Venerdì 23 giugno 2023Io, Lollo e il Pol
Si ricompone la mitologica cordata, dopo un po' di tempo, e subito si parte col botto...
Mamma mia che via oggi, dura e selvaggia il giusto.
Ci rechiamo in Castello, precisamente alla Rocca Castello (m 2.452) per salire la via Ulag: Gioco Selvaggio (6a+ TD 6L 235 m), via aperta nel 1985 da Tristano Gallo, Guido Ghido ed Enrico Messina e recentemente in parte richiodata a spit, per i primi 4 tiri.
Ritrovo da Mario per colazione alle 6, poi carichiamo la mia auto e si parte, nel piacevole fresco del primo mattino, alla volta dell'alta Val Maira.
Vado a posteggiare in alto, subito dopo il ponte; ci prepariamo, armati di tutto punto (senza martello e chiodi però) e iniziamo l'avvicinamento, con altre 3 o 4 auto nei paraggi.
Siamo abbastanza certi che nessuno ci anticiperà sulla via...
Poco dopo le 9 attacchiamo, sotto un sole abbacinante: Pol aprirà la cordata, salendo la lunga (40 m) sequenza di muri e tetti del primo tiro (6a), rinviando qualche spit e salendo sicuro come sempre:
La sosta a spit è su comoda cengia e ci recupera:
Lollo on fire, anche se sempre con un piede mezzo fuori uso:
Seconda lunghezza (6a): Pol sale diritto lungo le prime placche, poi supera il tetto in comune con il terzo tiro dello Spigolo Maria Grazia, per proseguire lungo splendidi muri verticali a tacche, fino alla comoda sosta in cengia:
Ci riuniamo in sosta, poi abbiamo dubbi su dove passi la via... la relazione parla di un tiro facile, con un passo di IV, per andare alla base del
Diedro Calcagno; Pol sale qualche metro, poi traversa nettamente a destra e finalmente trova uno spit, cui segue un secondo doppiando lo spigolo; eccolo in sosta, in foto, visto dalla sosta precdente:
Sopra di noi, il tiro chiave della via, il quarto (6a+, ma forse ci sta anche il 6b), in buona parte strapiombante, sul margine destro del pilastro che contorna sulla sinistra il Diedro Calcagno:
Movimenti atletici, difficoltà continue per oltre 20 m, poi ogni tanto finalmente qualche punto di riposo:
Finalmente Pol raggiunge la sosta e si prepara a recuperarci, con molta fatica dati i numerosi rest e passi azzerando il possibile...
Raggiungo la sosta ed ecco Lollo alle mie spalle:
Bene, fin qui la via è stata dura, ma almeno c'erano solidi spit... ora non vediamo più nulla, neanche chiodi...
Pol sale diritto, piazzando prima una fettuccia su clessidra, poi traversa a destra e raggiunge il filo di cresta, a picco sul sottostante diedro, salendo ancora lungo strapiombi (VI), proteggendosi con un paio di friend senza trovare chiodi...
Poi sale la parete verticale che lo riporta in cresta, dove allestisce una buona sosta su friend e clessidra; quindi recupera i soci, prima Lollo, poi io:
La sesta lunghezza (IV+) si apre con un traverso a sinistra, per poi salire una paretina che conduce allo spigolo che in alto si congiunge con la Variante Motti alla Balzola, splendida, da me perorsa già un paio di volte, aerea ma ben appigliata.
Ci ricongiungiamo in sosta e stavolta, dato l'elevato numero di cordate che sta impegnando il tiro del castellino finale verso la vetta, che tutti noi abbiamo già percorso decine di volte, optiamo per anticipare tutti nelle calate e spostarci a destra a reperire le soste di calata della Diagonale Est.
Prima, selfie di soddisfazione:
Alla base, sgranocchiamo qualcosa e torniamo all'auto come al solito, prefigurando le uscite future e fermandoci ad ammirare per l'ennesima volta lo spettacolo del gruppo Castello Provenzale da nord:
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