Io e Paolino l'Alpino
Appena quattro giorni fa ho conosciuto in parete Fiorenzo Michelin, il quale mi ha consigliato di andare a scalare la sua via alla Punta Cristalliera (m 2.801).
Detto fatto!
Oggi, un giorno di ferie decisamente ben speso, anche perchè le previsioni meteo sono pessime per il fine settimana.
Paolino è presente e passa a prendermi alle 5,30, con destinazione Fenestrelle e poi deviazione verso il Rifugio Selleries (m 2.023), che raggiungiamo dopo alcuni km su strada sterrata abbastanza agevole, solo un paio di cunette un po' profonde.
Arriviamo al rifugio verso le 7,30 e subito mi concedo una ottima colazione, con torta e thè.
Poi ci mettiamo in cammino verso la Cristalliera, puntando alla famosa via Superbianciotto (6a TD- 8L 220 m):
Il sentiero è ottimo e dopo mezz'ora eccoci ad alcune splendide baite in pietra, poco prima del primo lago, caratterizzato da un isolotto centrale:
Incantevole anche questo:
Lo costeggiamo un po' sulla destra, poi abbandoniamo ogni traccia di sentiero e saliamo a destra, verso la lunga pietraia che ci condurrà alla base della parete ovest:
Saliamo faticosamente, in totale l'avvicinamento richiede una bella ora e mezza.
La parete si fa sempre più grande e verticale:
Si inizia subito in un camino incassato, con roccia un po' fredda e bello verticale; Paolino impreca un po', ma sale:
La prima sosta, inconfondibile stile Michelin:
Passo finale delicato, un'uscita verso destra sotto uno strapiombo un po' da interpretare:
Segue un diedro-camino molto faticoso e praticamente sprotetto, in cui devo integrare con un friend ed un nut.
Paolino segue:
Terza lunghezza (5b/c): Paolino sale i risalti sopra la sosta, poi si impegna in un diedro sulla destra con un passo in strapiombo:
Alle nostre spalle, i colossi del Delfinato: a sinistra il Pelvoux (m 3.946), alla sua destra la Barre des Ecrins (m 4.102), già saliti entrambi:
La quinta lunghezza (4c) è un unico traverso a destra, quasi in orizzontale:
Ci portiamo così alla base di una parete totalmente verticale, sulla destra, con una partenza non facile (5c/6a): è la sesta lunghezza:
Dopo l'uscita, una facile rampa sulla destra mi conduce ad un diedro-camino un po' faticoso ma ben appigliato, quindi un'ultima placca mi permette di guadagnare la sosta, decisamente comoda anche questa.
Paolino all'uscita del muro:
Settimo tiro (5c): Paolino sale prima facilmente attraverso due blocchi, per portarsi alla base di un fantastico diedro verticale, perfetto, a 90° con ottima fessura sul fondo per dulfer e friends.
Dopo il superamento di un primo risalto più impegnativo, inizia la lunga dulfer:
Bellissimo, peccato finisca presto:
Sgranocchiamo qualcosa, ammiriamo lo splendido panorama a 360° e dobbiamo scendere, tanto per cambiare sono in ritardo...
Mi scuso con l'Alpino per non poterci rilassare in vetta come facevamo tempo fa... ma per poter essere qui, ho promesso che avrei rispettato un orario...
La ricerca della via di discesa ci impegna un po', causa difformità nelle due relazioni che abbiamo...
Quando torniamo alla base della parete scalata, possiamo ammirarla in tutto il suo splendore:
Recuperiamo un po' di roba che avevamo lasciato ai piedi della via, poi riprendiamo la lunga, scomoda e odiata pietraia che ci ricondurrà al Lago della Manica.
Ci volgiamo spesso a rimirare la torre scalata:
La nostra torre:
Poca gente in giro, di giovedì, ma... non siamo soli:
Il sentiero bucolico verso il rifugio, con la Cristalliera alle spalle di Paolino l'Alpino:
Oggi, un giorno di ferie decisamente ben speso, anche perchè le previsioni meteo sono pessime per il fine settimana.
Paolino è presente e passa a prendermi alle 5,30, con destinazione Fenestrelle e poi deviazione verso il Rifugio Selleries (m 2.023), che raggiungiamo dopo alcuni km su strada sterrata abbastanza agevole, solo un paio di cunette un po' profonde.
Arriviamo al rifugio verso le 7,30 e subito mi concedo una ottima colazione, con torta e thè.
Poi ci mettiamo in cammino verso la Cristalliera, puntando alla famosa via Superbianciotto (6a TD- 8L 220 m):
Il sentiero è ottimo e dopo mezz'ora eccoci ad alcune splendide baite in pietra, poco prima del primo lago, caratterizzato da un isolotto centrale:
Giù in fondo, la nostra parete, anche se il sole ce la nasconde ancora alla vista:
Il posto è magnifico, devo ammettere che non me lo aspettavo così bello, l'ambience è di alta montagna ed il luogo è popolato di animali: un gruppo di camosci ci accoglie al nostro arrivo al lago superiore, il Lago della Manica:Incantevole anche questo:
Lo costeggiamo un po' sulla destra, poi abbandoniamo ogni traccia di sentiero e saliamo a destra, verso la lunga pietraia che ci condurrà alla base della parete ovest:
Saliamo faticosamente, in totale l'avvicinamento richiede una bella ora e mezza.
La parete si fa sempre più grande e verticale:
Ormai ci siamo, lasciamo qualcosa alla base (bastoncini, una bottiglia da bere) e ci prepariamo; la partenza sarà all'ombra, ma la temperatura eccezionale di questi giorni ci permette di non vestirci troppo:
L'attacco ci riserva ancora un po' di neve, che non dà problemi; parte Paolino per la prima lunghezza (5c):Si inizia subito in un camino incassato, con roccia un po' fredda e bello verticale; Paolino impreca un po', ma sale:
La prima sosta, inconfondibile stile Michelin:
Tocca a me:
Bei passaggi, anche se non amo particolarmente i passaggi incassati, come i camini:Passo finale delicato, un'uscita verso destra sotto uno strapiombo un po' da interpretare:
Ci alterniamo al comando e mi tocca il secondo tiro (6a); prima un traverso a destra in leggero strapiombo:
Poi una bellissima placca da salire in verticale, per poi traversare in diagonale a sinistra, sempre sotto strapiombi, ma con chiodatura a spit molto corretta:Segue un diedro-camino molto faticoso e praticamente sprotetto, in cui devo integrare con un friend ed un nut.
Paolino segue:
Terza lunghezza (5b/c): Paolino sale i risalti sopra la sosta, poi si impegna in un diedro sulla destra con un passo in strapiombo:
Alle nostre spalle, i colossi del Delfinato: a sinistra il Pelvoux (m 3.946), alla sua destra la Barre des Ecrins (m 4.102), già saliti entrambi:
Intanto Paolino mi dà il segnale e salgo il tiro:
Eccomi in uscita, con il Lago della Manica alle mie spalle:
Il quarto tiro (5c) inizia con uno strapiombo, breve ma con prese svase in uscita:
Un po' da interpretare, ma alla fine niente di che:
Poi mi sposto sulla destra, traversando in corrispondenza dell'inizio di un diedro: rinvio un chiodo (rigorosamente colorato di azzurro Michelin) e salgo a destra, fino a raggiungere la base di un altro fatnastico diedro rosso:
Salgo tutto il diedro, poi con un breve movimento non protetto mi sposto a destra, lasciando il diedro per raggiungere un terrazzino, dove trovo la sosta:
Paolino mi segue, eccolo nel bellissimo diedro:
La quinta lunghezza (4c) è un unico traverso a destra, quasi in orizzontale:
Ci portiamo così alla base di una parete totalmente verticale, sulla destra, con una partenza non facile (5c/6a): è la sesta lunghezza:
Passo bene, sempre un po' in opposizione, poi salgo il muro verticale, intervallato da un paio di nicchie che fungono da punto di riposo:
Nel complesso, un'altra lunghezza entusiasmante.Dopo l'uscita, una facile rampa sulla destra mi conduce ad un diedro-camino un po' faticoso ma ben appigliato, quindi un'ultima placca mi permette di guadagnare la sosta, decisamente comoda anche questa.
Paolino all'uscita del muro:
Settimo tiro (5c): Paolino sale prima facilmente attraverso due blocchi, per portarsi alla base di un fantastico diedro verticale, perfetto, a 90° con ottima fessura sul fondo per dulfer e friends.
Dopo il superamento di un primo risalto più impegnativo, inizia la lunga dulfer:
Finalmente tocca a me: che dire, una goduria!
L'essenza dell'arrampicata:
Bellissimo, peccato finisca presto:
L'ottava lunghezza (5c) è ancora molto bella e consiste essenzialmente in una parete verticale a tacchette:
Salgo prima al centro, poi ne esco leggermente a destra:
Sono in cima alla via:
Recupero il socio, ultimi metri anche per lui:
Poco prima delle 15,00 siamo fuori; scendiamo in qualche modo dal torrione su cui siamo sbucati e, da veri alpinisti, raggiungeremo la vetta della Punta Cristalliera (m 2.801), per rocce sfasciumate:
Poco dopo siamo in vetta:Sgranocchiamo qualcosa, ammiriamo lo splendido panorama a 360° e dobbiamo scendere, tanto per cambiare sono in ritardo...
Mi scuso con l'Alpino per non poterci rilassare in vetta come facevamo tempo fa... ma per poter essere qui, ho promesso che avrei rispettato un orario...
La ricerca della via di discesa ci impegna un po', causa difformità nelle due relazioni che abbiamo...
Quando torniamo alla base della parete scalata, possiamo ammirarla in tutto il suo splendore:
Recuperiamo un po' di roba che avevamo lasciato ai piedi della via, poi riprendiamo la lunga, scomoda e odiata pietraia che ci ricondurrà al Lago della Manica.
Ci volgiamo spesso a rimirare la torre scalata:
Il gusto speciale di una bella via sgraffignata in un giorno feriale è indescrivibile:
Non c'è che dire, il luogo è bellissimo:La nostra torre:
Poca gente in giro, di giovedì, ma... non siamo soli:
Il sentiero bucolico verso il rifugio, con la Cristalliera alle spalle di Paolino l'Alpino:
Una splendida giornata...
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