Sabato 17 novembre 2007
Io e Paolino l'Alpino
Temperature polari...
Ieri sera ho fatto le 5,00 in discoteca, per cui oggi sono leggermente a pezzi.
Tanto per cominciare, partiamo tardi: cerco di dormire almeno 3 ore...
Non ce la faccio ad andare a Finale, non vale la pena andare fin laggiù partendo tardi... io e Paolino optiamo per la Rocca Sbarua, dove siamo stati un paio di volte.
Percorriamo l'avvicinamento già oltre mezzogiorno, da veri falesisti...
Uno sguardo all'amato Monviso (m 3.841):
Poi completiamo il bel sentiero che conduce dalla località Dairin alle pareti, in circa 25 minuti:
Lo storico (e un pochino squallido...) rifugio Melano è stato estirpato: al suo posto c'è un bel cantiere, che culminerà nella posa in opera di Casa Canada, la struttura che faceva bella mostra di sè durante le olimpiadi di Torino 2006.
Salendo verso le pareti del settore Placche Gialle e Normale, ci imbattiamo nell'attacco della mitica Gervasutti-Ronco, la prestigiosa firma del Fortissimo a Rocca Sbarua, caratterizzata da una splendida ultima lunghezza in dulfer.
Il settore Normale è ben assolato e riparato dal vento; la temperatura non è estiva, ma diciamo che si resiste...
Attacchiamo la Variante alla Normale (IV+ ), i gradi sono veramente farlocchi, però, in queste vie storiche; parto per la prima lunghezza (IV), poi finiamo sulla Normale, dopo un tiro di diverse decine di metri.
Recupero Paolino lungo l'aereo spigolo:
Poi parte lui, fa freschino in sosta, ma si resiste.
Salendo, fotografo il bel granito e, sulla destra, il diedro finale della Gervasutti-Ronco:
Scendiamo senza arrivare in cima, anche perchè non abbiamo gli scarponi e non sappiamo se potremmo scendere in doppia dalla cima.
Con la corda dall'alto, ci cimentiamo sulla via dei Torinesi (5b), ma io non arrivo in catena, sono troppo a pezzi...
E' quasi inverno, per cui il sole se ne va presto...
Una foto pittoresca, con il Re Monviso sullo sfondo:
Un ultimo sguardo alla rocca, con lo spigolo a sinistra che abbiamo percorso, ormai nella penombra:
2 commenti:
Ciao, avrei bisogno di una delucidazione: quando parli di gradi "farlocchi", in riferimento a vie storiche come la normale delle Sbarua, intendi dire che sono in realtà più difficili del grado a loro assegnato?
Ciao, esatto, intendo proprio questo.
Senza polemica, ma è solo per mettere in campana i ripetitori: mi è capitato molte volte di percorrere vie storiche con gradi palesemente sottostimati; ad esempio, la Simonetta a Rocca di Perti, la De Cessole al Corno Stella, lo Spigolo Vernet alla Nasta, la Cinquetti ed il Rivero alla Sbarua, ecc...
Molte di queste vie, infatti, ormai si trovano relazionate con nuovi gradi in scala francese: dal punto di vista prettamente etico e storico ciò non sarebbe corretto, ma se si scrive una relazione per dare indicazioni ad un ripetitore secondo me è una buona cosa.
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