sabato 5 gennaio 2019

CONTRAFFORTI DI LAUSA BRUNA (m 1.700): I Babi Cocc

Sabato 5 gennaio 2019
Io e Simone

Ottima intuizione anche stavolta: viste le temperature e soprattutto la quasi assenza di neve, perchè non tentare una salita da mezza stagione, in ambiente alpino e lontano dalle folle, tanto per cambiare?
L'idea è di andare a scalare ai Contrafforti di Lausa Bruna (m 1.700), nel Vallone di Sant'Anna, in Marittime; la via prescelta sarebbe, se le condizioni lo permetteranno, I Babi Cocc (6a   10L   300 m) di Ciano Orsi, una via recente chiodata in stile plaisir su buona roccia, che conosco per aver salito già altre vie nelle immediate vicinanze.
Purtroppo Lollo è out, Simone invece è entusiasta.
Meteo buono, zero termico che dovrebbe salire fino a 2.200 m nelle ore centrali; resta il dubbio sull'agibilità della strada, ma sappiamo che è aperta almeno fino a 4 o 5 km prima delle pareti, quindi si va!
Ritrovo alle 7,00, carico Simone e la sua roba e via, verso Cuneo, colazione volante, poi Valle Stura.
Con nostra piacevole sorpresa, la strada in realtà è aperta e pulita fino alla centrale elettrica, dopodiché inizia la neve, anche se poca.
Parcheggio, usciamo dall'auto e...cavoli, che freddo!
Oltre alla temperatura bassa (-1°C) soffia un venticello veramente insopportabile, gelido...
Non importa, andiamo a vedere da vicino: camminiamo lungo la strada per un tratto piuttosto breve, forse 1,5 km, poi iniziamo a risalire la pietraia in corrispondenza del secondo tornante dopo il ponte.
Ci avviciniamo alle pareti, riconosco l'attacco della via Grulliver, che abbiamo salito proprio io e Simone tempo fa, quindi costeggiamo la parete a sinistra fino all'attacco della via, mentre decisamente non è più estate:

La strada percorsa fin qui:
Ci prepariamo, sono le 10,30 quando Simone attacca il primo tiro della via (5b), prevalentemente in placca:
Abbiamo fatto bene i calcoli: il sole arriva a illuminare (e soprattutto riscaldare!) la parete proprio ora.
Di colpo il mondo cambia, passiamo dal freddo a condizioni ottime, niente vento e roccia che si calda quasi subito.
Alla cengia di sosta ci alterniamo e passo avanti per salire la placca del secondo tiro (5c/6a), con passi aleatori soprattutto nei primi metri:
Anche questa sosta è decisamente comoda, in cengia, dove poco dopo mi raggiunge l'amico:
Simone prosegue ancora in placca, il terzo tiro (5a) è divertente, su ottima roccia:
L'uscita riserva invece una sorpresa, gli ultimi metri apparentemente banali e abbattuti si caratterizzano da roccia particolarmente marmorizzata, liscia e scivolosa...
Avanti con il quarto tiro (5b), lungo una rampa, poi una bella placca, quindi l'uscita su terreno erboso, con la chicca di una rinviata in una clessidra creata ad arte dal buon Ciano Orsi forando col trapano una scaglia di roccia e passandoci un cordone:
In sosta sgranocchio qualcosina, poi Simone percorre il tiro di trasferimento che segue, rinviando ancora un paio di cordoni che indicano il percorso da seguire:
Alla base dello sperone successivo Simone resta davanti per cavalcarne la cresta e le placche successive (4c), con uscita a destra:
Lo raggiungo a mia volta:
Sesto tiro (5c): salgo le facili placche sopra la sosta, poi mi impegno in un muretto verticale:

Ne esco e a destra reperisco la sosta, dove mi raggiunge Simone:
Sale il settimo tiro (4a), in traverso a destra per una ventina di metri, alla base di un muro leggermente strapiombante:
Salgo l'ottavo tiro (6a), superando lo strapiombo che sormonta i due spit di sosta, per uscire in placca:
Salgo poi un bel pilastrino verticale, poi in diagonale a sinistra affronto un muro leggermente strapiombante con diverse prese rovesce (6a), magnifico; ne esco e con un'ultima dulfer raggiungo la sosta posta subito al di sotto di un tetto.
Simone "en plein gaz" poco dopo:

Nona lunghezza (5b+): supero il tetto leggermente a destra, ribaltandomi al di sopra e seguendo poi la bella placca che mi porta alla penultima sosta:

Da qui intuisco che la cima non è lontana, così concateno l'ultima lunghezza (5c), prima facilmente poi con alcuni passi delicati in placca, con le corde che per la verità tirano abbastanza fastidiose, ma alla fine eccomi in cima:
Poco dopo ecco anche Simone uscire dalla via:

Decidiamo di calarci lungo Grulliver, la cui sosta è un paio di metri a destra della nostra:
La strada che dovremo fare:
Verso la Maladecia (m 2.745):
Purtroppo le calate lungo questi speroni, con creste frastagliate, tratti non verticali e trasferimenti diagonali a destra e sinistra, sono decisamente disagevoli...
Mi tocca anche risalire la terzultima calata per disincastrare le corde, alla fine tocchiamo terra poco prima del buio, alle 17,30:
Il ritorno è suggestivo, percorrendo al buio la strada innevata, fino a ritrovare l'auto presso la centrale elettrica, tra l'altro esternamente ben illuminata.
Si chiude un'altra bella avventura, la salita invernale di questi contrafforti solitamente inaccessibili in questa stagione.

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