Lunedì 20 settembre 2021Io e il Pol
L'estate volge al termine, purtroppo; nonostante le condizioni meteo stiano già peggiorando, la voglia di grandi salite è ancora alta: perchè non tentare ancora un Corno Stella (m 3.050), dove il Pol quest'anno non è stato?
Era già in programma qualche giorno fa, poi il meteo non era dello stesso avviso... il lunedì sembra aprirsi uno spiraglio di bel tempo, prima del nuovo repentino peggioramento del pomeriggio...
Ci proviamo, sperando che nei giorni precedenti non abbia nevicato anche lì, come in altre zone, anche a quote molto inferiori?
Ci proviamo, certo!
Il Pol c'è, io pure; segna ferie, via, si va!
Il menu è tosto: la combinazione Adrenalina + Ricordo d'Orlando (6b+ 12L 430 m). Con la seconda in particolare ho un conto in sospeso.
Il rifugio Bozano purtroppo ha chiuso i battenti per quest'anno, proprio ieri.
Ritrovo col Pol alle 5,30, via sulla sua auto; colazione a Borgo San Dalmazzo, poi imbocchiamo la Valle Gesso.
Il meteo è splendido, lo zero termico in picchiata da 3.000 m a 2.800 m nelle ore centrali... in più la parete come sappiamo bene è in ombra la mattina... speriamo...
Saliamo il sentiero abbastanza spediti come al solito, portandoci al rifugio, al cospetto della parete, che fortunatamente sembra abbastanza asciutta:
Arrivando abbiamo notato una finestra del rifugio aperta... vuoi vedere che...
Proviamo a entrare, la porta è aperta! Allora Marco è ancora qui!
Ecco infatti poco dopo il suo fantasma che appare, assonnato, leggermente sorpreso di vedere qualcuno il lunedì mattina di fine settembre... Dopo i saluti e le considerazioni di rito ("ma voi siete pazzi ad andare ad attaccare Adrenalina con sto freddo"), scrocchiamo una colazione al prezzo di una mano a portare dentro sedie e tavoli in vista della definitiva chiusura.
La mitologica crostata, poi si va:
Ci prepariamo e, verso le 9,40, eccomi attaccare la prima lunghezza della via (5b), ben segnalata dalla scritta rossa:
Salgo bei muri rossastri, un diedro e raggiungo i due spit con anello di sosta, dove poco dopo ecco raggiungermi l'amico:
La roccia è fredda, ma abbiamo visto di peggio, in anni di disagio... fortunatamente fa freddino ma non tira vento.
Siamo già al dunque, coi tiri duri... Pol va avanti lungo la placca che apre il secondo tiro (6b+), approcciando l'evidente tetto:
Si ribalta al di sopra; fortunatamente, come atteso, la chiodatura è decisamente ravvicinata, scaliamo senza patemi. Dopo un altro tratto in placca, ecco la sosta:
Lo raggiungo in sosta, per proseguire lungo il terzo tiro (5b), una serie di bei passaggi prevalentemente in aderenza:
Il Pol sulle mie tracce:
La quarta lunghezza (5c/6a) sale le placche sopra la sosta, una breve digressione a destra e ancora placche splendidamente lavorate:
Proseguiamo alternati e salgo la quinta lunghezza (5c), ancora in placca, in leggero traverso a sinistra, fin sotto l'evidente tetto:
Il Pol impegna ora la sesta lunghezza (6a+), un liscione in placca in completo traverso a sinistra, fino alla vicinissima sosta, una dozzina di metri:
Seguo:
Settimo tiro (6b+): resta davanti il Pol, il tetto di 6b+ lo lascio volentieri a lui.
Qualche bel passo in placca ancora verso sinistra, poi il pronunciato strapiombo, anche questo ben protetto:
Quando raggiungo la sosta, proseguo per il previsto tiro di 5b, l'ottavo ed ultimo, anche se non trovo alcuno spit, né soste... Quando le corde finiscono, allestisco una sosta e faccio salire il socio.
Proseguo poi fino a raggiungere lo sperone dove parte Ricordo d'Orlando, con il primo tiro parzialmente in comune con la Campia; mi fermo ad uni spit, mi raggiunge il Pol e proseguo in diagonale a sinistra (4c) fino alla sosta; poco dopo l'amico mi raggiunge:
Da qui le cose cambiano...
Pol attacca il secondo tiro della via (6a/b), leggermente strapiombante, con prese magnifiche, fino alla cengia, dove un altro tratto strapiombante più povero di appigli conduce alla sosta, dopo 35 m:
Poi salgo io, incredulo per la qualità della roccia... strepitosa:
Raggiungo la sosta dove ci eravamo fermati io e Bruno qualche settimana fa; ora saliamo il terzo tiro (6b), col Pol davanti, un tiro caratterizzato dalla miglior roccia sulla faccia della Terra, ma anche da una chiodatura decisamente esigente, secondo noi anche un filo troppo...
Si parte con una fessura strapiombante, da salire in dulfer, per raggiungerne una seconda ad arco verso destra:
Poi il tiro propone un diedro a destra del filo con un passo aleatorio e lo spit successivo decisamente lontano...
Quindi una serie di muri e brevi strapionbi fantastici, fino al pulpito di sosta, dove poco dopo raggiungo l'amico:
Frattanto il cielo si è annuvolato, come previsto, e la temperatura è scesa in picchiata, come previsto anche questo...
Siamo all'ultimo tiro (6a+), con il Pol che sale il primo muro, poi una placca liscia ma appoggiata, fino all'evidente strapiombo:
Lo studia e lo supera uscendo a destra, per poi proseguire a sinistra lungo un pilastrino e i muri che seguono, su roccia bellissima, fino all'uscita in sosta subito sotto il plateau sommitale tante volte raggiunto, in corrispondenza della prima delle solite soste di calata.
Frattanto il freddo aumenta e, mentre inizio a salire a mia volta il tiro, ecco cadere dei chicchi di grandine... Porca miseria, se inizia a piovere e si bagna la parete saranno cavoli amari per me... accelero il passo, tiro un paio di rinvii e forzo lo strapiombo, poi in pochi minuti raggiungo l'uscita della via.
Fortunatamente il tempo pare volerci aspettare... il selfie in vetta:
La parete immersa nelle nuvole, alla mia destra:
Iniziamo subito le doppie:
Come sempre, fila tutto liscio; io dico sempre che sono le migliori calate in doppia che esistano!
Appena arriviamo a terra, ecco che ricomincia a grandinare... Ripassiamo dal punto della pietraia in cui avevamo imboscato bastoncini e birre, poi ripassiamo dal rifugio, stavolta davvero vuoto e chiuso.
Pioggia e grandine ci accompagneranno per buona parte del sentiero di discesa, senza mai esagerare; chissà se quest'anno ritorneremo ancora o se ne riparleremo l'anno prossimo...
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