Sabato 21 novembre 2009
Io e Wil
Che condizioni incredibili!
Tra pochi giorni sarà dicembre, ma le temperature sono da fine settembre...
E allora perchè non tentare di piazzare un'altra zampata, un'ultima via di roccia su in montagna?
Delle temperature ho già detto... Negli ultimi giorni tengo d'occhio le webcam per sincerarmi che la neve sia retrocessa a dovere: sembra possibile.
Purtroppo ieri sera arriva il forfeit di Paolino, la spalla lo fa dannare e decide di provare a farla riposare una settimana in più, per dedicarsi ad un'escursione alpina con Scooby.
Purtroppo ieri sera arriva il forfeit di Paolino, la spalla lo fa dannare e decide di provare a farla riposare una settimana in più, per dedicarsi ad un'escursione alpina con Scooby.
Wil risponde presente.
Il piano è presto elaborato: andiamo a dare un'occhiata da vicino alla grande parete di serpentino del Bec Raty (m 2.418), in Val di Champorcher, dove siamo stati tre settimane fa; in caso di condizioni sfavorevoli, scenderemo a Courtil alle Placche di Oriana (m 1.400).
Appuntamento a Santena, dove arrivo con un bel quarto d'ora di ritardo a causa della nebbia... Speriamo che in quota non ci sia, altrimenti la roccia sarà bagnata...
La temperatura dice 2°C.
Partiamo alle 8,00 e un'ora e mezza più tardi eccoci in vista della parete:
Splendido!
La parete è in pieno sole e la temperatura sale man mano che saliamo di quota: a fronte dei 5°C a Pont Saint Martin, quassù sono già 10°C.
La situazione neve pare OK e non c'è un filo di vento: l'intuizione era corretta!
La via prescelta stavolta è Verde Smeraldo (5c D+ 7L 300 m), sul lato sinistro della grande parete sud-est del Bec Raty (m 2.418), una via nuovissima:
Superiamo qualche tratto leggermente innevato della strada, dove non batte il sole, poi parcheggio poco a monte della "nostra" parete.
Ci prepariamo e saliamo verso l'attacco della via:
In poco meno di mezz'ora eccoci, avvolti in un'incredibile atmosfera primaverile!
Sono le 10,45. Ci leghiamo, saliamo con due mezze corde da 8 mm; il primo tiro è di Wil: partenza sotto un piccolo strapiombo, movimenti di aggiramento sulla destra (4+), poi breve placca, quindi trasferimento un po' erboso:
Ci alterniamo e conduco il secondo tiro (5); prima una bella placca:
Poi un muro verticale, con un paio di movimenti delicati:
Un'altra breve placca conduce ad un traverso a sinistra non difficile, ma molto esposto:
La temperatura è davvero eccezionale: il pile rimane nello zaino, così come il soft-shell; in pratica arrampico con un sottile micropile sulla maglietta...
In poco meno di mezz'ora eccoci, avvolti in un'incredibile atmosfera primaverile!
Sono le 10,45. Ci leghiamo, saliamo con due mezze corde da 8 mm; il primo tiro è di Wil: partenza sotto un piccolo strapiombo, movimenti di aggiramento sulla destra (4+), poi breve placca, quindi trasferimento un po' erboso:
Ci alterniamo e conduco il secondo tiro (5); prima una bella placca:
Poi un muro verticale, con un paio di movimenti delicati:
Un'altra breve placca conduce ad un traverso a sinistra non difficile, ma molto esposto:
La temperatura è davvero eccezionale: il pile rimane nello zaino, così come il soft-shell; in pratica arrampico con un sottile micropile sulla maglietta...
Sale senza difficoltà, poi lo seguo:
Nel quarto tiro (4+), le cose cambiano, nel senso che la via si raddrizza decisamente...
Nel quarto tiro (4+), le cose cambiano, nel senso che la via si raddrizza decisamente...
Tecnicamente non ci sono grosse difficoltà, ma l'esposizione è totale e la chiodatura non propriamente sportiva...
Incontro anche qualche grosso masso dall'apparenza instabile, per cui mi muovo con tutta la delicatezza possibile:
L'uscita è sul filo di cresta, in posizione comoda ed aerea, dove mi raggiunge Wil poco dopo; impossibile non essere colpiti dall'enorme differenza tra il versante nord delle montagne di fronte a noi, completamente innevate, e quello sud cui siamo abbarbicati, dove regnano condzioni primaverili:
Percorriamo ora un breve trasferimento, un'ottantina di metri, per portarci alla base della parete successiva:
Qualcuno ci spia: un camoscio tiene d'occhio gli sparuti visitatori:
Si continua all'insegna della verticalità: un lungo muro (50 m) bello dritto:
L'uscita è sul filo di cresta, in posizione comoda ed aerea, dove mi raggiunge Wil poco dopo; impossibile non essere colpiti dall'enorme differenza tra il versante nord delle montagne di fronte a noi, completamente innevate, e quello sud cui siamo abbarbicati, dove regnano condzioni primaverili:
Percorriamo ora un breve trasferimento, un'ottantina di metri, per portarci alla base della parete successiva:
Qualcuno ci spia: un camoscio tiene d'occhio gli sparuti visitatori:
Si continua all'insegna della verticalità: un lungo muro (50 m) bello dritto:
Si tratta della quinta lunghezza (5), dove non incontro serie difficoltà:
Le soste, oltre ad essere attrezzate a prova di bomba con spit, catena ed anello di calata, sono tutte piuttosto comode.
Le soste, oltre ad essere attrezzate a prova di bomba con spit, catena ed anello di calata, sono tutte piuttosto comode.
Dalla quinta, studiamo a lungo la parete che abbiamo di fronte, che mette una certa soggezione...
Ad un tratto, Wil emette una specie di lamento: ha avvistato uno spit nel bel mezzo della parete; altro che aggiramento, mi tocca affrontarla in pieno!
Il primo spit si trova sulla placca chiara, a quasi 10 m da terra: un volo sarebbe a dir poco disastroso...
Sesto tiro, dunque (5c): mi spalmo delicatamente lungo la placca, mi allungo a rinviare lo spit che la sormonta, poi mi sposto a sinistra, passando dalla placca al muro verticale con l'ausilio di appigli e appoggi... puramente teorici... pressoché inesistenti...
Certo, se sotto i piedi avessi un bel granito dal grip eccezionale, sarebbe tutt'altra storia!
Invece il serpentino presenta superfici lisce lungo cui si seziona e si sfalda, senza cristalli e qualità abrasive...
La chiodatura è sempre psicologica...
La chiodatura è sempre psicologica...
Raggiungo una piccola nicchia, dove posso poggiare entrambi i piedi, rimanendo però con il corpo leggermente proteso all'infuori a causa dello strapiombo che ho sulla testa.
Qui fortunatamente trovo uno spit, dopo di che affronto lo strapiombo voltandomi leggermente a destra, innalzandomi in spaccata ed uscendo al di sopra verso sinistra.
Nello sforzo, tale è la concentrazione che solo una volta ristabilitomi al di sopra del passaggio sento Wil che mi avverte di aver saltato un chiodo!
Dal momento che ormai sono fuori dal difficile e che il rinvio non è cruciale per lui quando salirà da secondo, decido di proseguire e raggiungo la sosta nuovamente in cresta, in cima al risalto.
Al grido solenne di "Parancabbbestiaaa", Wil sale deciso.
Ora abbiamo di fronte l'ultimo risalto, anche questo dall'aspetto decisamente severo.
E' la settima ed ultima lunghezza (5). Raggiungo il punto in cui la parete si raddrizza, uno spit mi indica di spostarmi verso sinistra: bene, aggireremo l'enorme tetto aggettante da quella parte.
E' la settima ed ultima lunghezza (5). Raggiungo il punto in cui la parete si raddrizza, uno spit mi indica di spostarmi verso sinistra: bene, aggireremo l'enorme tetto aggettante da quella parte.
Traverso in placca, ma, al momento di salire verso la rampa tutt'altro che impossibile in alto a sinistra, scorgo un paio di spit che brillano esattamente sulla verticale del mio casco...
Coraggio, ultimi sforzi: salgo lungo le placche rosse visibili al centro della foto e mi porto appena al di sotto del grande tetto; la roccia qui è un serpentino rossiccio con tacche nettissime, ma superficie completamente liscia.
Striscio sotto il tetto verso destra e mi porto sul filo esatto dello spigolo, dove ovviamente trovo un'esposizione a dir poco totale.
Fortunatamente, dopo aver alzato la testa piano piano, in equilibrio precario, trovo anche un bello spit sul bordo dello strapiombo.
Fortunatamente, dopo aver alzato la testa piano piano, in equilibrio precario, trovo anche un bello spit sul bordo dello strapiombo.
Problema: nonostante abbia raddoppiato buona parte dei rinvii, le corde tirano tantissimo.
Mi viene in mente quando ho detto a Paolino che la via non dovrebbe essere molto stressante per la sua spalla acciaccata, quando mi isso al di sopra del tetto facendo presa su piccole tacche e contrastando anche il tiraggio delle corde...
Col timore di uno stiramento muscolare per il grande sforzo, mi ritrovo sulla placca che sormonta lo strapiombo.
Riprendo fiato, quindi proseguo: la placca è bella diritta, ma altrettanto articolata, le tacche non mancano; poco dopo, raggiungo l'ultima sosta.
Riprendo fiato, quindi proseguo: la placca è bella diritta, ma altrettanto articolata, le tacche non mancano; poco dopo, raggiungo l'ultima sosta.
Wil è 40 metri sotto di me:
Mi accolgono le rocce sommitali, mentre recupero le corde e continuo a riprendere fiato.
"OK Wil, ora son cazzi tuoi!", annuncio ridacchiando.
Mi accolgono le rocce sommitali, mentre recupero le corde e continuo a riprendere fiato.
"OK Wil, ora son cazzi tuoi!", annuncio ridacchiando.
Segue un lungo silenzio, scandito dal lento scorrere delle corde e dalla mia fatica a recuperare a causa dell'attrito.
Finalmente, ecco l'amico che appare sull'ultima placca:
Alle 14,40 siamo in cima: poco lontano, ecco l'uscita della Via delle Poiane, salita una ventina di giorni fa:
Di fronte a noi, il sole gioca di riflesso sulle distese innevate dei pendii esposti a nord:
Soddisfatti, eccoci sulla punta estrema:
La testa della Valle di Champorcher:
Dopo una bella pausa contemplativa e di riposo, seguiamo il crinale che parte dal plateau sommitale innevato, verso nord-ovest:
Alle 14,40 siamo in cima: poco lontano, ecco l'uscita della Via delle Poiane, salita una ventina di giorni fa:
Di fronte a noi, il sole gioca di riflesso sulle distese innevate dei pendii esposti a nord:
Soddisfatti, eccoci sulla punta estrema:
La testa della Valle di Champorcher:
Dopo una bella pausa contemplativa e di riposo, seguiamo il crinale che parte dal plateau sommitale innevato, verso nord-ovest:
Poco meno di un'ora di comodo cammino ci riporta nei pressi dell'auto, da dove guardiamo gli ultimi raggi di sole illuminare lo sperone sommitale, quello dell'ultimo impegnativo tiro di corda (in foto, quello centrale):
Si chiude un'altra bellissima giornata di arrampicata in alta montagna, una chicca regalataci da questa stagione dalle temperature un po' pazze, che prendiamo così come viene, senza troppe domande.
Contento di averci creduto, addirittura in condizioni migliori dello sperabile, pregusto già le scalate in montagna della prossima primavera!
2 commenti:
Complimenti per le salite e per il bellissimo blog!
Ciao
Skeno
Grazie, mitico Skeno ;-)
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