sabato 10 marzo 2012

MONTE CHARVATTON (m 1.787): Tommy


Sabato 10 marzo 2012

Io, Manu e Renato

Oggi faccio la conoscenza del mitico Renato, in una giornata all'insegna del divertimento e dell'arrampicata magnifica offerta dalla roccia perfetta del Monte Charvatton (m 1.787).
Da tempo frequentiamo la Valle di Champorcher, ma non ci siamo mai avvicinati al Charvatton; stavolta ci siamo, ho una voglia matta di arrampicare e la cumpa è presto fatta: Manu c'è e si aggiunge anche Renato, di cui faccio la conoscenza.
L'alternativa per me sarebbe stata un'arrampicata solitaria in Val Susa, a Rocca Sella.
Propongo di scalare la via Tommy (6c/A0 TD+ 14L 600 m).
Lungo il viaggio si parla del più e del meno, come sempre; a Pontboset, frazione Terrisse, parcheggiamo e ci prepariamo, mentre io azzanno il primo panino al salame.
L'avvicinamento è piuttosto ripido, ma breve (20 minuti) ed ottimamente attrezzato con gradini di legno, scalette e corrimano in ferro.
La temperatura è fresca, ma si sta bene, niente pile.
Ci leghiamo ed attacchiamo verso le 10,45, quando il sole sta riscaldando per bene la parete.
Manu va avanti nei primi tiri: purtroppo so già che non riusciremo a salire tutta la via, per via di un mio impegno e per il fatto di essere una cordata da tre.
La parete inizia abbattuta, poi si raddrizza.
Prima placca facile (4c), poi parete verticale lungo una magnifica fessura, quindi un traverso delicato a destra (5c).
In realtà Manu manca la sosta, così ravaniamo un po', con ridiscesa su rinvio, ecc.
Secondo tiro: Manu sale uno speroncino, poi su dritto in placca, fin sotto ad uno strapiombo da contornare a destra in aderenza (6a+), poi più facilmente in sosta:
Renato, personaggio:
Terza lunghezza: qui arrivano i problemi...
La via supera uno strapiombo liscio come un vetro, assolutamente improponibile in libera...
Manu si avvicina guardingo:
Stupiti dal fatto che la chiodatura non segua il diedro sulla destra, apparentemente più fattibile, ci prepariamo a ravanare...
Manu ha salito diversi 6b+ finalesi, ultimamente, e mentre studia i passaggi annuncia senza dubbio che non si tratta assolutamente di 6b...
OK, si sale in artificiale, azzerando il tiro.
Non senza una certa fatica, ci alterniamo a tirare rinvii:
Quarto tiro (5c): una bella placca verticale, poi una serie di muri a vaschette, sempre su roccia spettacolare e con chiodatura plaisir:
Finalmente una sosta comoda: una bevuta in tranquillità, poi si riparte per la quinta lunghezza (5c), magnifica e divertente, sempre su placca verticale, in aderenza, con buchi erosi dall'acqua e vaschette da utilizzare in aderenza:
Ci portiamo alla base di un lunghissimo muro lavorato; passo in testa io e salgo il sesto tiro (6a):
Prima lungo divertenti fessure e buchi, poi in verticale in aderenza, con l'ultimo tratto in diagonale verso sinistra, fino alla sosta.
Recupero i compari, mentre Renato comincia a denunciare in maniera piuttosto colorita un dolore ai piedi, imprecando contro la placca:
Tra una battuta e l'altra, si prosegue: attacco il settimo tiro (5c), lasciando in sosta i due ceffi che mi assicurano:
Ancora una lunghezza molto divertente, in placca, poi superando uno strapiombo, quindi in sosta:
Recupero i soci, che solcano il mare di gneiss granitico che ci separa:
Sopra di noi, la via si abbatte per un tiro, raggiungendo la grande cengia centrale:
Mentre i soci mi raggiungono, a malincuore devo annunciare che, essendo le 15, è tempo di scendere:
Manu è d'accordo, Renato pure.
Buttiamo le doppie ed iniziamo la serie di calate:

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