sabato 21 marzo 2009

MONTE BRACCO (m 1.308): Tramonto + L'Altra Strada per le Stelle


Sabato 21 marzo 2009




Io e Paolino l'Alpino

Ieri nevicata imprevista sul cuneese...
Temperature in picchiata, ma per fortuna dura poco e sabato la natura si risveglia, la primavera arriva definitivamente.
L'analisi delle previsioni meteo ci suggerisce un ritorno alle origini, al Monte Bracco (m 1.308), dove non torniamo da tempo.
Lungo il sentiero di salita pestiamo un po' di neve, ma senza alcun problema.

Il sole è già caldo, la neve durerà poco...
In breve eccoci ai primi settori rocciosi.

Il primo tiro de La Dolce Vita (5+ 5 L) è bagnato... proseguiamo oltre il Settore Centrale, facciamo due chiacchiere con due attempati climber, poi saliamo allo Scudo Striato, dove attacchiamo la via Tramonto (5+ 2 L):

Ci prepariamo e parto io per la prima lunghezza (5), che sale dal canale lungo una bella placca di gneiss:




Oltrepasso la cengia da cui attaccano le altre vie del settore, salgo in aderenza e vado a sostare solo dopo 50 m di viaggio:




L'arietta è frizzante; Paolino sale, prima piccolo piccolo, data la lunghezza del tiro, poi eccoci riuniti in sosta.

Il secondo tiro (5+) è splendido: risale diretto lungo una striatura chiara nella roccia, verticale, molto divertente. Paolino si lamenta un po' della chiodatura, ma infine eccolo in sosta.

Salgo a mia volta, quindi ci caliamo in doppia: avremmo potuto arrampicare con una corda intera, ma ora godiamo dei vantaggi delle due mezze corde, infatti con una sola calata ritorniamo agli zaini, nel canale detritico.

Dopo una meritata pausa culinaria, propongo di andare a visitare un settore che non frequento da anni, lo Sperone della Maga Circe.
Una piacevole passeggiata lungo il sentiero (sempre ammirevolmente curato da Giacottino & soci, che ringraziamo tutta la vita!) ci conduce a destinazione: anche qui una bella sorpresa, prosegue l'opera di richiodatura delle vecchie vie e l'apertura di nuove aggiunte e varianti.
Attacchiamo L'Altra Strada per le Stelle (5+ 3 L):

La via percorre tutta la parete, fino in cima.
Parto lungo il primo tiro (4), non difficile, ma con alcuni passi non banali; la roccia presenta ancora qualche residuo invernale, una sorta di polverina superficiale che aspetta che la prima pioggia primaverile ripulisca, ma è un ottimo gneiss a grana fine.
Il primo tiro è di pura placca:

Recupero Paolino, che parte per la seconda lunghezza di corda (4+).
Dopo la richiodatura, la suddivisione dei tiri e le gradazioni non sono più molto attendibili, evidentemente; rimaniamo in attesa di questa benedetta nuova guida della zona, che voci volevano pronta ed in uscita già mesi fa...
Il secondo tiro presenta una placca interrotta da due o tre strapiombi molto ostici, specialmente questo:

Alla fine Paolino raggiunge la sosta, dove ci riuniamo.
Qui la roccia è spettacolare, sembra di stare in Yosemite Valley!!!

Eccoci appesi alla sosta, nella foto di un amico che arrampica nei dintorni:

La relazione della via, nella vecchia guida, parla di un tiro semplice e poi di un quarto ed ultimo tiro di 5+.
Niente di tutto ciò...
Mi innalzo in un fantastico diedro giallo-ocra e traverso a sinistra, fino a doppiare lo spigolo.

Sopra di me, la placca sale, sempre più verticale.

La via si fa subito impegnativa, in aderenza ed in leggero traverso verso sinistra, anche se ben chiodata.
Dopo pochi metri la parete si impenna e la placca presenta qualche buco qua e là, di calcarea memoria (5+).
Ormai ho capito che occorre impegnarsi di brutto, altro che penultimo tiro interlocutorio: qua si va fino in cima!
Il mio livello attuale è messo duramente alla prova, fortunatamente ogni tanto qualche punto di riposo mi dà tregua; oltretutto, il tiro è veramente lungo, all'incirca 35 m di difficoltà piuttosto continue.
Una decina di metri sotto la cima, un maillon pende da uno spit, brutto presagio: qualcuno non ha saputo proseguire e si è calato da lì...
Con una spaccata ed il fiato sospeso mi porto sulla destra, quindi, senza pensarci troppo per non sprecare le ultime energie, mi sollevo sulle braccia, in prossimità dello spigolo, ed affronto l'ultima parte, una placca liscia di 5 o 6 metri.

Quando arrivo in sosta, sono veramente esausto, soprattutto mentalmente: la mia avversione al volo è stata messa alla prova seriamente ed a lungo.
Un sospiro, quindi recupero Paolino:

Anche il mio socio sottolinea l'impegno richiesto dalla via, quindi ci regaliamo il solito autoscatto di vetta:

Con 2 sole calate in doppia arriviamo giusti giusti agli zaini, da cui scendiamo lungo il sentiero già sgombro dalla neve, dopo una splendida giornata di sole e l'inizio ufficiale della primavera.

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