Giovedì 19 agosto 2010
Io e Paolino l'Alpino
Bella giornata in montagna, anche se la via mi ha un pochino deluso...
Le previsioni sono ottime, così io e Paolino partiamo alla volta di Bagni di Vinadio, in Valle Stura; da qui, saliamo a piedi al Rifugio De Alexandris-Foches al Laus (m 1.910), detto Rifugio Laus, in circa 40'.
Pochissimi minuti dopo, eccoci affacciati sul lago di San Bernolfo e sulla parete sud-ovest dell'Avancorpo della Testa del Vallonetto (m 2.482):
A differenza dello scorso ottobre, stavolta dobbiamo aggirare il lago e salire per un'altra mezzoretta fino alle placche in alto a destra sulla parete: il nostro obiettivo è infatti la via Petite Martine (5c 5L 190 m).
Pochissimi minuti dopo, eccoci affacciati sul lago di San Bernolfo e sulla parete sud-ovest dell'Avancorpo della Testa del Vallonetto (m 2.482):
A differenza dello scorso ottobre, stavolta dobbiamo aggirare il lago e salire per un'altra mezzoretta fino alle placche in alto a destra sulla parete: il nostro obiettivo è infatti la via Petite Martine (5c 5L 190 m).
Attacchiamo, parto io: sono sincero, abbiamo un po' sottovalutato la via, mentre invece richiede un certo impegno. Il primo tiro è molto lungo, quasi 50 m, sempre in placca, purtroppo inframezzata da qualche arbusto e ciuffo d'erba; la difficoltà (5b) e la chiodatura richiedono attenzione:
Siamo ancora in ombra e fa freschino. Eccomi impegnato sulle placconate di gneiss del primo tiro:
Paolino mi segue: anche lui capisce subito che non sarà una passeggiata da mani in saccoccia...
Le soste sono ottime, completamente attrezzate:
Paolino prosegue lungo il secondo tiro (5c), superando quasi subito una placca liscia, in aderenza:
La terza lunghezza (5b), vista dalla seconda sosta lascia intuire un facile sviluppo su placche appoggiate: invece, dopo essermi innalzato lungo un muretto verticale ben appigliato, devo affrontare un'altra lunga placca tutt'altro che banale, ma molto divertente. Paolino mi raggiunge in sosta:
Ora la placca termina al di sotto di risalti verticali che sbarrano la strada in ogni direzione; gli apritori risolvono il problema andando a prendere un muro diritto sulla destra, che ci porterà sul filo dello spigolo e da lì in cima allo sperone.
Siamo ancora in ombra e fa freschino. Eccomi impegnato sulle placconate di gneiss del primo tiro:
Paolino mi segue: anche lui capisce subito che non sarà una passeggiata da mani in saccoccia...
Le soste sono ottime, completamente attrezzate:
Paolino prosegue lungo il secondo tiro (5c), superando quasi subito una placca liscia, in aderenza:
La terza lunghezza (5b), vista dalla seconda sosta lascia intuire un facile sviluppo su placche appoggiate: invece, dopo essermi innalzato lungo un muretto verticale ben appigliato, devo affrontare un'altra lunga placca tutt'altro che banale, ma molto divertente. Paolino mi raggiunge in sosta:
Ora la placca termina al di sotto di risalti verticali che sbarrano la strada in ogni direzione; gli apritori risolvono il problema andando a prendere un muro diritto sulla destra, che ci porterà sul filo dello spigolo e da lì in cima allo sperone.
Paolino impegnato in posizione decisamente aerea:
Sul filo dello spigolo:
Il tiro è entusiasmante: salgo a mia volta, giungo sullo spigolo e sono quasi in sosta:
Parto quindi per la qunita ed ultima lunghezza (4): un leggero traverso a destra, poi su dritto lungo diedri e camini, sempre più articolati, fino a sbucare in cima con facili passaggi, dove ritrovo Paolino poco dopo:
L'ultima sosta è un cordone attorno ad un masso:
Il Lago di San Bernolfo visto dalla sommità:
Purtroppo ho solo le scarpette da arrampicata, e per di più quelle più strette, per cui trovo decisamente doloroso discendere alcune decine di metri camminando per andare a reperire l'uscita della via Luna (5b 4L 150 m), lungo cui ci caleremo.
Sul filo dello spigolo:
Il tiro è entusiasmante: salgo a mia volta, giungo sullo spigolo e sono quasi in sosta:
Parto quindi per la qunita ed ultima lunghezza (4): un leggero traverso a destra, poi su dritto lungo diedri e camini, sempre più articolati, fino a sbucare in cima con facili passaggi, dove ritrovo Paolino poco dopo:
L'ultima sosta è un cordone attorno ad un masso:
Il Lago di San Bernolfo visto dalla sommità:
Purtroppo ho solo le scarpette da arrampicata, e per di più quelle più strette, per cui trovo decisamente doloroso discendere alcune decine di metri camminando per andare a reperire l'uscita della via Luna (5b 4L 150 m), lungo cui ci caleremo.
Con due sole calate raggiungiamo giusti giusti la base della parete, dove ritroviamo gli zaini:
Mangiamo e beviamo qualcosa, recuperiamo le corde senza intoppi, dopo di che ridiscendiamo al lago, che intanto si è popolato all'inverosimile di gente e di ragazzi:
paolino ha un impegno nel tardo pomeriggio, quindi torniamo alla macchina, non prima di aver rivolto un ultimo sguardo alla parete ed alla linea appena scalata:
Mangiamo e beviamo qualcosa, recuperiamo le corde senza intoppi, dopo di che ridiscendiamo al lago, che intanto si è popolato all'inverosimile di gente e di ragazzi:
paolino ha un impegno nel tardo pomeriggio, quindi torniamo alla macchina, non prima di aver rivolto un ultimo sguardo alla parete ed alla linea appena scalata:
Nel complesso, ci siamo divertiti, ma la via presenta qualche ciuffo d'erba di troppo.
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