sabato 30 aprile 2016

SCOGLIO del LUP (m 1.600): Gemelle Randelle + Vento Nuovo

Sabato 30 aprile 2016
Io e Stefano


Dopo una settimana (lavorativa) di sole, ecco che puntualmente le previsioni suonano male per il week-end...
Domenica disastro, pioggia, freddo e neve in montagna fino a bassa quota.
Per sabato qualche speranza in più, ma poco di buono.
Io ci voglio provare lo stesso e Stefano risponde presente.
La scelta cade sullo Scoglio del Lup (m 1.600), nelle "nostre" Marittime, non volendo "rassegnarci" al Finalese a fine aprile...
Non partiamo presto, ci incontriamo a Borgo San Dalmazzo alle 8,45 e mezz'ora dopo parcheggio a Tetti Lup, da dove le pareti sono ben visibili:
Qualche nuvola, ma c'è il sole; le previsioni parlano di cielo parzialmente coperto e rischio temporale nel pomeriggio.
Ci prepariamo e saliamo alle vie, una ventina di minuti parlando del più e del meno col sempre interessante Stefano.
Scegliamo di osare, nonostante la probabile pioggia del pomeriggio optiamo per un concatenamento di vie: Gemelle Randelle (5b   D-   3L   125 m) sull'avancorpo e Vento Nuovo (6a   TD   6L   195 m) sulla struttura principale:
Sono circa le 10,00 quando attacco la prima lunghezza (5b):
Una serie di risalti, con qualche passaggio interessante:
La seconda lunghezza (5a) tocca a Stefano, prevalentemente in placca:
Chiudo le danze con il terzo tiro (5a), che ci porta in cima all'avancorpo, sotto un bel sole:
Un trasferimento a piedi di pochi minuti ci conduce alla base della struttura principale, solcata da diedri e tetti:
La via prescelta:
La roccia è magnifica!
Il sole tiene, solo alcune nuvole non preoccupanti.
Attacca Stefano il primo tiro (5c), prima su un muro tecnico, poi in placca:
Le soste sono tutte attrezzate a spit e anelli di calata:
Continuiamo a comando alternato ed eccoci al tiro chiave (6a), che mi propone una paretina in aderenza, la faccia destra del grande diedro che ci sovrasta, poi qualche metro sul filo di spigolo:
Subito prima di partire, foto ricordo della cordata:
Salgo la paretina (5c), poi percorro il filo di lama e mi porto sotto ad un muro strapiombante, che devo contornare dal basso, attraversando a sinistra al di sopra della cornice, in grande esposizione.
Con la richiodatura recente la via è ben protetta ed anche questa sezione non pone problemi o pericoli.
Con l'aiuto del Panic passo senza troppi problemi, poi con un ultimo passo verticale mi ribalto al di sopra del tetto, con un passaggio obbligato e con un po' di ghisa in corpo.
Al di sopra, inizia la lunga placconata che ci condurrà al torrione finale:
Stefano poco dopo appare al di sopra del tetto:
Stefano prosegue per la terza lunghezza (gradata 5c, ma entrambi troveremo il tiro più facile), prevalentemente in placca:
Il magnifico gneiss delle Marittime!
Mi preparo a salire il quarto tiro (dato 5b, ma con un breve passo di 5c+, secondo me), in diedro, poi su per muri verticali e fessurine:
Raggiungo l'aereo pulpito di sosta e assicuro l'amico:
Frattanto il cielo si è annuvolato, come ampiamente previsto.
Decidiamo che ormai puntiamo a chiudere la via, siamo disposti a fare la discesa sotto la pioggia!
Avanti con Stefano per la quinta lunghezza (passo intenso e delicato in partenza di 5c, poi più facile e sosta dopo soli 20 m):
Ora il tempo minaccia veramente...
In fretta parto per il sesto ed ultimo tiro (5c), prima con un bel diedro a destra della sosta, poi traversando a sinistra in parete all'altezza di un chiodo (in tutta la via 3 o 4 chiodi, oltre ai nuovi spit), dove posso ristabilirmi e tirare il fiato.
Da qui ancora a destra si innalza un diedro verticale, spittato sul lato destro, verso lo spigolo:
Quest'ultimo diedro mi fa sudare, anzi poco prima dell'uscita in sosta, complice anche la stanchezza, faccio di nuovo ricorso al Panic! Nella foto sopra si vede la fessurina che sale verticale al di sopra dello spit: al centro della fessura si trova anche un chiodo, dopo il quale c'è un passo delicato.
Alla fine ci sono e dalla sosta di uscita della via posso far salire Stefano:
Optiamo per la discesa in doppia, che iniziamo mentre cadono le prime gocce di pioggia...
In realtà siamo fortunati, il tempo regge.
Con 4 calate da S6, S5, S3 ed S2) siamo a terra; l'ultima calata è giusta giusta, con corde da 60 m.
La discesa per sentiero non pone problemi, arriviamo all'auto perfettamente asciutti e da lì possiamo ripercorrere con lo sguardo i 320 m e 9 tiri scalati:
Si chiude così una bellissima giornata, che regala quel senso di soddisfazione supplementare tipico di quando hai sgraffignato una salita contro le previsioni meteo.

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