Io e il Pol
Si torna alla grande a scalare a Tremila metri!
Non ci è ancora andato nessuno e il rifugio apre oggi, ma noi abbiamo un duplice scopo: scalare e divertirci innanzitutto, poi valutare bene le condizioni di persona per portare il crso di alpinismo per quanto riguarda il socio.
Partenza 6,30 da Mario, io e il Pol puntuali ci facciamo un caffè, salutiamo Lollo in partenza per il Briançonnais, poi via sulla mia auto verso le Terme di Valdieri.
L'obiettivo è il Corno Stella (m 3.050), per scalare la combinazione Carlo Rossano Inferiore + Superiore (6a TD- 12L 470 m).
Salendo verso il rifugio, ecco apparire il Corno e la parete ovest dell'Argentera (m 3.297):
Oggi è il giorno di apertura stagionale del Rifugio Bozano e non possiamo esimerci dal passare a salutare il mitico Marco e la sua crostata alla castagna, con un thè caldo!
Poi parliamo di cose serie e di condizioni, una volta appurato che tutte le persone presenti sono un corso CAI genovese che oggi farà prove ed esercitazioni su neve e non su roccia: benissimo!
Abbiamo portato i ramponi, sapendo che dal rifugio in avanti è tutto in neve e che la parete del Corno prende poco sole fino a mezzogiorno, quindi potrebbe essere anche neve dura, oltre che pendente.
Durante l'avvicinamento infatti estraggo i miei ferri e mi rampono le scarpe da avvicinamento, oltre a portare con me i bastoncini, purtroppo per tutta la via, potendo essere molto utili soprattutto in discesa...
Giunti all'attacco, saliamo il più possibile, poi per levarci dalla neve saliamo un po' in slego, fino ad una cengetta che ci permetta di cambiare assetto e scarpette:
La scritta con la via:
Alle nostre spalle, la situazione neve è la seguente:
Ci leghiamo e parto davanti io, il primo tiro (4c) è facile ma divertente, sulla splendida roccia di gneiss del Corno:
Il Pol mi raggiunge lesto:
Prosegue lungo il facile secondo tiro (3b):
Dalla terza lunghezza (5c) le cose si fanno più interessanti.
Salgo un primo diedro piuttosto liscio:
Un passo delicato mi porta in un secondo diedrino, poi più facilmente su per un pilastrino, fino a traversare a sinistra sotto un grande strapiombo; a sinistra c'è la chiave per superare il tetto, mi isso al di sopra e percorro ancora una quindicina di metri in placca, facili:
Il Pol sta sulle mie tracce ed esce a sua volta dal tetto:
Quarto tiro (6a): Pol si muove in diagonale verso destra, prevalentemente in placca, scomparendo alla mia vista oltre uno spigoletto:
Come da relazione. dopo aver salito un pilastrino traversa a destra in cengia alla ricerca di una sosta che non trova, dove lo raggiungo poco dopo:
Studiamo meglio la relazione... Riparto e anncora più a destra e un po' più in alto, oltre una quinta, trovo la sosta, dove l'amico mi raggiunge per far sicura meglio.
Impegno poi il sesto, splendido tiro (6a), un muro verticale su roccia da urlo con tacchette e vaschette, in pieno stile Corno Stella:
Pol sale a sua volta e impegna il piccolo strapiombo finale:
Un ultimo facile tiro (3c) gli consente di superare l'ultimo muro e di uscire in cengia mediana, proprio alla base della Campia:
Frattanto si è un po' annuvolato, come da previsioni...
Sono circa le 14, tira molto vento e ci guardiamo attorno... alla fine il Pol propone: "Ma sì, dai, attacchiamo, al limite ne facciamo un pezzo poi ci caliamo, se è tardi o bagnata".
Ok, detto fatto. Un po' di ravanamenti per la breve doppia e il traversino verso l'attacco della parte alta della via, qualche metro da risalire fino alla base di una serie di placche verticali piuttosto lisce.
La relazione dice 5c, così ci rileghiamo e vado avanti io:
Mi accorgo subito che la musica cambia parecchio, passando dalla via Inferiore a quella Superiore...
Dopo qualche metro mi faccio calare e cedo il passo al socio:
Salgo poi il tiro successivo, il nono (5b), lungo uno speroncino a tratti più impegnativo del grado dichiarato:
Decimo tiro (6a): roccia lavoratissima a vaschette, 5c, muretto di 6a, quindi poi placca verso destra, con sosta su chiodi in comune con la Campia:
Quando tocca a me salire, il disgelo dall'alto si fa impetuoso e salgo il tiro sotto una fastidiosissima cascatella d'acqua...
Nulla a confronto con quello che ci aspetta in sosta, dove siamo letteralmente sotto la doccia...
Frattanto il cielo va peggiorando:
Proseguiamo, manca poco, solo 2 tiri. Il Pol prosegue su roccia nera leggermente a destra, impegna uno strapiombo su roccia bellissima se non fosse un ruscello in piena... un altro passo di dita di 6a (obb), poi traversa a destra tenendo la bellissima vena di quarzo, diedrino di quarzo e approda alla sosta di Barone Rampante:
Lo raggiungo in maniera a dir poco rocambolesca:
Manca solo un tiro, un tiro di 6a in comune con Barone e Opinioni di un Clown, ma ora tuona, dobbiamo scendere veloci...
Traverso qualche metro a destra, fino alla sosta di calata di Esprit Libre pour Patrick Berhault, da lì ci caliamo senza intoppi fino alla cengia mediana, traversiamo ancora un nevaietto, poi via all'ultima lunga calata fino ai nevai alla base del Corno:
Scendiamo al rifugio lungo il pendio innevato, senza problemi:
Un'occhiata alle condizioni della ovest dell'Argentera (m 3.297):
Il temporale alla fine ci risparmia, ma abbiamo fatto bene a scendere.
La Catena delle Guide:
Un saluto e un arrivederci all'amata parete del Corno Stella, la stagione anche qui è partita!
Non ci è ancora andato nessuno e il rifugio apre oggi, ma noi abbiamo un duplice scopo: scalare e divertirci innanzitutto, poi valutare bene le condizioni di persona per portare il crso di alpinismo per quanto riguarda il socio.
Partenza 6,30 da Mario, io e il Pol puntuali ci facciamo un caffè, salutiamo Lollo in partenza per il Briançonnais, poi via sulla mia auto verso le Terme di Valdieri.
L'obiettivo è il Corno Stella (m 3.050), per scalare la combinazione Carlo Rossano Inferiore + Superiore (6a TD- 12L 470 m).
Salendo verso il rifugio, ecco apparire il Corno e la parete ovest dell'Argentera (m 3.297):
Oggi è il giorno di apertura stagionale del Rifugio Bozano e non possiamo esimerci dal passare a salutare il mitico Marco e la sua crostata alla castagna, con un thè caldo!
Poi parliamo di cose serie e di condizioni, una volta appurato che tutte le persone presenti sono un corso CAI genovese che oggi farà prove ed esercitazioni su neve e non su roccia: benissimo!
Abbiamo portato i ramponi, sapendo che dal rifugio in avanti è tutto in neve e che la parete del Corno prende poco sole fino a mezzogiorno, quindi potrebbe essere anche neve dura, oltre che pendente.
Durante l'avvicinamento infatti estraggo i miei ferri e mi rampono le scarpe da avvicinamento, oltre a portare con me i bastoncini, purtroppo per tutta la via, potendo essere molto utili soprattutto in discesa...
Giunti all'attacco, saliamo il più possibile, poi per levarci dalla neve saliamo un po' in slego, fino ad una cengetta che ci permetta di cambiare assetto e scarpette:
La scritta con la via:
Alle nostre spalle, la situazione neve è la seguente:
Ci leghiamo e parto davanti io, il primo tiro (4c) è facile ma divertente, sulla splendida roccia di gneiss del Corno:
Il Pol mi raggiunge lesto:
Prosegue lungo il facile secondo tiro (3b):
Dalla terza lunghezza (5c) le cose si fanno più interessanti.
Salgo un primo diedro piuttosto liscio:
Il Pol sta sulle mie tracce ed esce a sua volta dal tetto:
Quarto tiro (6a): Pol si muove in diagonale verso destra, prevalentemente in placca, scomparendo alla mia vista oltre uno spigoletto:
Come da relazione. dopo aver salito un pilastrino traversa a destra in cengia alla ricerca di una sosta che non trova, dove lo raggiungo poco dopo:
Studiamo meglio la relazione... Riparto e anncora più a destra e un po' più in alto, oltre una quinta, trovo la sosta, dove l'amico mi raggiunge per far sicura meglio.
Impegno poi il sesto, splendido tiro (6a), un muro verticale su roccia da urlo con tacchette e vaschette, in pieno stile Corno Stella:
Pol sale a sua volta e impegna il piccolo strapiombo finale:
Un ultimo facile tiro (3c) gli consente di superare l'ultimo muro e di uscire in cengia mediana, proprio alla base della Campia:
Frattanto si è un po' annuvolato, come da previsioni...
Sono circa le 14, tira molto vento e ci guardiamo attorno... alla fine il Pol propone: "Ma sì, dai, attacchiamo, al limite ne facciamo un pezzo poi ci caliamo, se è tardi o bagnata".
Ok, detto fatto. Un po' di ravanamenti per la breve doppia e il traversino verso l'attacco della parte alta della via, qualche metro da risalire fino alla base di una serie di placche verticali piuttosto lisce.
La relazione dice 5c, così ci rileghiamo e vado avanti io:
Mi accorgo subito che la musica cambia parecchio, passando dalla via Inferiore a quella Superiore...
Dopo qualche metro mi faccio calare e cedo il passo al socio:
Salgo poi il tiro successivo, il nono (5b), lungo uno speroncino a tratti più impegnativo del grado dichiarato:
Decimo tiro (6a): roccia lavoratissima a vaschette, 5c, muretto di 6a, quindi poi placca verso destra, con sosta su chiodi in comune con la Campia:
Quando tocca a me salire, il disgelo dall'alto si fa impetuoso e salgo il tiro sotto una fastidiosissima cascatella d'acqua...
Nulla a confronto con quello che ci aspetta in sosta, dove siamo letteralmente sotto la doccia...
Frattanto il cielo va peggiorando:
Proseguiamo, manca poco, solo 2 tiri. Il Pol prosegue su roccia nera leggermente a destra, impegna uno strapiombo su roccia bellissima se non fosse un ruscello in piena... un altro passo di dita di 6a (obb), poi traversa a destra tenendo la bellissima vena di quarzo, diedrino di quarzo e approda alla sosta di Barone Rampante:
Lo raggiungo in maniera a dir poco rocambolesca:
Manca solo un tiro, un tiro di 6a in comune con Barone e Opinioni di un Clown, ma ora tuona, dobbiamo scendere veloci...
Traverso qualche metro a destra, fino alla sosta di calata di Esprit Libre pour Patrick Berhault, da lì ci caliamo senza intoppi fino alla cengia mediana, traversiamo ancora un nevaietto, poi via all'ultima lunga calata fino ai nevai alla base del Corno:
Scendiamo al rifugio lungo il pendio innevato, senza problemi:
Un'occhiata alle condizioni della ovest dell'Argentera (m 3.297):
Il temporale alla fine ci risparmia, ma abbiamo fatto bene a scendere.
La Catena delle Guide:
Un saluto e un arrivederci all'amata parete del Corno Stella, la stagione anche qui è partita!
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