sabato 12 dicembre 2015

BRIC BALACORDA (m 2.228): Chiara

Sabato 12 dicembre 2015
Io e Paolino l'Alpino

In questo pazzo inverno 2015, incredibilmente riusciamo a regalarci l'ennesima scalata in montagna in condizioni perfette!
Partiamo con calma, l'obiettivo è di rimanere al sole, al caldo.
La destinazione è una via tipicamente estiva, che però quest'anno ci può stare anche a metà dicembre: la via Chiara (5c   TD-   7L   330 m) al Bric Balacorda (m 2.228), in Val Maira.
Il socio è Paolino, anzi è lui a proporre l'itinerario, che accetto subito con entusiasmo.
Nonostante le non perfette condizioni fisiche, un brutto raffreddore se non qualcosa di peggio, eccomi in pista: parcheggiamo a Preit, dopo aver incontrato preoccupanti segnali di freddo a fondovalle:
In realtà sappiamo che al sole staremo bene; non c'è vento, quindi tutto ok.
Dal parcheggio, i primi raggi di sole colpiscono la nostra montagna di oggi:
La via si delinea sulla sinistra, lungo lo sperone sud-est, ed attacca all'imbocco del canalone.
Saliamo senza sentiero, con una certa fatica data la pendenza, ma senza possibilità di errore, avendo sempre di fronte la meta:
Dopo 45' di salita (sembra vicinissimo da Preit, invece ci vogliono tutti...), il sole ci fa già sudare, altro che inverno...
L'attacco non è per nulla evidente: la relazione parla di cordino rosso, ma intanto il chiodo è ad almeno 8 m da terra e inoltre il cordino non è più rosso, ma bianco, molto poco visibile...
Si vedono però un paio di spit in alto e sapendo che qui non ci sono altre vie siamo tranquilli.
Ci leghiamo, parte Paolino per il primo tiro (5b), su diritto lungo placche articolate:

Sarà la partenza a freddo, ma io e l'Alpino ci troveremo concordi a fine via nel definire un passaggio a metà del primo tiro come il più impegnativo...
Tocca a me:
La prima sosta:
La seconda lunghezza (5b) mi vede davanti: una bella placca da scalare verso destra:
Mi porto verso lo spigolo destro, rinviando 3 spit:
Quindi doppio lo spigolo e salgo in opposizione un diedro-camino un po' terroso sul fondo, con protezioni un po' distanziate:
Con un traversino a destra, dopo aver rinviato uno spit, percorro un diedro-rampa ascendente da destra a sinistra, dove trovo un chiodo in partenza e di nuovo spit in uscita (gestire bene le corsem rischio tiraggio):
All'uscita su terreno più appoggiato non trovo la sosta, così proseguo verso l'alto e vado a sostare comodo piuttosto a destra, dove poco dopo mi raggiunge il socio:
La terza lunghezza (5c) propone un'arrampicata elegante e divertente in diedro-fessura, ottimamente protetta a spit:

In realtà il 5c mi pare un po' generoso, comunque la cosa importante è che la scalata e la roccia siano bellissime:
Paolino non è al top fisicamente, così mi chiede di restare davanti nei successivi due tiri meno impegnativi, io chiuderò i conti in alto.
Il quarto tiro (3c) sale un facile sperone, carino, poi la prima parte della parete che segue in placca:
Tocca a me:
Quinta lunghezza (5a), sempre in placca, molto articolata, fino a superare un tettino nel suo punto debole:
Torno davanti per le ultime due lunghezze.
La sesta (5c) non fa capire da che parte salire il muro che sovrasta la sosta... nessun chiodo o spit... così salgo diritto e vediamo cosa troverò:
Dopo una decina di metri intuisco che la direzione corretta è tutto a sinistra, così traverso in placca e mi porto alla base di uno spigolo verticale, dove rinvio il primo chiodo:
Salgo poi il muro che segue, con un paio di passi divertenti, fino alla splendida sosta su un aereo terrazzino sospeso:
Paolino mi segue:
La parte finale della via sembra molto divertente, sicuramente è molto estetica:
Salgo alcuni risalti, poi uno spigolo, prima di attaccare un diedro-camino completamente verticale, protetto da un paio di spit:
Con una serie di spaccate in opposizione esco dal diedro-camino, che alla fine si rivela meno ostico del previsto:
Pochi passi sempre più facili ed ecco la sosta dove finisce la via, in cima allo sperone:
Poco più tardi eccoci riuniti in cima per una bella foto insieme, al sole:
La via è stata molto divertente, nonostante il mio brutto raffreddore l'ho tenuta a bada senza affanni.
Di fronte a noi spunta la sagoma di Rocca La Meja (m 2.831):
La via di discesa è abbastanza agevole, aggiriamo a sinistra i roccioni sommitali e scendiamo lungo un canale erboso, piuttosto ripido (la foto non rende l'idea) ma ben agibile, in assenza di neve e ghiaccio:
Scendiamo ammirando i grandi gendarmi multicolore che caratterizzano il versante ovest della montagna, poi ci portiamo sulla traccia che scende facendo un largo giro a destra, fino ad una baita e poi su comodo sentiero fino alla carrozzabile.
Si chiude un'altra bella giornata in montagna.

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