Domenica 13 giugno 2021Io e Pier
Oggi strappo una domenica arrampicatoria e l'idea è subito chiara: Corno Stella (m 3.050)!!!
Propongo la cosa a Pier, con cui non scalo da un bel po' e che risponde entusiasta. Dovendo sondare sul posto le condizioni (neve e colature di bagnato, soprattutto), partiamo senza sapere di preciso cosa fare, a parte la via sullo zoccolo con cui aprire le danze. Saliremo infatti il Pilastro di Oscar (5c D 8L 250 m), per poi vedere il da farsi. I motivi sono i seguenti: ricordo essere una bella via, non la salgo da una vita (una quindicina di anni) ed è quella che attacca più in basso, dunque con meno problemi a superare il nevaio basale, essendo meno ripido.
Il ritrovo è direttamente al Gias delle Mosche.
Prepariamo gli zaini mentre sgranocchio qualcosina e bevo un succo, poi si parte lungo il sentiero verso il Bozano, sentiero che percorro sempre volentieri.
In 1h 40' siamo al rifugio, dove l'occhio va subito alla parete sud-ovest del Corno, le cui condizioni si confermano piuttosto buone, per ora:
Percorriamo la superlativa strada lastricata allestita 2 o 3 anni fa e ci portiamo rapidamente sotto lo sperone dove corre il Pilastro di Oscar, scelto anche perchè uno dei più accessibili in presenza di neve:
Poco dopo siamo all'attacco, ben segnalato:
Ci leghiamo e attacco io il primo tiro (5c), salendo qualche metro prima di fermarmi in cengia per un cambio di assetto, dalle scarpe da avvicinamento a quelle di arrampicata; poi sono pronto a salire le divertenti placche verticali che incombono su di noi:
Siamo i primi a scalare il Corno; poco dopo ecco arrivare un'altra cordata, che attacca proprio la nostra via; intanto Pier si impegna sui muri e placche del primo tiro:
Ci alterniamo e Pier sale il secondo tiro (4c), prima in placca, poi su un muretto:
Salgo poi una bella serie di placche (5a), seguite da diedrini e muretti, fino alla comoda sosta, dove mi raggiunge il sole; segue poi l'amico:
Pier sale quindi la quarta lunghezza (5b+), caratterizzata da belle placche e da uno splendido muro verticale fessurato:
Salgo poi a mia volta, dopo aver avuto un problema serio con la mia longe... o meglio, con la ghiera del moschettone che non vuole sapere di aprirsi, costringendomi a tagliare l'anello di fettuccia.
Il quinto tiro (5c) è fantastico, salgo le prime placche, sempre più verticali, poi raggiungo muri verticali e infine lo strapiombo rossastro evidente dal basso:
Al di sopra dello strapiombo c'è ancora un passaggio carino, poi la sosta, dove poco dopo mi raggiunge l'amico:
Pier torna avanti per unire due lunghezze (4a), esattamente di 60 m, fino alla parte alta dello zoccolo del Corno:
Lo raggiungo, poi con un'ultima facile lunghezza vado a sbucare sulla grande cengia erbosa a metà parete.
Intanto abbiamo già scrutato da tempo le condizioni della parte superiore della parete: la zona della De Cessole e della Campia sono bagnate...
Allora propongo lo Spigolo Inferiore (IV+ D 6L 180 m), nonostante io l'abbia già salito un paio di volte; sembra in condizioni e mi era piaciuto parecchio.
Bene, ci portiamo sulla sinistra della grande cengia mediana, all'attacco della via; Pier sale il primo tiro (III+) lungo il diedrone, protetto da uno spit in un passo non banale, fino a uscire sulla sinistra, alla sella:
Lo raggiungo, per salire poi a mia volta il secondo tiro (IV+), a mio avviso il tiro chiave, dopo averlo salito ben 3 volte.
Attacca verticale, dopo qualche metro rinvio un chiodo, leggermente a sinistra del filo dello spigolo, poi salgo diritto e con un passo mi porto più a destra, ora sullo spigolo arrotondato; proseguo, rinviando un paio di spit e ignorando una vecchia sosta, poi sempre verticalmente fino alla nuova sosta ad anelli, da cui recupero l'amico:
Pier sale un pochino impressionato dalla verticalità e dall'esigenza della chiodatura, peraltro ben poco integrabile... mi dice che onestamente, anche dato l'allenamento attuale, lui ne avrebbe anche abbastanza per oggi.
Va bene così, ci godiamo per bene il panorama, gli illustro un po' dove passa la fine della via e sgranocchiamo qualcosa.
Dietro di noi, la Catena delle Guide, splendida:
Un selfie in sosta:
Uno sguardo a quel che ci separa dalla vetta:
Via con le calate, una lunga fino alla cengia mediana, poi un'altra lungo la rampa della cengia, infine un'ultima per riprendere piede sul nevaio:
Nevaio che quest'anno è già decisamente magro, fortunatamente:
Scendiamo al rifugio, oggi mi regalo addirittura una birra, che in genere non bevo mai, ma per la compagnia...
Scambiamo qualche chiacchiera col mitico Marco, ripercorriamo la linea salita poco prima con lo sguardo...
Poi ci prepariamo a scendere, lasciando uno dei miei posti preferiti col proposito di tornarci più volte in stagione:
Salutiamo anche gli stambecchi che qui sono di casa:
Scendiamo sotto l'occhio vigile della parete ovest dell'
Argentera (m 3.297):
Alle prossime avventure!
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