sabato 17 gennaio 2009

Finale Ligure, Monte Cucco: Luis


Sabato 17 gennaio 2009




Io e Paolino l'Alpino

In "Amici Miei" di Mario Monicelli, Tognazzi, Noiret e soci erano soliti svignarsela con una scusa dal lavoro e dalla vita familiare e ritrovarsi per la cosiddetta zingarata, una fuga dalla durata variabile, senza meta, tra amici, a divertirsi con spensieratezza.
Ebbene... io e Paolino partiamo alle 7,00 sabato mattina, destinazione Valle d'Aosta, al Paretone di Machaby.
Un po' di nebbia, ma tutto ok.
Solita tappa per pizza, focaccia e strudel nella panetteria di fiducia.
Poco dopo le 9,00 siamo sotto la parete, ma la velatura del cielo impedisce il solito miracolo atmosferico che fa sì che la zona abbia un microclima splendido anche in inverno.
Stavolta no, non ci siamo: addirittura la parete presenta numerose colate di ghiaccio!
Il termometro dice 1°C...
Che si fa?
Ci guardiamo... si fa?
Ma sì, rimettiamo in moto l'auto e riprendiamo l'autostrada in direzione... Finale Ligure!!!
Attraversiamo 3 regioni e poco prima di mezzogiorno siamo alla scogliera di Capo Noli.
Il problema è che, dopo aver attraversato il Piemonte con tempo bello... qui è tutto nuvolo e a tratti l'asfalto è bagnato...
Proprio mentre ci apprestiamo a calarci in doppia verso le vie del settore Nolitudine, stanno salendo 3 ragazzi, i quali dicono che se ne vanno perchè è tutto umido, non c'è aderenza...
Tanto vale... già non amiamo molto il calcare, pure bagnato è troppo...
Proviamo a farci venire un'idea, anche perchè non ho con me la guida di Finale... visto che arrivo dal Paretone!
Gironzoliamo un po' a casaccio, stile zingarata, finché... ecco, quello è Monte Cucco: ci sono già stato, facciamo una visita!


Dopo aver spazzolato una focaccia, saliamo verso la parete nel settore della Torre.

E' nuvoloso, ma la roccia è asciutta.
Ci prepariamo e saliamo una via di placca dall'apparenza abbastanza innocua, anche perchè sono tormentato da un gonfiore al secondo dito del piede sinistro.
Parte Paolino.

Il quale oggi sfoggia il suo nuovo caschetto Grivel.
Sale il primo tiro (3c), dapprima facile, poi un leggero strapiombo ben appigliato, poi tranquillamente fino alla sosta, su comoda cengia.

Il secondo tiro (5a) è verticale e continuo, con qualche passo impegnativo, accentuato dalla nostra desuetudine al calcare finalese.

Prima mi sposto un passo a sinistra, poi salgo dritto, fino ad una breve traversata a destra di circa un metro e mezzo, dove trovo un punto di riposo.
La parete si mantiene verticale e richiede piccoli spostamenti a destra e sinistra, per seguire fessure e lame.

Infine raggiungo il terrazzino sommitale, con la sosta a due resinati da collegare:

Paolino mi raggiunge: accanto alla nostra posizione, la cima del pilastro adiacente con la madonnina di vetta.

Attrezziamo la calata e scendiamo a corda doppia.

2 commenti:

paolino l'alp ha detto...

se ci vedesse Lucignolo!!!!!

DANI ha detto...

con l'espressione da cigno...