sabato 13 febbraio 2010

ROCCA dell'AIA (m 680): Cresta Sud-Est


Sabato 13 febbraio 2010




Io, Wil, Sabrina e Max

Giornata a dir poco pazza...
Ritrovo al casello di Asti Est, dove scopriamo non esserci un parcheggio, per cui mi esibisco subito in una splendida inversione a U di fronte al casello...
Wil abbandona la macchina da qualche parte nei paesi vicini e finalmente partiamo alla volta di Genova.
La nostra meta sono le Rocche di Prou Ballou (m 570), dove il meteo ci fa sperare in un'unica possibilità arrampicatoria: la via Gino Musso (V D- 170 m).
Dopo l'autostrada e soprattutto dopo la tortuosa e pericolosissima stradina di avvicinamento, ecco il panorama che ci mostra la triste realtà:

Il versante sud-est è innevato, per cui non ci sono speranze di poter arrampicare a nord-est...
Dopo aver percorso metà del sentiero di avvicinamento, torniamo indietro, proprio mentre si avvicina un temporale dal mare, che mezz'ora più tardi ci rovescia addosso (ma siamo già in auto...) acqua e grandine!
Wil è vincolato dall'orario: deve tornare a Torino per le 18,00...
Decidiamo di tentare comunque di fare qualcosa, così attraversiamo tutta la Liguria in auto alla volta della Rocca dell'Aia (m 680), dove confidiamo nell'esposizione a sud delle vie.
Come accade spesso da queste parti, in riva al mare splende il sole, mentre quassù, seppur poco distante, regna il grigio:

Ci avviciniamo, dopo qualche passaggio automobilistico in sabbie mobili, e raggiungiamo velocemente la base della Cresta Sud-Est (4b 150 m) della rocca.
Una foto ai miei compagni di oggi:

Siccome la via è breve, stavolta attacchiamo la cresta dal basso, iniziando con la parte semplice, una cinquantina di metri che percorriamo in conserva:

La roccia è ottima, ma, ahimé, molto fredda:

Lungo la cresta:



Come anticipato, la situazione rimane questa: sole un po' ovunque, nuvole e freddo solo qui da noi!

Wil attacca il muro verticale:

Io lo assicuro:

Poi tocca a me, mentre Max mi segue:



Cielo plumbeo, temperatura bassa:

Raggiungo Wil in sosta, poi salgo il diedro-rampa che mi conduce facilmente alla sosta successiva, all'altezza di una grossa lama staccata, dopo aver rinviato un bellissimo vecchio chiodo:

Lascio a Wil l'ultimo tiro ed il piacere di sbucare in cima, visto che ci sono già stato altre volte: aggira uno spigolo e decide di sostare alla base del grande diedro-camino sotto la vetta.
Lo raggiungo e lo assicuro da lì: si innalza sulla sinistra, poi si blocca sotto la grande lama staccata che lo caratterizza; il passaggio non è facile e le mani assiderate non lo assistono, così torna giù e fa provare me.
A mia volta risalgo fin sotto la lama staccata, studio un po' il da farsi ed abbozzo un paio di idee, ma anch'io ho le mani congelate e decido di non fidarmi della presa che mi permettono; essendo anche in ritardo, lascio un anello di calata e scendo.

Con una doppia Wil è a terra, dove i nostri amici sono già tornati giù, per lo stesso problema alle mani...

Do un ultimo sguardo allo strapiombo salito un paio di volte lungo la Variante Diretta (5b), poi ragiungo gli altri e ci lanciamo al galoppo sul sentiero alla volta di casa.
Faremo ancora molta strada: Loano - Savona - Mondovì - Alba - Asti Est, da dove Wil ripartirà a tutta velocità per arrivare disperatamente all'appuntamento con un ritardo non troppo inaccettabile...

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