Giovedì 12 ottobre 2023Io e Alberto
Oggi il clima è ancora caldo, lo sarà per poco; io e Alberto decidiamo così di regalarci una salita in quota, scegliendo un luogo che non ho mai visitato, la Parete del Maurin (m 2.700), in alta Val Maira.
Ritrovo a Dronero, colazione al bar, poi via con la sua auto verso l'alta valle, lungo le infinite curve...
Poco dopo le 9,00 parcheggiamo alle Grange Collet, vicino al Gruppo Castello-Provenzale, ci prepariamo e ci avviamo lungo il sentiero che conduce al Colle Maurin.
Poco dopo raggiungiamo l'iconico e singolare monumento della nave in pietra, con prua e remi di legno, su una splendida balconata protesa verso la Castello:
Proseguiamo la comoda camminata e, raggiunto l'altipiano in alto dopo circa 45', eccoci in vista della parete, laggiù a sinistra, esposta ad est:
Come previsto, le temperature sono ancora alte, si sta benissimo.
Un'altra mezz'oretta e siamo alla base della parete, all'attacco della via prescelta, Zac (6a D+ 8L 260 m):
Poco prima delle 11, ci leghiamo e mi preparo ad attaccare la prima lunghezza (4c), ben segnalata dalla targhetta metallica col nome della via:
Salgo la bella placca lavorata, piuttosto verticale ma ben appigliata, un diedrino e il muro finale da percorrere in diagonale a destra, fino ad uscire su cengia erbosa, con sosta da collegare; poco dopo, Alberto mi segue:
Appena partiti, siamo già al tiro chiave...
Seconda lunghezza (6a), che si segnala per essere molto molto bella, ma sinceramente chiodata in maniera un po' severa ed ariosa... concordo con chi ha segnalato di portarsi un paio di friend medi, secondo me ci stanno bene proprio qui.
Salgo diritto in placca al di sopra della sosta, poi traverso a destra, per raggiungere un diedrino verticale:
Al suo termine, scalo un muro verticale ben appigliato, che mi porta ad un breve diedro lievemente strapiombante; studio un po' il passo, con pochi appoggi per i piedi, poi lo supero raggiungendo un pino secco. Oltrepasso la cengetta della pianta secca, sotto la quale ho rinviato l'ultimo spit, risalendo la paretina soprastante fino alla sosta, posta a sinistra su terrazzino:
Il tiro è splendido, confermo, ma occorre decisione.
Dalla sosta recupero l'amico, lontanissimo laggiù:
Avanti col terzo tiro (3c), in cui salgo obliquando verso destra, rinvio un primo spit (non c'è più il cordone menzionato in relazione) su placche, passando di fianco a un vago canalino erboso, sostando su comoda cengia, dove poco dopo mi raggiunge il socio:
Quarto tiro (5a): salgo lo speroncino a destra della sosta, poi con una spaccata balzo a destra sullo sperone, che salgo in verticale fino alla sosta che segue un breve strapiombo:
Alberto sbuca dal primo strapiombo e sale la placca finale:
Quinto tiro (3): salgo un vago sperone sulla destra fino al suo termine, sostando a sinistra in una nicchia in esposizione.
Avanti col sesto tiro (4+), diritto in placca, con un singolo passo più impegnativo, prima di raggiungere un canale erboso e la sosta sulla parete sul lato opposto:
Alberto mi raggiunge, così riparto per la settima lunghezza (5a), superando due muri in sequenza:
Un ultimo tiro (4) mi conduce per facili placche alla fine della via, dove poco dopo l'amico mi raggiunge:
Laggiù, la mitica Castello troneggia spettacolare:
Selfie in vetta:
La discesa propone ben 3 alternative: discesa in doppia sulla via vicina, discesa a piedi sul lato opposto, Valle dell'Infernetto, oppure discesa a piedi nel canale a fianco della via, a sinistra faccia a monte.
Optiamo per quest'ultima soluzione, scendendo con attenzione ma senza problemi, in poco più di mezz'ora, e da qui tornando all'auto con tutta tranquillità, al sole.
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