcata da una fessura:
Il terzo tiro (5a) prevede una traversata a destra di 5 o 6 metri; parto, ma quando sono a 4 o 5 m dallo spit e non arrivo a rinviare quello successivo, mi blocco: maledico il chiodatore, in quanto si trtta di fare un passo non molto difficile, ma un po' aleatorio e con il rischio di un lungo volo a pendolo; leggiamo e rileggiamo la relazione, poi lascio provare Paolino, perché veda anche lui e possiamo decidere in due il da farsi.
Quando si trova sul passo esposto, estrae il fido frog e tenta di allungarsi al massimo, finché riesce a rinviare. Bravo Paolino, possiamo proseguire!
A questo punto va avanti lui, ovviamente, e lungo il tiro le difficoltà diminuiscono.
Dalla terza sosta:
Parto per la quarta lunghezza (4a), alzandomi lungo uno speroncino divertente, poi giungo alla grande cengia mediana, alla sosta in comune con la via Tike Saab.
Paolino mi raggiunge e va avanti nel quinto tiro (5b), con partenza tranquilla, ma molto particolare nella seconda metà; la via passa infatti in un grande diedro, dalle pareti lisce, da affrontare prevalentemente in opposizione ed in spaccata. Paolino se la cava bene, giunti in sosta concordiamo nel ritenere la valutazione delle difficoltà piuttosto stretta.
Eccoci al tiro chiave della via, il sesto (5c): vado avanti io, con partenza tribolata e difficile, su placca viscida e avara di appigli; mi aiuto con l'albero retrostante e tiracchio pure un po' il rinvio, ma in qualche modo salgo.
Il tiro è veramente tosto, inoltre è lunghissimo. Secondo me ci potrebbe stare anche il 6a, ma dato il mio scarso allenamento negli ultimi tempi non vorrei esagerare...
Il settimo tiro (5a) ci permette di arrampicare finalmente in relax e procediamo, braccati dall'ombra che ormai sale inesorabile lungo la parete.
Sugli ultimi tiri andiamo via veloci e finalmente ci rilassiamo, ormai sicuri che riusciremo a sbucare in vetta; l'ottava lunghezza (5a) mi vede obliquare a sinistra, incorciando di nuovo la via Tike Saab e proseguendo per una quarantina di metri:
Paolino mi raggiunge e parte per il nono ed ultimo tiro (4a), ormai abbattuto e via via più semplice...
L'ultimo sole illumina il Pilastro Lomasti e la cima del Monte Coudrey (m 1.298):
ed ecco la vetta della Corma di Machaby, ancora una volta:
Il mio compagno di avventura, anche oggi, alla sosta improvvisata in vetta:
Foto di vetta:
Lungo il sentiero di discesa, una breve sosta al pittoresco santuario di Machaby:
1 commento:
siam quelli la
siam quelli la
quelli che vanno su a Bard
la la lalala
la la lalala
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