sabato 10 ottobre 2009

AVANCORPO della TESTA del VALLONETTO (m 2.482): Provare per Credere


Sabato 10 ottobre 2009



Io e Paolino l'Alpino

Ancora una volta meteo incerto il sabato e splendido la domenica... ed io costretto ad arrampicare il sabato!
Ma stavolta si torna ad arrampicare in montagna, quella vera, anche se non a quote eccezionali.
Parcheggiamo sopra le Terme di Vinadio, saliamo una mezzoretta ed eccoci al Lago di San Bernolfo (m 1.913):

Ecco di fronte a noi l'Avancorpo della Testa del Vallonetto (m 2.482), con le placche su cui corrono alcune vie tracciate da Danilo Collino:

Più lontane, le vie che ci interessano di più, ma le pareti sono completamente in ombra e la pioggia della notte ce le presenta purtroppo bagnate...

Di fronte a noi, sul versante esposto a sud, al sole, la Rocca di San Bernolfo (m 2.683), dove lo scorso anno abbiamoi salito Reverso Perso:

I monti si riflettono nel lago e dovunque dominano ormai i colori dell'autunno:




Saliamo, in attesa che la roccia asciughi, a dare un'occhiata alla via 8 mm (5c max 5b ob 4L 160 m), sulle placche del Bec della Soma (m 2.500), sempre sopra il lago:

La troviamo bagnata e lichenata, improponibile...
Il morale è basso, pensiamo di aver sbagliato destinazione, avendo sottovalutato l'effetto dell'esposizione a nord-ovest delle vie che vogliamo salire...
Proseguiamo contornando il lago e giungiamo all'attacco delle vie sull'Avancorpo della Testa del Vallonetto (m 2.482): Occhi Blu e Provare per Credere.
Benché siano ancora completamente in ombra, con sorpresa notiamo che sembrano molto più asciutte, così, dato che le conosciamo abbastanza per averne letto la relazione in passato, decidiamo di attaccare Provare per Credere (5b D 5L 180 m):

Parte Paolino, che sale una bellissima placca (5a), supera un muretto e, al di sopra di un albero, trova un'ottima sosta a prova di bomba, così come ottima è tutta la spittatura:





Poi salgo io, divertendomi un mondo sull'amato gneiss leggermente lichenato delle nostre Marittime:

Proseguo lungo il secondo tiro (5b), sempre scalando la placca che si fa un po' più verticale e con un tratto un po' più aleatorio:

L'ambiente è decisamente pittoresco:

La terza lunghezza (5a) vede Paolino salire ancora in placca, poi piegare leggermente a destra, lungo una fessura ed infine uno spigolo, fino a portarsi sotto ad uno sperone un po' strapiombante:



Affronto lo sperone, strapiombante ma ben appigliato, fino ad emergere sulla placca seguente (5b):



Paolino mi raggiunge, scalando la placca finale:
Sopra di noi, il quinto ed ultimo tiro: la relazione dice 5a/b
Paolino sale, arriva sotto uno strapiombo e comincia ad imprecare...
Prova e riprova, poi scende e lascia provare me.
Salgo a mia volta fino al punto critico e confermo le nostre impressioni: il passo è sicuramente più impegnativo di un 5a/b e concordiamo sul fatto che per superarlo occorrerebbe issarsi su uno spuntone a destra, che però si muove decisamente...
Per evitare di farlo precipitare sull'assicuratore e vedendo che intento il cielo è diventato rapidamente scuro e denso di nuvole, decidiamo di scendere, anche se mancano pochi metri alla fine della via.
Inutile rischiare, visto che la relazione stessa metteva in guardia dal rischio di smuovere rocce nell'ultimo tiro.

Scendiamo con due lunghe calate in doppia e tocchiamo terra proprio mentre comincia a piovere...
Fuggiamo, bagnandoci completamente, con un occhio alla linea appena salita:

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