mercoledì 9 agosto 2017

CIMA PAGANINI (m 3.051): Fino all'Ultimo Sole

Mercoledì 9 agosto 2017
Io e Simone

Si torna a scalare con Simo, si torna in Marittime.
Oggi abbiamo una meta particolare, talmente fuori dai soliti schemi che l'apritore della via mi parlerà addirittura di probabile prima ripetizione, a distanza di 23 anni dalla prima salita!
Andremo alla Cima Paganini (m 3.051) per scalare Fino all'Ultimo Sole (5a   D-   7L   300 m), con uscita in vetta lungo lo Spigolo S-O (III   AD   150 m).
Partenza 5,20 e via verso il Pian della Casa, previa colazione a Valdieri.
Saliamo il sentiero verso il Remondino col fresco, condizioni ottime, in poco più di un'ora ci siamo.
Poca gente in giro, quasi nessuno.
Passiamo sotto al rifugio e proseguiamo lungo le pietraie e la morena, giungendo in vista del Torrione Querzola (scalato pochi giorni fa) e (in secondo piano in foto, a sinistra) della Cima Paganini:
Proseguiamo ancora e, con un po' di sorpresa, giungiamo di fronte alla nostra parete proprio mentre una cordata attacca la via W le Donne.
La parete è ancora in ombra:
Fino a pochi metri di distanza dalla parete pare che il nevaio alla base quest'anno non ci sia, invece non è così, ma risulta molto basso e in parte nascosto dalla pietraia.
Optiamo per una breve manovra di aggiramento dall'alto, per ridiscendere all'attacco della via:
Ci leghiamo e ci siamo:
Parto io, traverso a sinistra e guadagno il centro della grande placconata, che salgo senza difficoltà (3b), fino a reperire uno spit rosso con moschettoncino in corrispondenza del diedro in alto a destra:
Rinforzo la sosta con un buon nut medio:
All'inizio diciamo che fa freschino, poi man mano che rimaniamo in ombra esposti al vento ammettiamo la verità: fa un freddo incredibile!
Faccio salire Simone:
Ci alterniamo al comando, Simo va avanti per il muro verticale che sovrasta la sosta (4a), rinviando uno spit verde dopo 5 o 6 metri, per poi proseguire portandosi vicino al diedro di destra e uscendo infine su placche appoggiate, fino a reperire lo spit di sosta:
Salgo a mia volta, con le mani gelate:
Passo avanti per il terzo tiro (5a), che presenta un tetto in partenza con un singolo movimento non banale, sprotetto e non proteggibile:
Segue una bella placca (spit verde), da salire in aderenza:
Subito dopo traverso leggermente a sinistra, uscendo in diagonale sullo spigoletto, per poi salire una placca verticale interessante (spit), prima di uscire su placche via via più facili ed abbattute, fino alla sosta con spit e chiodo:
Quarta lunghezza (3a): Simo si sposta in traverso a destra, per 40 m, fino a portarsi contro il grande diedro che sale fino in cresta:
Attrezza una sosta su spuntoni e mi recupera:
Vado avanti (3c) lungo la faccia sinistra del grande diedro, sostanzialmente in placca:

Trovo la quinta sosta, uno spit con cordone colorato che integro con un friend medio e da cui recupero l'amico:
La sosta:
Il sesto tiro (4c) ci fa un po' penare: Simo parte deciso, vaga un po' alla ricerca dei due fantomatici spit che dovrebbe trovare nel tiro, senza trovarli.
Rispettando però la descrizione, la linea è all'incirca quella giusta, senz'altro, salendo verso il centro del contrafforte che ci sovrasta:
Dopo un po' però si imbatte in un buon posto ove attrezzare una sosta e così fa, mentre salgo anch'io, chissà che non abbia fortuna e veda qualcosa...
Infatti, più in alto ecco che mi imbatto in uno spit, non molto distante da dove è salito il socio.
Lo raggiungo in sosta e proseguo dove ci sembra più logico, un pochino a destra, salgo pochi metri ed ecco il secondo spit, in piena placca!
Ancora alcuni metri lungo il pilastro arrotondato ed ecco la sosta ufficiale, con spit e chiodo (il cordone che li collegava è talmente marcio che lo devo tagliare ed eliminare, visto che oltretutto occupa tutto lo spazio negli anelli e non potrei passare un ulteriore cordino):
Simo mi raggiunge in sosta:
Vado avanti per la settima ed ultima lunghezza della via (5a): diritto lungo il pilastro, in placca articolata:

Molto bello, anche se la sosta descritta in relazione in realtà secondo me non c'è: ne attrezzo una su spuntoni, recupero l'amico e comincio a scrutare il cielo, sospettoso...
Quando ci riuniamo, proseguiamo lungo lo Spigolo Sud-Ovest (III   AD   150 m), con arrampicata divertente e con protezioni veloci:
Percorro i due tiri che saliamo letteralmente a razzo, viste le nuvole scure che paiono addensarsi sopra di noi:
In pochi minuti sono in cima, dove recupero le corde con estrema decisione:
Simo all'uscita della via, a pochi passi dalla vetta:
La vicina Cima di Nasta (m 3.108), teatro per me di molte scorrerie, anche recentissime:
La vetta:
Il Baus (m 3.067) in mezzo alle nuvole e alle folate di vento:
Scendiamo velocemente, anche se già tranquilli per essere usciti dalla parete, e in breve raggiungiamo per facili cenge (traccia e ometti) il Colle di Nasta, da cui ci volgiamo indietro alla nostra vetta:
Frattanto le nuvole se ne sono già andate, non pioverà.
Scendiamo il canale detritico che in una ventina di minuti ci riporta alla base della parete, dove recuperiamo i bastoncini e possiamo riposarci sgranocchiando qualcosa.
Da qui possiamo ripercorrere idealmente l'itinerario appena scalato, itinerario che ci ha divertiti, non difficile ma da ricercare quasi continuamente e quasi schiodato:


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