Sabato 19 giugno 2010
Giornata strana...
Meteo disastroso, ovunque.
Il venerdì io butto lì anche l'ipotesi di andare comunque in montagna e decidere all'attacco della via se il meteo consenta oppure no.
Alla fine optiamo per restare a fondovalle, andiamo a Rocca Penna (m 730), in bassa Val Susa: siamo io, Paolino l'Alpino e Wil.
Parcheggiamo a Borgone ed ecco la nostra meta:
Dopo una ventina di minuti di avvicinamento, eccoci all'attacco dello Spigolo Vareno (5+ 3L 130 m):
Stanotte è piovuto molto, ma le pareti sono in gran parte asciutte.
Paolino, visto che siamo comunque in due, si defila, sentendosi indebolito dagli antibiotici; ci guarderà dal basso.
Ci leghiamo e parte Wil: il primo tiro è dato 4+, ma qui pare che le gradazioni non siano affatto generose...
Secondo tiro (5+): vado avanti io, la roccia pare un po' migliore rispetto alla parte bassa (gneiss granitoide):
Mi infilo lungo una fessura, salendo faticosamente in dulfer fino ad un tratto con lama da tenere che si fa più larga ed arrotondata, meno netta e con protezione decisamente distanziata; il passo è piuttosto aleatorio, ci studio su un bel po', poi decido che non ho voglia di rischiare il volo e facciamo dietro-front...
Scendiamo, il meteo tiene bene ed io comincio a recriminare ed a pensare che forse avremmo potuto tentare la fortuna in montagna...
La via salita fino a metà:
Ci spostiamo alla falesia della Cava di Borgone, a piedi: un muro impressionante, il residuo di una vecchia cava di gneiss granitoide, lisciato dal teglio netto della coltivazione della cava:
Non avendo alcuna confidenza con la roccia del posto, ci lanciamo lungo la via più abbordabile, la Via Centrale (5b 3L 100 m), ubicata al centro del paretone:
Ci leghiamo e parte ancora Wil lungo il primo tiro (4c), salendo senza problemi su una roccia che comunque non dà alcuna buona sensazione di tenuta del piede e di grip:
La chiodatura e le soste sono ottime, datate ottobre 2009.
Attacco la seconda lunghezza (5b), un diedro povero di prese e con appoggi aleatori, molto breve, e raggiungo una sosta più datata, su comodo ed ampio terrazzino. Wil mi segue, sotto un sole che mi fa imprecare contro le previsioni:
Proseguo lungo il terzo tiro (5b), imbattendomi subito in un reperto d'epoca, splendido:
Risalgo poi una lama staccata, facendo un bel run-out, poi rinvio un fittone nuovo nuovo al centro della placca finale, verticale, bellissima, da cui esco spostandomi ancora nel diedro:
Alla mia sinistra, la bella parete, nella sua parte sommitale:
In uscita dal diedro, pochi metri di placca abbattuta mi conducono in sosta.
Wil mi segue senza indugi:
La cima:
Due bellissime calate in doppia, molto aeree, ci depositano alla base della parete.
Arrivato a casa, leggerò con disappunto che il meteo ha premiato i temerari che non hanno dato ascolto ai gufi delle previsioni...
1 commento:
Peccato che non abbiate potuto finire la via di Rocca Penna e magari andare su quella del diedro (la num. 7 della relazione se non erro), e` veramente piacevole.
Ciao
R.
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