sabato 12 maggio 2012

ROCCA CASTELLO (m 2.452): Spigolo Maria Grazia

























Sabato 12 maggio 2012

Io, Renato e Paolino l'Alpino

Grandiosa giornata, finalmente si scala in montagna, quella vera!
Alla fine riesco a convincere tutti: si torna in Castello, facciamo l'esordio stagionale.
Con me, Manu, Paolino l'Alpino, Renato e Bruno.
Io voglio scalare lo Spigolo Maria Grazia (V   D   8L   240 m) sulla Rocca Castello (m 2.452), via che ho già salito sei anni fa, dove avevo avuto l'incidente, ma l'avevo salita solo da secondo...
Partenza presto, alle 5,00, visto che come al solito le previsioni danno rischio pioggia nel pomeriggio e tutti noi sappiamo bene che non è carino trovarsi sulla Castello con la pioggia...
Lo zero termico in compenso è altissimo, a quasi 4.000 m.
Due settimane fa il gestore del rifugio mi aveva detto che c'erano ancora chiazze di neve lungo l'avvicinamento dalle grange superiori: bene, ormai sarà scomparsa praticamente del tutto!
OK, saliamo in alto con la macchina.
Quando parcheggiamo, però, vediamo che le cose stanno un po' diversamente:
Ovviamente non sarà un po' di neve a fermarci: con il caldo che fa, sarà sicuramente molle, quindi molta fatica, ma nessun rischio.
Infatti così è: saliamo e dopo circa un'oretta siamo a destinazione:

Ancora una volta, eccomi al cospetto di una delle mie montagne preferite; la parete è in condizioni perfette e non c'è nessuno in giro.
Sono le 9,30.
Dopo un po' arrivano anche Manu e Renato.
Io, Rena e Paolino l'Alpino ci dirigiamo verso l'attacco dello Spigolo Maria Grazia, il sud-est della Rocca, magnifico ed elegante:
Ci prepariamo e ci leghiamo; già all'attacco della via domina la verticalità: non troviamo un solo metro quadrato per poterci preparare rimanendo in equilibrio!
Troppa voglia: vado avanti io, Paolino mi fa sicura.
Il primo tiro (IV) è subito interessante: un kuretto, poi un tratto semplice,
quindi un bel diedro-camino conduce in una nicchia, dove trovo la sosta, dopo aver integrato con un buon friend.
Recupero i compagni:
Anche Renato raggiunge la sosta; sosta attrezzata con uno spit ed un chiodo, collegati da cordoni, con tanto di anello di calata:
Proseguo lungo il secondo tiro (IV+), che propone subito un passaggio delicato in placca sulla faccia sinistra del diedro che ci sormonta:
Il passaggio è protetto da uno spit, anche se la piastrina si muove in maniera preoccupante:
Mi innalzo lungo il diedro, rinviando un chiodo più in alto, quindi esco a destra e doppio lo spigolo, come da relazione, dove incontro una sosta con due vecchi chiodi da collegare. Mi fermo e recupero i compagni:
La sosta...
In alto, mi aspetta uno dei passi chiave della via, il superamento del tetto e la placca che segue (5b).
Quando riparto, dopo pochi movimenti mi accorgo che c'è una sosta con chiodi e spit poco sopra, per cui decido di raggiungerla e recuperare gli amici, anche se perdiamo un po' di tempo:
Dopo di che proseguo, in diagonale verso destra, muovendomi su roccia magnifica e trovando molti più chiodi del previsto.
Raggiungo il tetto, anch'esso ben protetto da due chiodi ravvicinati, che supero senza difficoltà sul lato destro; quindi traverso in leggera diagonale a sinistra, su splendide placche compatte, fino alla sosta prossima al filo dello spigolo.
Mentre faccio salire Paolino e Rena, alla mia destra Manu sulla Balzola:
I compagni mi raggiungono, mentre un'altra cordata ci segue sulla via:
Il tempo è buono, la temperatura eccezionalmente elevata per essere ai primi di maggio: abbiamo scelto bene!
Attacco la quarta lunghezza (III+), sempre più entusiasta: mi sposto qualche passo a sinistra, trovo un chiodo e salgo diritto le bellissime placche, con la Punta Figari alla mia sinistra:
Supero il muro verticale soprastante grazie ad una buona fessura, quindi risalgo lo spigolo per diedri ora decisamente più facili.
Quando arrivo in sosta, vengo raggiunto da un tipo che se la cava decisamente bene... ebbene, faccio così la conoscenza del leggendario Sergio Savio, protagonista di imprese incredibili soprattutto su queste pareti, exploit che avevano lasciato senza parole il gotha dell'arrampicata, a partire da Manolo...
Mentre parliamo in sosta, mi raggiunge Renato:
Attacco il quinto tiro (IV+), sempre lungo il filo dello spigolo:
L'arrampicata si mantiene molto divertente:
L'uscita del tiro, che raggiungo con molto sforzo a causa dell'attrito delle corde:
Raggiungo così il terrazzino di sosta in comune con la Balzola, che ben conosco... anzi, da qualche anno lo chiamo il Terrazzino Rabino, essendomici schiantato nel 2006 dopo il volo di 15 m risalendo la doppia incastrata...
Raggiunto dai compagni, incontriamo Manu e Bruno in sosta.
Ripartiamo tutti: Manu sale la Balzola, mentre in alto il grande Savio sale lungo la Variante Motti:
La nostra cordata, invece, si dà il cambio al comando: passa avanti Renato, pieno di entusiasmo.
La sesta lunghezza (5b) propone una magnifica fessura con la quale salire il muro verticale che sormonta la sosta:
Alla mia sinistra, la Punta Figari ( m 2.345) e, in secondo piano, la Rocca Provenzale (m 2.402), mentre qualche nuvola comincia a solcare il cielo:
Segue una placca tecnica, al di sotto di un tetto curvo verso sinistra, dove si trovano chiodi e un paio di friends incastrati:
E' uno dei tratti più belli della via e la roccia è sempre splendida:
Dopo una quindicina di metri nuovamente sul filo dello spigolo sud-est, raggiungo il terrazzino di sosta, seguito da Paolino.
Rena è già pronto per proseguire: il settimo tiro (V) sarà laborioso...
La relazione parla di III+, in realtà per noi non sarà così: Rena attacca lo spigolo e scompare alla nostra vista:
Dopo un po' lo sentiamo lamentarsi del tiraggio delle corde...
Con un po' di apprensione lo sento domandarmi se deve raggiungere la forcella con la Torre Castello, alla base della Placca Gedda, che riprendo in foto e che ho salito lo scorso anno:
Gli urlo di no, che non deve assolutamente andare così tanto a sinistra... in ogni caso, dopo un po' capiamo che ha fatto sosta e possiamo salire.
Intanto inizia a cadere qualche goccia di pioggia e la cosa ci allarma un po', sapendo che la quarzite diventa presto inscalabile, se bagnata...
Ma fortunatamente è solo un avvertimento; in ogni caso il tiro non è assolutamente facile e comunque Renato qualche via l'ha seguita, avendo rinviato qualche chiodo qua e là; certamente, non è III+.
Rena ha fatto sosta su un solido spuntone e da qui lo assicuriamo mentre scala il castello finale della montagna, che ormai ho già percorso più volte.
E' l'ottavo tiro (IV), sempre molto divertente:

Poco dopo siamo tutti in vetta, anche se Manu e Bruno hanno appena iniziato le calate.
La piatta sommità della vicina Torre Castello (m 2.448):
Autoscatto di vetta, poi via con le doppie lungo la nuova via diretta King Line, in 4 calate:
Durante la prima calata inizia a piovere, ma alla fine scenderanno poche gocce, non ci bagneremo.
La paretevista dal basso, con Paolino appena a terra e Rena ancora all'ultima sosta:
Risaliamo al Colle Greguri, da cui posso ammirare ancora una volta le mitiche pareti est del gruppo:
Torna il sole, mentre ci avviamo lungo il sentiero di ritorno, dove la neve ha smollato parecchio:
Magnifica visione...

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