Io e Simone
Chiudiamo la stagione 2015 con l'ennesima splendida scalata in alta montagna di questo pazzo "inverno"...
Io e Simone siamo ancora alla Rocca Castello (m 2.452), per salire la combinazione Spigolo Maria Grazia + Balzola (V D 8L 200 m).
Lungo l'avvicinamento, che effettuiamo dal parcheggio basso, tanto per non demolire l'auto per risparmiare qualche minuto a piedi, ci accompagna un sole radioso, fino a quando siamo in vista delle amate pareti.
Davanti a noi 3 ragazzi, diretti alla Normale della Rocca Provenzale.Lungo l'avvicinamento, che effettuiamo dal parcheggio basso, tanto per non demolire l'auto per risparmiare qualche minuto a piedi, ci accompagna un sole radioso, fino a quando siamo in vista delle amate pareti.
Verso le 9,45 siamo all'attacco della via, alla base dell'evidente spigolo sud-est della Rocca:
Purtroppo, proprio in quel mentre sopraggiungono nuvole piuttosto serie a coprire il sole, impedendo alla roccia di scaldarsi...
Ci prepariamo, Simone parte per primo per il primo tiro (IV+), lungo lo spigolo per una trentina di metri, prima di trovare una sosta e proseguire in traverso a destra, per doppiare lo spigolo:
Fa freddo, le mani sono gelate, le corde tirano molto, così Simone decide di tornare indietro qualche metro per sostare al primo ancoraggio incontrato, che conta anche un spit:
Quando è il mio turno, mi accorgo che non è facile salire in queste condizioni, con le mani insensibili:
Raggiungo Simo in sosta e mi becco una ribollita alle mani che da un lato mi fa contorcere dal dolore, dall'altro mi dice che torna la sensibilità alle mani e che si prosegue.
Simo sembra pensare "siamo proprio fuori, mentre tutto il mondo si prepara al cenone al caldo o sul divano"...
Non scherziamo, come sempre non c'è altro posto in cui vorrei essere, ora.
Dopo il punto della situazione, passo avanti nella cordata e si prosegue senza indugi ulteriori: traverso a destra e salgo il bellissimo secondo tiro (IV), verticale ma ben appigliato, appena al di là del filo di spigolo:
Poco dopo eccomi alla seconda sosta, su tre buoni chiodi (anche se belli datati) collegati da cordini:
Simone mi raggiunge poco dopo:Sopra di me il terzo tiro (V), caratterizzato dal tettino da superare verso destra:
Eccomi in azione, belle placche articolate in diagonale verso destra e molti chiodi da rinviare:
Poco dopo il tetto è superato, con addirittura ridondanza di chiodi (uno alla base del passaggio, uno appena al di sopra, che tra l'altro volendo rende azzerabile il passo):
Una serie di placche e un diedrino in diagonale verso sinistra mi conducono alla nicchia di sosta, a pochi metri dal filo dello spigolo:
Simone sale il tiro:L'ultimo passo, leggermente delicato, mentre un gruppo di escursionisti ci fotografa dal basso:
Resto davanti, quarta lunghezza (III+): traverso a sinistra in orizzontale per circa 6 metri, portandomi alla base di una fessura verticale molto appigliata; alle mie spalle, in foto, la Punta Figari:
ATTENZIONE: alla base della fessura verticale, posta proprio sul filo dello spigolo, si trova un chiodo giallo ad altezza dei fianchi; ebbene, appena lo tocco... mi resta in mano! Purtroppo non ho con me il martello oggi, così decido di rimetterlo in posizione ma segnalo l'assoluta necessità di ribatterlo ai ripetitori futuri.
In ogni caso, nessun problema per oggi: salgo facendone a meno:
All'uscita della fessura, poco meno di dieci metri più in alto, trovo un altro chiodo; segue un tratto semplice sul filo dello spigolo, quindi una serie di muretti prima della comodissima sosta su terrazzino, da cui recupero il socio:
Frattanto finalmente il sole riesce a fare capolino oltre la coltre di nubi e subito ci accorgiamo del suo beneficio.
Cambio al comando, Simone passa davanti e si diverte a piazzare qualche friend sugli speroni che ci condurranno al "Terrazzino Rabino", quello del mio incidente del 2006...
Una serie di divertenti passaggi di III+ e ci siamo:
Il terrazzino:
La croce della Rocca Provenzale:Arrivo anch'io al "mio" terrazzino:
A questo punto, proseguiamo lungo il diedrone di 70 m della via Balzola:
Vado avanti io sulle placche della faccia destra del diedro:
Dopo il cambio di direzione a sinistra, si passa sulla faccia sinistra, con passi in placca e in fessura.
Piazzo un friend medio-piccolo in uscita, poi raggiungo la sosta su 3 spit e catene e recupero l'amico:
Avanti, è piuttosto tardi ma almeno le nuvole ci hanno lasciati; purtroppo la via è andata in ombra, essendo esposta a est...
Scalo il secondo tiro del diedrone (IV+), settimo tiro della nostra via oggi, rimanendo vicino alla fessura di fondo e poi sulla faccia destra:
Questo tiro è sostanzialmente da proteggere, ma si pesta molto bene ad accogliere nut e friend.
Esco sulla terrazza sommitale, sotto al castello finale, che sale Simone (IV-):
Magnifica roccia lavorata:
Simone arriva in vetta, fa sosta alla croce e mi assicura; intanto io mi sono già portato sotto la paretina finale e sto ammirando la bellissima Placca Gedda, che conduce in cima alla Torre Castello:
L'idea per oggi era di salire anche quella via, ma data l'ora tarda e le giornate corte, è meglio rimandare.
Poco dopo, eccomi in vetta, per l'ennesima volta (credo sia l'ottava volta quest'anno, più una scalata alla Rocca Provenzale...):
E' magnifico essere finalmente investiti dai caldi raggi del sole; la vicinissima piatta vetta della Torre Castello:
Un selfie accecato dal sole:Autoscatto insieme:
Sgranocchiamo qualcosa, mando qualche sms agli amici, soprattutto a quelli che stanno lavorando, poi scriviamo due righe sul libro di vetta:
E' semplicemente incredibile essere quassù il 30 dicembre... Una stagione indimenticabile, culminata un mese fa con l'apertura della nuova Via dei Pupazzi proprio sulla mia parete preferita, la est della Castello...
Presto farà buio, meglio scendere.
Iniziamo le calate, che faremo lungo la Balzola, avendo lasciato un po' di roba alla base della via:
Siccome le giornate sono particolarmente brevi e dovendo tornare a casa non troppo tardi per un impegno... la Legge di Murphy si rivela la più infallibile in natura... Per la prima volta dopo n volte, la corda si incastra già ala prima calata, così mi tocca risalire in slego per liberarla...
Siamo alla famigerata seconda calata: questa volta per non avere problemi faccio calare l'amico, poi scendo alcuni metri, mi fermo e faccio scorrere il nodo di giunzione delle corde fino oltre il bordo roccioso, al di fuori di qualunque problema potenziale; poi mi calo velocemente.
Ebbene, niente da fare... le corde non scorrono per il recupero... evidentemente si sono infilate in una fessura ed esercitano pressione l'una sull'altra. Con una fatica incredibile, riesco a smuoverle, ma recuperare così 60 m sarà devastante.
Alla fine ce la faccio e a parte ancora un nodo a otto che si forma da solo nella terza calata, non avremo più problemi.
Ma intanto la visibilità verso Chiappera è questa, pochi istanti dopo aver toccato terra con l'ultima lunga calata:
Poco male, l'importante è portare le chiappe a terra, come si dice.
E' un po' tardi, ma ora i cellulari hanno segnale hanno quassù, così possiamo avvertire e scendere lungo il sentiero anche al buio senza problemi.
E' la chiusura di una grandiosa stagione alpinistica, speriamo la prossima sia altrettanto soddisfacente e divertente.
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