Io e Simone
Torno a chiudere un conto lasciato in sospeso n paio di anni fa, quando scalai il Brec de Chambeyron (m 3.389) fino a poco sotto la vetta, tornando indietro all'altezza della placca fessurata, che in slego non mi era sembrata il massimo della vita...
Ora propongo la salita al mitico Simone, che so avere un debole per questa cima senza esserci ancora mai salito, forse per via della sua estrema visibilità un po' da tutte le altre cime del nord-ovest...
Bene, quest'anno sto riallacciando i ponti con l'alta quota, a discapito di qualche via di roccia anche sportiva e, siccome l'allenamento per l'altissima quota non è al top, salite come questa sono molto utili alle future, oltre ad essere splendide di per sè.
Ritrovo alle 5,00, via in macchina, Simo al volante, alla volta della Val Maira, dove arriviamo alle 7,00 dopo una colazione a Dronero.
Parcheggiamo a 1.650 m di quota, con vista sulle pareti ovest del mio giardino, il Gruppo Castello-Provenzale:
Parcheggiamo dove la strada è chiusa, poi imbocchiamo il sentiero pianeggiante che conduce sotto le cascate di Stroppia, da dove parte il Sentiero Dino Icardi, che sale lungo le cascate.
Alle nostre spalle, ancora la Castello:
Le cascate, splendide, ancora decisamente vigorose, nonostante sia estate inoltrata:
Come previsto, il meteo è perfetto, commovente.
Il sentiero sale abbastanza deciso e ci porta in meno di un'ora ad attraversare la cascata sulla passerella addirittura danneggiata dalla forza e dalla portata dell'acqua di fusione:
Poco prima abbiamo superato il Rifugio Stroppia (m 2.259):
Dopo pochi tornanti sbuchiamo al Passo dell'Asino (m 2.309), al Lago Niera:
Davanti a noi abbiamo il lunghissimo Vallonasso di Stroppia, che percorreremo per intero; sono ora visibili le cime a cui puntiamo, in particolare il Brec, a destra:
La visione è a dir poco grandiosa, il paesaggio curiosamente dolomitico, dominato dalla cuspide calcarea del Brec:
Incrociamo qualcuno, non più di 7-8 persone in tutto.
La situazione neve, quest'anno da tenere in grande considerazione, per ora non sembra preoccupante:
Verso le 10,20, dopo aver salito un paio di nevaietti, siamo in vista del Bivacco Barenghi (m 2.815), che non raggiungiamo direttamente per tenerci dal lato della valle ove andremo per attaccare la via di salita al Brec:
L'ennesimo sguardo scrutatore e indagatore alla parete sud-est del Parias Coupà (m 3.261), magnifica:
Ora davanti a noi abbiamo il nostro obiettivo, la via Normale (IV AD 400 m) al Brec del Chambeyron (m 3.389):
Le condizioni sembrano buone, anche se le cenge e le rampe dove corre la via sembrano in parte ingombre di neve:
Speriamo non sia di ostacolo...
Proseguiamo il nostro avvicinamento, lasciando il sentiero che tutti seguono verso il Lac des Neuf Couleurs, per andare a sinistra verso il repulsivo conoide detritico che conduce alla parete del Brec.
Ben presto siamo su neve, che ancora ricopre buona parte del conoide; il problema è che un muro di neve quasi verticale sembra sbarrare l'accesso alla via, proprio nel canalino dietro alla quinta rocciosa che dà accesso alla via...
Calma, continuiamo ad avvicinarci e vedremo da vicino il da farsi:
Un traversino su neve ci porta sul lato destro del canalino, abbiamo già deciso che proveremo ad aggirare la neve sulla destra, stando su roccia:
L'idea si rivela giusta, senza eccessivi problemi raggiungiamo la prima sella, poi proseguiamo lungo il canalino-rampa che caratterizza tutta la prima parte della via:
Proseguiamo senza intoppi, la via ora è ok, il meteo top, il morale a mille:
Ogni canalino presenta un'uscita differente, spesso divertente, anche se la fa da padrone il brecciolino, piuttosto insidioso in molti tratti:
Alla nostra sinistra il lago e il bivacco, ormai lontani:
Quando la neve ci costringe a portarci a sinistra in cresta, in esposizione, tiriamo fuori la corda dal mio zaino e procediamo legati, per sicurezza:
Un altro bel passaggio, a una delle tante sellette:
Proseguiamo poi su roccia, molto divertente, vado avanti mettendo qualche protezione ogni tanto:
Una serie di passaggi di II+ ci conducono sotto la famosa placca fessurata (IV), che mi aveva respinto due anni fa:
Un nevaietto alla sua base non disturba, la sosta è ancora lì:
La salgo tenendomi sulla destra, dove trovo un chiodo da rinviare:
Esco in spaccata e raggiungo la sosta facendo qualche manovra, in quanto al corda da 40 m sdoppiata fa fatica ad arrivare:
Simo mi raggiunge poco dopo:
Sopra di noi l'ultimo tiro, una paretina con alcuni passi iniziali di III+:
Ora propongo la salita al mitico Simone, che so avere un debole per questa cima senza esserci ancora mai salito, forse per via della sua estrema visibilità un po' da tutte le altre cime del nord-ovest...
Bene, quest'anno sto riallacciando i ponti con l'alta quota, a discapito di qualche via di roccia anche sportiva e, siccome l'allenamento per l'altissima quota non è al top, salite come questa sono molto utili alle future, oltre ad essere splendide di per sè.
Ritrovo alle 5,00, via in macchina, Simo al volante, alla volta della Val Maira, dove arriviamo alle 7,00 dopo una colazione a Dronero.
Parcheggiamo a 1.650 m di quota, con vista sulle pareti ovest del mio giardino, il Gruppo Castello-Provenzale:
Parcheggiamo dove la strada è chiusa, poi imbocchiamo il sentiero pianeggiante che conduce sotto le cascate di Stroppia, da dove parte il Sentiero Dino Icardi, che sale lungo le cascate.
Alle nostre spalle, ancora la Castello:
Le cascate, splendide, ancora decisamente vigorose, nonostante sia estate inoltrata:
Come previsto, il meteo è perfetto, commovente.
Il sentiero sale abbastanza deciso e ci porta in meno di un'ora ad attraversare la cascata sulla passerella addirittura danneggiata dalla forza e dalla portata dell'acqua di fusione:
Poco prima abbiamo superato il Rifugio Stroppia (m 2.259):
Dopo pochi tornanti sbuchiamo al Passo dell'Asino (m 2.309), al Lago Niera:
La visione è a dir poco grandiosa, il paesaggio curiosamente dolomitico, dominato dalla cuspide calcarea del Brec:
Incrociamo qualcuno, non più di 7-8 persone in tutto.
La situazione neve, quest'anno da tenere in grande considerazione, per ora non sembra preoccupante:
Verso le 10,20, dopo aver salito un paio di nevaietti, siamo in vista del Bivacco Barenghi (m 2.815), che non raggiungiamo direttamente per tenerci dal lato della valle ove andremo per attaccare la via di salita al Brec:
L'ennesimo sguardo scrutatore e indagatore alla parete sud-est del Parias Coupà (m 3.261), magnifica:
Ora davanti a noi abbiamo il nostro obiettivo, la via Normale (IV AD 400 m) al Brec del Chambeyron (m 3.389):
Le condizioni sembrano buone, anche se le cenge e le rampe dove corre la via sembrano in parte ingombre di neve:
Speriamo non sia di ostacolo...
Proseguiamo il nostro avvicinamento, lasciando il sentiero che tutti seguono verso il Lac des Neuf Couleurs, per andare a sinistra verso il repulsivo conoide detritico che conduce alla parete del Brec.
Ben presto siamo su neve, che ancora ricopre buona parte del conoide; il problema è che un muro di neve quasi verticale sembra sbarrare l'accesso alla via, proprio nel canalino dietro alla quinta rocciosa che dà accesso alla via...
Calma, continuiamo ad avvicinarci e vedremo da vicino il da farsi:
Un traversino su neve ci porta sul lato destro del canalino, abbiamo già deciso che proveremo ad aggirare la neve sulla destra, stando su roccia:
L'idea si rivela giusta, senza eccessivi problemi raggiungiamo la prima sella, poi proseguiamo lungo il canalino-rampa che caratterizza tutta la prima parte della via:
Proseguiamo senza intoppi, la via ora è ok, il meteo top, il morale a mille:
Ogni canalino presenta un'uscita differente, spesso divertente, anche se la fa da padrone il brecciolino, piuttosto insidioso in molti tratti:
Alla nostra sinistra il lago e il bivacco, ormai lontani:
Quando la neve ci costringe a portarci a sinistra in cresta, in esposizione, tiriamo fuori la corda dal mio zaino e procediamo legati, per sicurezza:
Un altro bel passaggio, a una delle tante sellette:
A circa due terzi di salita, un altro nevaio ostruisce un traverso in
cengia, esposto: saliamo allora in cresta, a destra, e per
cresta proseguiamo, per ricongiungerci con la Normale dopo alcuni
gendarmi, sotto i risalti che conducono poi alla placca fessurata:
Una serie di passaggi di II+ ci conducono sotto la famosa placca fessurata (IV), che mi aveva respinto due anni fa:
Un nevaietto alla sua base non disturba, la sosta è ancora lì:
La salgo tenendomi sulla destra, dove trovo un chiodo da rinviare:
Esco in spaccata e raggiungo la sosta facendo qualche manovra, in quanto al corda da 40 m sdoppiata fa fatica ad arrivare:
Simo mi raggiunge poco dopo:
Sopra di noi l'ultimo tiro, una paretina con alcuni passi iniziali di III+:
La salgo, assicurato dall'attentissimo amico :-)
Pochi metri e le difficoltà diminuiscono, esco a sinistra, per emergere sul facile pianoro sommitale, raggiunto dal socio poco dopo:
I facili metri che conducono alla croce di vetta:
Il panorama verso sud-ovest, con la cresta che prosegue con il Parias Coupà e il Buc de Nubiera:
Croce di vetta e vista sull'Aiguille de Chambeyron (m 3.411), la cima sorella:
Il Lac des Neuf Couleurs:
Selfie in relax:
Scendiamo, tornando alla sosta poco sotto la vetta e facendo una prima doppia da 20 m lungo il canalino, che mi deposita a qualche metro dalla sosta successiva, ma su comoda cengia.
Mi segue l'amico:
Nessun problema coi recuperi corda dopo le doppie, poi iniziamo a disarrampicare a ritroso la via di salita:
Nessun problema in discesa, eccoci all'ultimo gendarme che segna l'inizio (la fine, per chi scende...) della via, con il lago e il bivacco laggiù:
Una pausa per sgranocchiare qualcosa, poi via lungo il piacevole sentiero, lasciandoci alle spalle le incredibili pareti calcaree che ci hanno fatto da sfondo per tutta la giornata:
Tornando verso il Colle dell'Asino, l'occhio cade inevitabilmente sul gruppo Castello-Provenzale:
Rocca e Torre Castello, spettacolo puro:
L'avventura di oggi si chiude qui, siamo all'alba di una grande estate...
Pochi metri e le difficoltà diminuiscono, esco a sinistra, per emergere sul facile pianoro sommitale, raggiunto dal socio poco dopo:
I facili metri che conducono alla croce di vetta:
Il panorama verso sud-ovest, con la cresta che prosegue con il Parias Coupà e il Buc de Nubiera:
Croce di vetta e vista sull'Aiguille de Chambeyron (m 3.411), la cima sorella:
Il Lac des Neuf Couleurs:
Selfie in relax:
Scendiamo, tornando alla sosta poco sotto la vetta e facendo una prima doppia da 20 m lungo il canalino, che mi deposita a qualche metro dalla sosta successiva, ma su comoda cengia.
Mi segue l'amico:
Una seconda calata dal 20 m mi deposita esattamente alla base della placca fessurata:
Simo scende a sua volta:Nessun problema coi recuperi corda dopo le doppie, poi iniziamo a disarrampicare a ritroso la via di salita:
Nessun problema in discesa, eccoci all'ultimo gendarme che segna l'inizio (la fine, per chi scende...) della via, con il lago e il bivacco laggiù:
Una pausa per sgranocchiare qualcosa, poi via lungo il piacevole sentiero, lasciandoci alle spalle le incredibili pareti calcaree che ci hanno fatto da sfondo per tutta la giornata:
Tornando verso il Colle dell'Asino, l'occhio cade inevitabilmente sul gruppo Castello-Provenzale:
Rocca e Torre Castello, spettacolo puro:
L'avventura di oggi si chiude qui, siamo all'alba di una grande estate...
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