Io e Stefano
Basta, ora basta inverno e roba invernale... si va in alta montagna, inizia la stagione!
Di ritorno da una trasferta a Istanbul per lavoro, ecco che sto già tramando con Stefano un degno ritorno all'alpinismo di grande respiro... Butto lì all'amico una serie di opzioni e lui sceglie la via Morelli 80 (5c D/D+ 4L 165 m) alla Torre Vittorina (m 2.635), nei pressi del Rifugio Morelli-Buzzi (m 2.351), in alta Valle Gesso, precisamente nel Vallone di Lourousa:
Appuntamento alle 5,30 a Borgo San Dalmazzo.
Stefano mi raggiunge, carichiamo tutto sulla mia auto e via verso le Terme di Valdieri, che raggiungiamo in circa mezz'ora.
Oggi l'obiettivo è sì scalare, ma non solo, anzi: torniamo a mettere il naso in alta montagna, quella vera; facciamo una lunga camminata in ambiente, un po' di allenamento a inizio stagione è quanto mai indispensabile; visitiamo una cima nuova, sia per noi che quasi per chiunque, nel senso che come quasi sempre con Stefano si fa della vera esplorazione, salendo cime e vie decisamente fuori dall'ordinario.
Al parcheggio, non ancora custodito, ci prepariamo con tutto l'armamentario pesante e poco dopo le 6 siamo in cammino, lungo gli infiniti tornanti nel bosco.
Quando ne emergiamo, l'attesa fantastica vista sul Canalone di Lourousa non tradisce mai:
Più ci avviciniamo, più l'occhio è rapito:
Dopo circa un'ora di cammino siamo al Lagarot di Lourousa:
Prima o poi sto canalone lo dobbiamo salire, Stefano, lo sai vero?
Il sole ora illumina in pieno la parete nord-est del Corno Stella (m 3.050): anche questa parete mi manca ancora... certo lì non si scherza, ma un giorno si farà! In compenso si vede bene lo Spigolo Inferiore, a destra, in ombra, via che mi era piaciuta parecchio:
Alle 7,20 finalmente possiamo distinguere il nostro obiettivo, la Torre Vittorina (anche chiamata Il Sigaro):
Fin qui abbiamo camminato bene, senza neve; dal Lagarot in su invece inizia qua e là adingombrare il sentiero, ma niente di serio; a quest'ora poi è ben portante; saliamo poi il fronte morenico, da cui ci volgiamo indietro:
Alle nostre spalle, il Monte Matto (m 3.080), già in pieno sole:
Proseguiamo e transitiamo di fronte alla nostre torre, che da qui appare veramente bellissima e soprattutto si conferma la nostra valutazione del fatto che sia pulita e asciutta, essendo ben esposta a sud:
Finalmente il rifugio è in vista:
Alle 8,35 siamo sul nevaio ancora presente, ben portante, appena sotto il rifugio:
Come sempre, il Morelli è popolato dai fantastici stambecchi delle Marittime:
Si affaccia Paolo, il gestore, accendendo la nostra speranza di una colazione al volo, ma purtroppo ci conferma che il rifugio è ancora chiuso fino a metà mese e lui non ha modo di ristorarci...
Pazienza, la spiegazione che ci dà è più che ragionevole e del resto non ci eravamo fatti illusioni...
Uno stambecco un po' più territoriale ci attende, con la Torre alle sue spalle:
Poco dopo le 9 siamo in cammino verso la Torre, dapprima per tracce discrete, anche se sempre senza sentiero, poi salendo decisamente pendii ripidi fino a una sella:
Purtroppo la vista dalla sella non è delle più incoraggianti... la parete precipita e c'è un grande canalone innevato, piuttosto pendente, che ci separa dalla Torre.
Troviamo il modo di proseguire, scendendo qualche metro a sinistra e guadagnando il filo di cresta, dove troviamo un punto debole, che guarda caso vede la presenza di una corda fissa:
Il canalone da attraversare, non banale:
La corda fissa ci fa scendere nel canalone:
Fortunatamente siamo ben attrezzati, calziamo i ramponi e iniziamo a traversare, guardandoci sia da eventuali slavine da monte, sia dal rischio di scivolare nel canalone; in realtà le condizioni della neve sono buone, la giusta consistenza:
Raggiungiamo un isolotto erboso, da cui partono le rocce che ci condurranno all'attacco della via:
La traversata e soprattutto valutare come e da dove farla ci ha portato via tempo; percorriamo le poche decine di metri da salire e raggiungiamo l'attacco della via poco dopo le 10.
La giornata è semplicemente radiosa, splendida.
Di fronte a noi, sul lato opposto della valle, ecco spuntare il Corno Stella, a destra della Regina delle Marittime, l'Argentera (m 3.297), la cui parete nord è ancora in veste abbastanza invernale:
Ci leghiamo e cambiamo assetto, via gli scarponcini e avanti con le scarpette da arrampicata.
Parto io davanti, il primo tiro (4b) propone una placca chiara quasi subito interrotta da un tettino, che supero per porseguire ancora in placca facile:
Poi piego a sinistra lungo un diedro canale, dove trovo la sosta, dopo un tiro di 50 m:
Stefano mi raggiunge in sosta, per lui è il ritorno all'arrampicata e tutto va bene.
Resto davanti anche per il secondo tiro (5c), traversando un passo delicato verso sinistra e poi salendo la placca verticale in diagonale verso sinistra, su ottima roccia, anche se occorre attenzione in quanto la via è decisamente poco frequentata, per usare un eufemismo...
La sosta da cui parto:
Raggiungo con attenzione il filo di cresta, poi piego a sinistra e per rocce più facili mi fermo dopo 25 m ad una sella, dove sosto su albero; Stefano poco dopo:
La sosta sull'albero:
La giornata è splendida e come ampiamente previsto siamo soli, sia quassù, sia nell'intera valle, a parte il gestore del rifugio intento laggiù a preparare per l'imminente apertura.
Alla terza lunghezza (5a), Stefano mi propone di andare avanti. Si porta alla base della placca compatta, la sale direttamente:
Più in alto inizia a traversare leggermente a destra, portandosi vicini al filo di cresta, al di sotto della fascia strapiombante:
Il tiro è veramente bellissimo, raggiungo Stefano con grande divertimento.
E siamo già al quarto e ultimo tiro (5b): mi innalzo superando un tettino a sinistra:
Proseguo poi diritto su belle placche articolate di ottimo gneiss, scalando fino in cima un tiro di nuovo molto divertente:
Poco dopo ecco l'amico salire a sua volta:
Il panorama tutto intorno:
Autoscatto celebrativo:
La discesa in doppia non ci darà problemi:
La Torre vista dal basso:
Il tracciato della via:
Tornati al canalone innevato, cambiamo di nuovo assetto calzando scarponi e ramponi e scendiamo questa volta direttamente il canale e il conoide seguente, fino alla base, in pratica tagliando fuori il giro per il rifugio:
La discesa sarà lunga ma divertente, sempre soli immersi in una delle valli più magiche del nordovest:
Al Lagarot di Lourousa facciamo una breve pausa ristoratrice:
Poi riprendiamo a scendere, porteremo il ricordo di una cima e di una giornata veramente magnifici...
Di ritorno da una trasferta a Istanbul per lavoro, ecco che sto già tramando con Stefano un degno ritorno all'alpinismo di grande respiro... Butto lì all'amico una serie di opzioni e lui sceglie la via Morelli 80 (5c D/D+ 4L 165 m) alla Torre Vittorina (m 2.635), nei pressi del Rifugio Morelli-Buzzi (m 2.351), in alta Valle Gesso, precisamente nel Vallone di Lourousa:
Appuntamento alle 5,30 a Borgo San Dalmazzo.
Stefano mi raggiunge, carichiamo tutto sulla mia auto e via verso le Terme di Valdieri, che raggiungiamo in circa mezz'ora.
Oggi l'obiettivo è sì scalare, ma non solo, anzi: torniamo a mettere il naso in alta montagna, quella vera; facciamo una lunga camminata in ambiente, un po' di allenamento a inizio stagione è quanto mai indispensabile; visitiamo una cima nuova, sia per noi che quasi per chiunque, nel senso che come quasi sempre con Stefano si fa della vera esplorazione, salendo cime e vie decisamente fuori dall'ordinario.
Al parcheggio, non ancora custodito, ci prepariamo con tutto l'armamentario pesante e poco dopo le 6 siamo in cammino, lungo gli infiniti tornanti nel bosco.
Quando ne emergiamo, l'attesa fantastica vista sul Canalone di Lourousa non tradisce mai:
Più ci avviciniamo, più l'occhio è rapito:
Dopo circa un'ora di cammino siamo al Lagarot di Lourousa:
Prima o poi sto canalone lo dobbiamo salire, Stefano, lo sai vero?
Il sole ora illumina in pieno la parete nord-est del Corno Stella (m 3.050): anche questa parete mi manca ancora... certo lì non si scherza, ma un giorno si farà! In compenso si vede bene lo Spigolo Inferiore, a destra, in ombra, via che mi era piaciuta parecchio:
Alle 7,20 finalmente possiamo distinguere il nostro obiettivo, la Torre Vittorina (anche chiamata Il Sigaro):
Fin qui abbiamo camminato bene, senza neve; dal Lagarot in su invece inizia qua e là adingombrare il sentiero, ma niente di serio; a quest'ora poi è ben portante; saliamo poi il fronte morenico, da cui ci volgiamo indietro:
Alle nostre spalle, il Monte Matto (m 3.080), già in pieno sole:
Proseguiamo e transitiamo di fronte alla nostre torre, che da qui appare veramente bellissima e soprattutto si conferma la nostra valutazione del fatto che sia pulita e asciutta, essendo ben esposta a sud:
Finalmente il rifugio è in vista:
Alle 8,35 siamo sul nevaio ancora presente, ben portante, appena sotto il rifugio:
Come sempre, il Morelli è popolato dai fantastici stambecchi delle Marittime:
Si affaccia Paolo, il gestore, accendendo la nostra speranza di una colazione al volo, ma purtroppo ci conferma che il rifugio è ancora chiuso fino a metà mese e lui non ha modo di ristorarci...
Pazienza, la spiegazione che ci dà è più che ragionevole e del resto non ci eravamo fatti illusioni...
Uno stambecco un po' più territoriale ci attende, con la Torre alle sue spalle:
Poco dopo le 9 siamo in cammino verso la Torre, dapprima per tracce discrete, anche se sempre senza sentiero, poi salendo decisamente pendii ripidi fino a una sella:
Purtroppo la vista dalla sella non è delle più incoraggianti... la parete precipita e c'è un grande canalone innevato, piuttosto pendente, che ci separa dalla Torre.
Troviamo il modo di proseguire, scendendo qualche metro a sinistra e guadagnando il filo di cresta, dove troviamo un punto debole, che guarda caso vede la presenza di una corda fissa:
Il canalone da attraversare, non banale:
La corda fissa ci fa scendere nel canalone:
Fortunatamente siamo ben attrezzati, calziamo i ramponi e iniziamo a traversare, guardandoci sia da eventuali slavine da monte, sia dal rischio di scivolare nel canalone; in realtà le condizioni della neve sono buone, la giusta consistenza:
Raggiungiamo un isolotto erboso, da cui partono le rocce che ci condurranno all'attacco della via:
La traversata e soprattutto valutare come e da dove farla ci ha portato via tempo; percorriamo le poche decine di metri da salire e raggiungiamo l'attacco della via poco dopo le 10.
La giornata è semplicemente radiosa, splendida.
Di fronte a noi, sul lato opposto della valle, ecco spuntare il Corno Stella, a destra della Regina delle Marittime, l'Argentera (m 3.297), la cui parete nord è ancora in veste abbastanza invernale:
Ci leghiamo e cambiamo assetto, via gli scarponcini e avanti con le scarpette da arrampicata.
Parto io davanti, il primo tiro (4b) propone una placca chiara quasi subito interrotta da un tettino, che supero per porseguire ancora in placca facile:
Poi piego a sinistra lungo un diedro canale, dove trovo la sosta, dopo un tiro di 50 m:
Stefano mi raggiunge in sosta, per lui è il ritorno all'arrampicata e tutto va bene.
Resto davanti anche per il secondo tiro (5c), traversando un passo delicato verso sinistra e poi salendo la placca verticale in diagonale verso sinistra, su ottima roccia, anche se occorre attenzione in quanto la via è decisamente poco frequentata, per usare un eufemismo...
La sosta da cui parto:
Raggiungo con attenzione il filo di cresta, poi piego a sinistra e per rocce più facili mi fermo dopo 25 m ad una sella, dove sosto su albero; Stefano poco dopo:
La sosta sull'albero:
La giornata è splendida e come ampiamente previsto siamo soli, sia quassù, sia nell'intera valle, a parte il gestore del rifugio intento laggiù a preparare per l'imminente apertura.
Alla terza lunghezza (5a), Stefano mi propone di andare avanti. Si porta alla base della placca compatta, la sale direttamente:
Più in alto inizia a traversare leggermente a destra, portandosi vicini al filo di cresta, al di sotto della fascia strapiombante:
Il tiro è veramente bellissimo, raggiungo Stefano con grande divertimento.
E siamo già al quarto e ultimo tiro (5b): mi innalzo superando un tettino a sinistra:
Proseguo poi diritto su belle placche articolate di ottimo gneiss, scalando fino in cima un tiro di nuovo molto divertente:
Poco dopo ecco l'amico salire a sua volta:
Il panorama tutto intorno:
Autoscatto celebrativo:
La discesa in doppia non ci darà problemi:
La Torre vista dal basso:
Il tracciato della via:
Tornati al canalone innevato, cambiamo di nuovo assetto calzando scarponi e ramponi e scendiamo questa volta direttamente il canale e il conoide seguente, fino alla base, in pratica tagliando fuori il giro per il rifugio:
La discesa sarà lunga ma divertente, sempre soli immersi in una delle valli più magiche del nordovest:
Al Lagarot di Lourousa facciamo una breve pausa ristoratrice:
Poi riprendiamo a scendere, porteremo il ricordo di una cima e di una giornata veramente magnifici...
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