Io e Paolino l'Alpino
Uscita domenicale, anche se breve.
Il programma prevede di salire un paio di vie al Torrione Carla (m 1.100), in zona Sbarua.
Splende un bel sole, ma la recente nevicata non ci assicura di poter arrampicare lì, data l'esposizione ad ovest del versante su cui sorgono questi torrioni di granito.
In effetti, pare che ci sia parecchia neve...
Intanto, per non perdere tempo con l'avvicinamento rischiando di farlo per nulla, cominciamo con l'attaccare la Torre del Talucco (m 1.100), di cui saliremo la via I Fiori di Yangon (5c 5L 110 m), anche se l'abbiamo già salita un paio di anni fa, così intanto il sole girerà un po'.
Il primo tiro (5a) tocca a Paolino, diversamente da come ci eravamo alternati due anni fa:
La seconda lunghezza (5b) presenta un passo delicato, quando, dopo un bellissimo diedro verticale, devo uscire a sinistra in placca:
Memore delle tribolazioni della volta scorsa (quando peraltro ero molto poco allenato, essendo di ritorno dalla salita del Kilimanjaro) e per non ripetere del tutto i passi già fatti in passato, apro una bella e breve variante diritto sopra di me, proteggendomi con due friend prima e, dopo un traversino a sinistra, con una fettuccia su albero, prima di salire il bel muro lavorato che mi condurrà in sosta.
La terza lunghezza (5c) è bella tosta, per lo meno in questo periodo di scarsa frequentazione delle pareti: Paolino traversa a sinistra, approccia la pala verticale che lo sormonta, quindi, tra difficoltà notevoli (che saranno replicate da me poco dopo...), riesce in qualche modo a venire a capo della paretina:
La terza lunghezza (5c) è bella tosta, per lo meno in questo periodo di scarsa frequentazione delle pareti: Paolino traversa a sinistra, approccia la pala verticale che lo sormonta, quindi, tra difficoltà notevoli (che saranno replicate da me poco dopo...), riesce in qualche modo a venire a capo della paretina:
Giunti alla sella in alto, possiamo gettare uno sguardo verso i nostri obiettivi originali di questa mattina: troppa neve, abbiamo fatto bene a non andare fin lassù; il rischio di colate d'acqua anche dove la roccia pare asciutta sarebbe stato concreto:
A questo punto, per non farmi mancare niente, decido per un'altra variante e salgo diritto sopra la sosta, seguendo qualche spit:
Dopo un breve strapiombo iniziale, salgo una bella placca, non banale, ma ad un certo punto mi ritrovo già tre metri oltre lo spit e mi accorgo che il prossimo dista almeno altri 6-7 metri, dovendo ancora affrontare una placca liscia ed un piccolo tetto...
Oggi va così... non ho alcuna voglia di ammazzarmi, così mollo un maillon e mi faccio calare:
Tornato sul terrazzino di sosta, proseguo a sinistra lungo la via originale: il quarto tiro (4c) è un po' particolare, esposto ed in traverso continuo:
Divertente, comunque:
Raggiungo una sella, oltre la quale si scende qualche metro, ma dove trovo una buona sosta con anellone di calata:
Paolino mi raggiunge:A questo punto, Paolino lamenta un forte dolore al piede.
Aggiungiamo il fatto che il diedro dell'ultimo tiro si presenta in parte bagnato (nonostante io provi a sostenere il contrario...) e che se tornassi a casa ora non consumerei tutto il bonus domenicale a disposizione, in una giornata in cui comunque stiamo combinando ben poco...
Ok, socio: si scende: un'unica lunga calata in doppia ci deposita alla base della parete, da cui, dopo un difficoltoso recupero delle corde, possiamo tornare all'auto:
Non certo una giornata trionfale, ma ci siamo comunque divertiti: alla prossima!
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