martedì 5 febbraio 2013

LASTONI DI DRO (m 300): Sole e Pioggia

Martedì 5 febbraio 2013

Io e Paolino l'Alpino

Giornata particolare, un po' folle, forse...
Devo recarmi per lavoro a Bolzano in mattinata: come già lo scorso anno, provo ad approfittarne per un'arrampicata infrasettimanale nel paradiso di Arco di Trento!
Paolino risponde presente e mi accompagna in trasferta: partiamo alle 4,20, guido a un "discreto ritmo" e, dopo una sosta per colazione dalle parti di Rovereto, alle 8,20 mi presento in anticipo sul luogo del lavoro!
Passiamo sotto al castello di Firmian di Messner, ma purtroppo non abbiamo il tempo di visitarlo: prima il lavoro, poi... preferiamo l'azione alla contemplazione!
Insomma, verso mezzogiorno siamo ad Arco, saltando completamente il pasto.
Cosa saliamo?
Non c'è il sole, come previsto, e la temperatura si mantiene sui 4-5°C.
Siccome è già pomeriggio, optiamo per una parete con avvicinamento breve e la scelta cade sui Lastoni di Dro (m 300), una grande placconata solcata da cannule e rigole scavate dalla pioggia nel calcare, parete che emerge dalla vegetazione e si caratterizza soprattutto per i tiri centrali:
Lascio la strada di fondovalle e mi inoltro praticamente tra i vigneti, chiediamo informazioni ad un gentile signore e parcheggiamo vicino alla parete; i vigneti sono letteralmente circondai dalle pareti calcaree, fantastico:
Mangiamo qualcosina mentre ci imbraghiamo e ci prepariamo:
Si va: il sentiero è abbastanza evidente, sale e dopo circa 10 minuti taglia a sinistra a mezza costa, sotto alla parete.
La via che abbiamo scelto è Sole e Pioggia (5b   9L   325 m), ovviamente scelgo la più lunga e la più impegnativa (relativamente parlando, infatti qui le ve non sono molto dure...):
Saliamo qualche metro fino ad emergere dalla boscaglia, raggiungendo il calcare pulito della parete:
L'inizio della placconata somiglia ad una bocca con fauci spalancate: 
Ci leghiamo, attacco io, che non sto più nella pelle...
Questa via me la sono proprio guadagnata, sveglia prima delle 4,00 e circa 600 km percorsi in auto!
Il primo tiro (5b) presenta alcuni metri facili, in cui ci si illude un po' di trovare "molle", per via della parete piuttosto appoggiata.
Dopo poco però la musica cambia, laddove la via piega decisamente a destra in traverso, con diversi passi abbastanza psicologici, data la distanza tra gli spit (sempre almeno 8-10 metri...).
Raggiungo la sosta, da collegare, e recupero Paolino, che ben presto mi ricorda che i traversi non sono la sua specialità:
La sosta:
La temperatura è fresca, ma con softshell e pile si sta bene.
Paolino mi ha quasi raggiunto:
Ci alterniamo e va avanti lui nel secondo tiro (4c); ora torniamo a sinistra per un lungo traverso in diagonale che ci impegnerà per tre tiri; in pratica, abbiamo compiuto uno zig-zag per evitare una fascia vegetata e seguire la roccia pulita:
Terza lunghezza (4c), vado ancora in diagonale verso sinistra, poi salgo su diritto... 
e sosto su una fantastica clessidra:
Paolino mi raggiunge:
E prosegue lungo il facile, brevissimo quarto tiro (3b), che sale diritto a "bucare" un'altra fascia vegetata, depositandoci alla base dell'enorme placconata che costituisce il cuore della via:
E' il quinto tiro (5b), magnifico: salgo sempre diritto lungo le canne d'organo scavate dall'acqua, con il giusto pepe messo dalla chiodatura piuttosto ariosa, 7-8 metri sul quinto grado:
A tratti ora sbuca anche il sole, mentre Paolino percorre a sua volta i 40 metri che ci separano: 
Passa avanti, il sesto tiro (5a) continua sulla stessa falsariga, bellissimo:
Eccolo in sosta:
Tocca a me, mi diverto un sacco:
E poi... l'arrampicata infrasettimanale ha un sapore tutto particolare!
Settima lunghezza (5a): ancora diritto lungo la placconata a rigole, che più in alto diventa più articolata e più semplice: 
In compenso, lo spit si allunga fino a 15 metri sul quarto grado...
Paolino sale:
Poi prosegue per l'ottava lunghezza (4a), che scova un'incredibile strada di calcare pulito circondato da vicino dalla vegetazione:
Salendo mi sento come una rompighiaccio che si fa largo tra la banchisa...
Giunti in sosta, vado avanti: nono tiro (5a), traverso a sinistra e supero il breve strapiombo molto appigliato...
...poi ancora in diagonale a sinistra a reperire una bellissima placca a buchi e clessidre:
che in breve mi conduce all'ultima sosta, in cima alla placconata rocciosa:
La discesa non è così immediata da scovare... seguiamo una vaga traccia per un po', poi pian piano diviene più evidente, seppure molto scomoda.
Dopo circa 25' siamo alla base e dall'auto ci riposiamo e mangiamo qualcosina al sole:
Quando ci allontaniamo, lanciamo le ultime occhiate alla parete:

Verso sud, le famose pareti di Arco ed il castello arroccato in alto:
Il tracciato della nostra via: 
Prima di tornare verso l'autostrada, vado a girarmi di fronte alle immense pareti del Monte Brento (m 1.545), dove corrono splendide vie di oltre 1.000 m:


OK, per oggi è tutto, mancano solamente 400 km al ritorno a casa... 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima relazione, ottime foto, mi sembrava di esserci anch'io!

Anonimo ha detto...

Bravo per la descrizione dettagliata. È bello leggere relazioni di vie così come hai fatto te.... Fossero tutti così