Venerdì 4 settembre 2020
Io e Alberto
Ad Ailefroide torno sempre volentieri.
Siccome manco da un bel po', oggi l'idea è proprio di andarci a fare un giro, in compagnia di Alberto, sempre entusiasta.
Appuntamento alle 6 all'imbocco della Val Susa, poi via lungo la strada che le mie auto conoscono a memoria... al parcheggio ad Ailefroide la temperatura è fresca, 8°C... ma so bene che le cose cambieranno molto presto.
L'obiettivo odierno è una via recente al settore Alcool, la via Alambic (6a 9L 250 m), griffata JMC.
L'occasione sarà utile per rendere un omaggio e un saluto al grande Jean Michel Cambon, che ci ha lasciati a marzo di quest'anno facendo quel che ha sempre amato fare, chiodare nuove vie; lui è sempre stato il cuore pulsante di Ailefroide, colui che in pratica l'ha creata...
Proseguiamo 1.100 m oltre il ponte e posteggio sulla sinistra, salendo verso il Pré; ci prepariamo, tiro fuori la guida e cerchiamo di capire dove sia la via, con la foto davanti; non fatichiamo a riconoscere il luogo descritto e individuiamo il sentiero che sale dapprima in pietraia, poi nel boschetto alla sua sinistra.
In circa 25' siamo all'attacco della via, come da descrizione, grazie a un'ottima traccia, con ometti; un cordino giallo e rosso indica che la via attacca un paio di metri a destra, dove troviamo la scritta:
Ci leghiamo, abbiamo solo fettucce e 14 rinvii.
Parto io per il primo tiro (5c), quando sono passate da poco le 9,00:
Il secondo tiro (6a) è molto particolare: attacco la parete verticale, leggermente strapiombante, che riesco a salire grazie ad un piolo metallico conficcato nel tronco di un povero pino...
Poi mi isso al di sopra con un paio di passi delicati, salendo poi la parete successiva più facilmente, fino alla sosta in cima allo sperone; poco dopo mi raggiunge l'amico:
Di fronte a me, il terzo tiro (6a), magnifico: un muro verticale, liscio, solcato da una fessura che purtroppo si perde a metà parete, con una partenza piuttosto ostica e fisica:
Sesta lunghezza (6a), magnifica: salgo la placca a sinistra del diedro, poi impegno una dulfer con cui mi porto sempre più a destra, fino a ribaltarmi al di sopra dello speroncino a destra; da lì inizio un traverso molto delicato, ben protetto, per proseguire poi in verticale su terreno più appigliato:
L'amico impegnato nel traverso:
La sosta:
Selfie-ricordo con il Glacier Blanc sullo sfondo:
Si torna a casa, presto, tornando entro le 19.
Alle prossime avventure!
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