mercoledì 16 giugno 2021

PUNTA VENEZIA (m 3.095): Diretta al Centenario CAI Asti


Mercoledì 16 giugno 2021

Io e Alberto

Da quando ho saputo che una nuova via era stata chiodata a Punta Venezia (m 3.095), visto l'amore per il luogo e la carenza di vie da fare in zona (avendole fatte quasi tutte...), mi è subito venuta voglia di andarla a ripetere.

La via in questione è la Diretta al Centenario CAI Asti (5c   9L   380 m), che volendo ha il secondo tiro di 6b+, evitabile con un tiro parallelo di 5a.

Alberto si è subito detto interessato, così non appena capita l'occasione eccoci pronti!

In realtà ancora nessuno quest'anno ha scalato lassù, a Tremila metri, ma secondo me le condizioni potrebbero già essere buone; in più in questi giorni lo zero termico è previsto a 4.200 m... Ok, Alberto, andiamo!

Poco dopo le 7,00 siamo al Pian del Re (m 2.020), dove posteggio, ci prepariamo e iniziamo l'avvicinamento. Una sola auto oltre a noi al Pian del Re.

Previsioni discrete ma non perfette: qualche nuvola al mattino e soprattutto instabilità e rischio temporali al pomeriggio. Dovremo essere abbastanza veloci da toglierci dai guai prima dell'eventuale peggioramento...

Saliamo verso il Giacoletti seguendo il sentiero estivo classico, evitando il Coulour del Porco Basso, per non cercarci rogne con la neve; la cascata è bella impetuosa e dà una bella svegliata...

Poi sbuchiamo al Lago Superiore di Viso e la vista sul Re di Pietra (m 3.841) e sul Visolotto (m 3.348) è magnifica:

Proseguiamo con un caldo terrificante, mai fatto tanta fatica e sudore per un avvicinamento in quota al mattino presto...
In un'ora e mezza siamo al rifugio Giacoletti.
Fin qui zero neve; subito lo sguardo va alla parete est della Venezia, tutta pulita, e alle condizioni di innevamento alla sua base:
Bene, nessuna sorpresa negativa: c'è neve ma non troppa e portante.
Uno sguardo alle vie a Punta Udine (m 3.027), pulite anche quelle:
Il rifugio Giacoletti e il Viso Mozzo (m 3.019) che spunta:
L'attacco si individua facilmente, grazie alla targhetta metallica:
La parete sopra di noi, decisamente invitante:
Attacco il primo tiro (5c), ancora mezzo inebetito dal caldo assurdo patito salendo in avvicinamento...
Un passo strapiombante ben appigliato, chiodatura che per tutta la via sarà intelligente, non ravvicinata ma ben fatta.
Salgo una sequenza di muri e placche intervallati da piccole cenge, poi raggiungo il terrazzino dove trovo la prima sosta, attrezzata con spit e doppio anello di calata:
Faccio salire l'amico:
La sosta:
Ora sopra di noi incombe il muro aggettante del secondo tiro (6b+), tiro con difficoltà fuori scala con il resto della via; intelligentemente gli apritori hanno chiodato una variante a destra (5a) che renda la via più omogenea:
Decido di seguire quella, traversando a destra fino a raggiungere il filo dello speroncino, che poi seguirò lungo una rampa fino al terrazzino di sosta; poco dopo ecco Alberto sulle mie tracce:
Terzo tiro (5b), molto lungo e vario, divertente e condito dalle nebbie tipiche della Valle Po, che oggi salgono prima del solito a portarci un po' di refrigerio; Alberto sulle mie tracce:

Alberto si accorge che sono ancora un po' bollito dal caldo e si propone di darmi il cambio e di aprire il quarto tiro (5a): una divertente sequenza di passi su muro a reglettes, seguiti da una serie di speroncini:
Salgo poi la quinta lunghezza (5b) di slancio, traversando qualche metro a sinistra per andare a salire un bel diedro-camino, abbastanza breve:
Il sesto tiro (3a) ci fa guadagnare una sella e, traversando a destra (ometti), la cengia erbosa dove si trova la sosta.
Salgo poi la settima lunghezza (5a), scalando la bella placca lavorata che sormonta la sosta, poi il diedro seguente, fino alla comoda sosta:
Sempre al fresco piacevole portato dalla nebbiolina, attacco l'ottavo tiro (5a), traversando a destra oltre un canale per salire la bella parete verticale che segue, tra diedrini e bei muri su ottime prese, per arrivare in sosta dopo 45 m, seguito poi dall'amico:
E' circa mezzogiorno quando Alberto sale la nona ed ultima lunghezza (4a), facilmente lungo un bel muretto che lo conduce infine ad una aerea sella, da cui scende a destra in sosta:
Quando lo raggiungo, ecco il torrione spettacolare che mi trovo di fronte:
Alle mie spalle, invece, il gendarme dove sono appena sbucato uscendo dal muretto:
Saliamo ora gli ultimi 80 metri, un po' camminando, un po' arrampicando, dopo aver fatto su le corde ed aver calzato gli scarponi; poco dopo siamo in vetta e ci regaliamo una foto di fronte al celebre bivacco della Venezia:
Scendiamo poi lungo la normale in cresta sud, comodamente asciutta, quando manca poco alle 13; giungiamo all'imbocco del Coulour del Porco e andiamo a reperire le corde e le catene del tratto attrezzato, che ci conducono nella parte bassa, da cui scendiamo con attenzione la neve, con consistenza tranquilla:
Ripassiamo dal rifugio, dopo aver recuperato i bastoncini, e scendiamo tranquilli al fresco, senza rischi di temporale, come ventilato nel pomeriggio dalle previsioni; nella parte bassa, la cascata butta di brutto e ci dà un'ulteriore bella svegliata:

Prima delle 15 siamo all'auto, chiudendo così l'ennesima splendida giornata in alta montagna.

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