domenica 13 novembre 2011

CIMA SEBOLET (m 3.023): Normale invernale


Sabato 12 novembre 2011


Io, Bruno e Paolino l'Alpino


Ho organizzato la mia scalata solitaria al Kilimanjaro (m 5.895), il Tetto d'Africa!!!
Significa che dovrò salire e scendere in 6 giorni oltre 4.000 m di dislivello e percorrere circa 96 km a piedi... Meglio prepararsi a dovere!

Comincio oggi, con una bella scensione su neve in quota, con partenza dal Rifugio Melezé (m 1.812); siamo in tre: io salirò con le racchette da neve, Bruno con racchette in salita e tavola in discesa e Paolino con gli sci.

Il meteo dice poco nuvoloso: in realtà, per strada becchiamo anche qualche goccia di pioggia, ma salendo in quota il cielo si apre... Quando arriviamo a Bellino, non c'è una nuvola!
Visto che Gulliver è ormai la cassa di risonanza di tutte le uscite in montagna, specie quelle su neve, dove contano molto le info su condizioni e tracce battute, qui c'è il mondo intero!
Parcheggiamo e ci prepariamo, trovando neve già dalla macchina.

La temperatura segna -2°C e sono nel 8,45 quando partiamo.

Saliamo lungo i tornanti del primo risalto, con destinazione Rocca La Marchisa (m 3.071), visto che sappiamo essere tracciata ed in buone condizioni. Purtroppo ci sono già stato... e non mi piace molto ripetermi... Ma tant'è: ho voglia di divertirmi respirando l'alta quota ed ho bisogno di allenarmi in vista della grande salita africana alla mia prima Seven Summits!

Il panorama è subito da fiaba e colpisce la vista l'inconfondibile sagoma calcarea della Rocca Senghi:

Ora abbiamo raggiunto l'inizio del lungo pianoro ed alla nostra sinistra ecco apparire il Monviso (m 3.841):

Saliamo bene, senza troppa fatica, anche grazie alla traccia autostradale che troviamo già fatta; Bruno davanti a me, preceduto da Paolino:

La parete nord della Marchisa ed i magnifici pendii immacolati:

Impossibile non fare foto a raffica...

Crema solare? Ma no, oggi niente, un po' di colorito farà bene.

Paolino rimane un po' indietro, nel gioco del vesti-svesti; il Monviso dietro, veglia su di noi:

Arriviamo ad una biforcazione della traccia: decidiamo subito di abbandonare la Marchisa, dove siamo già stati tutti e tre, per puntare al ripido canale che porta verso la Cima Sebolet (m 3.023), per noi vergine:

Il pendio si fa subito bello ripido, fino a 40°, ma la traccia è ottima:

Sbuchiamo in cresta e volgiamo a destra per seguire il filo del crinale, fino alla vetta:

Magnifico, non una nuvola!

Alle 11,20 siamo in cima:

Alle mie spalle, Rocca La Marchisa (m 3.071):

Bruno deve rientrare presto, quindi scende subito: inforca la tavola e parte deciso:

Eccolo lungo al cresta:

Il monte Chersogno (m 3.026):

Dettaglio della Marchisa, con molta gente in salita lungo il pendio ovest:

Il Monviso domina, come sempre:

Gli Chambeyron, a nord-ovest:


La severa parete nord dell'Oronaye (m 3.100):

Verso le 13,00 scendiamo: Paolino pennella le sue curve:


mentre io ravano non poco, visto che gli sciatori hanno cancellato la traccia di salita...


Ovviamente sono l'unico che sale e scende con le racchette...

Scesi al pianoro, ci volgiamo ad osservare la "nostra" vetta:

A destra, invece, il Pelvo d'Elva (m 3.064), montagna magnifica

Paolino in un mare di neve:

Anch'io:


Alle mie spalle, l'ultima vista della grande parete nord di Rocca La Marchisa:


Torniamo a valle: a destra, il Monte Salza (m 3.326); alla sua sinistra, il Mongioia (m 3.340):

Da ultima, la bellissima Rocca Senghi, una gemma dolomitica incastonata nelle Alpi Occidentali:

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