sabato 23 agosto 2008

ARGENTERA (m 3.297): Cresta Sigismondi


Sabato 23 agosto 2008



Io e Manu

Un altro vecchio progetto, una via sognata da tempo.
Previsioni meteo contrastanti: la tv dice che pioverà, così come diversi siti specializzati...
Non tutti, però, anzi: quelli che personalmente seguo di più dicono che il tempo sarà addirittura splendido, senza nuvole. OK, mi fido.
L'idea è di scalare la mitica Cresta Sigismondi (III+ AD 2.500 m) all'Argentera (m 3.297), in Valle Stura, la vetta delle Alpi Marittime.
Paolino purtroppo deve dare forfeit e la motivazione è a dir poco paradossale: giovedì è riuscito a farsi male... al mare!!! Un calcio rifilato ad uno scoglio gli ha mandato fuori uso il terzo dito del piede sinistro, che ora è gonfio e di un bel colore blu/viola...
Manu lavora, partiamo solo alle 17,00; parcheggio a Pian della Casa del Re (m 1.762) e ci carichiamo enormi zaini in spalla: sono le 18,45.
La cena è prevista alle 19,30 e, siccome la palina indica 2h 10' per arrivare al Rifugio Remondino (m 2.430), avverto telefonicamente che faremo il più presto possibile.
Ci mettiamo in marcia, saliamo veloci ed alle 20,00 siamo al rifugio, in tempo per la cena.
Sorprendentemente, oltre a noi due ci sono solo due ragazzi della Val Susa ed un gruppetto di quattro tedeschi: in genere il rifugio è molto frequentato, ma le previsioni meteo hanno scoraggiato tutti... Anche Franca, la rifugista, moglie del grande Patrick Gabarrou, ci sconsiglia di salire la Sigismondi, perchè le hanno trasmesso previsioni negative.
Noi puntiamo la sveglia alle 5,20: incredibile quanto sia ancora buio! Nonostante la luna piena, non si vede nulla, le giornate si stanno proprio accorciando...
Facciamo colazione, poi partiamo alle 6,20, in direzione del Passo dei Detriti; quando inizia la salita, pieghiamo a sinistra, verso il Colletto Freshfield (m 2.820), dove attacca la via:

Vi giungiamo alle 7,20; per ora, pare non esserci nemmeno una nuvola...
Siamo già imbragati, ma la corda rimane nello zaino: saliamo slegati la prima parte della via, la parete sud della Cima Purtscheller (m 3.040).

All'inizio la scalata è semplice (II), saliamo velocissimi:

Alla nostra destra, Cima Paganini (m 3.051) e Cima di Nasta (m 3.108):

In lontananza, si distinguono chiaramente il porto e le spiagge di Antibes (altro che meteo negativo!):

Incontriamo qualche passo un po' più impegnativo, nel tentativo di rimanere prossimi al filo di cresta, ma in breve siamo già in vetta alla Cima Purtscheller (m 3.040):

Proseguiamo veloci, slegati, a tratti a cavalcioni del filo di cresta, che alterna momenti in esposizione ad altri più facili e tranquilli, ma tecnicamente non ci sono problemi.
Poco dopo, anche la cresta che divide la Purtscheller dalla Cima Genova (m 3.191) è alle nostre spalle:

Ora saliamo verso quest'ultima vetta, la roccia è molto salda e l'arrampicata divertente; la strada è ancora lunga, ma il meteo è incredibilmente perfetto, addirittura la miglior giornata della stagione!

Risaliamo ora un tratto di rocce più rotte, senza difficoltà tecniche:

Poi eccoci lungo la cresta in un lungo tratto di roccia splendida, praticamente un'arrampicata in placca appena al di sotto del filo dello spigolo; mentre su in alto si intravede la cima vera e propria, io mi diverto come un pazzo:

Uno sguardo alla strada percorsa fin qui:

ed uno a quella ancora da percorrere:

La cresta si impenna nuovamente, Manu mi segue:

Siamo quasi alla seconda tappa della via, non c'è un altro posto in cui vorremmo essere adesso:

La roccia, lo gneiss delle Marittime, la mia passione:

Un sole magnifico ci accoglie in vetta alla Cima Genova (m 3.191), dove ci concediamo una pausa ristoratrice: sgranocchiamo qualcosa e beviamo un sorso sulla cima arrotondata e confortevole:

Ecco la sosta che permette una via di fuga dalla via, calandosi sulla cengia percorsa dalla Via Normale (II F+); in fondo si vede la diga del Bacino del Chiotas:

Ripartiamo, la lunghezza della via (ben 2.500 m di sviluppo!) ci impone di essere veloci per farci sorprendere dai problemi a metà percorso; le difficoltà sono contenute, ma la concentrazione rimane a mille, come sempre:

C'è tempo per qualche scatto fotografico di rara bellezza: il contrasto di colori della roccia con il cielo azzurrissimo e la luna che ci spia:

La ia ci riserva alcuni passaggi molto particolari:

Ora ci prepariamo ad affrontare il tratto più tecnico:

Alle nostre spalle, Cima Genova:

Bei passaggi, con roccia ottima:

Ora è meglio legarsi, anche perchè mi scoccerebbe portare la corda in spalla fino in vetta e ancor di più volare di sotto... con la corda nello zaino!
I passaggi ora sono veramente splendidi:

Ma c'è ancora un discreto sviluppo che ci aspetta:

Qualche passaggio impegnativo, III+ molto molto esposto e non protetto, se non da qualche fettuccia qua e là su spuntoni.
Bellissimo.
Ci volgiamo indietro, la via percorsa è già decisamente lunga, ora siamo quasi fuori:

Vinti gli ultimi risalti, percorriamo con un po' di emozione gli ultimi metri che ci conducono in vetta all'Argentera (m 3.297):
Proprio in prossimità della croce di vetta, un camoscio se ne sta sdraiato pigramente ad osservare il panorama superbo che ci circonda:
Sono le 10,20.
Nonostante gli avvertimenti riguardo alla estrema lunghezza della via ed in barba alle previsioni meteo clamorosamente sbagliate da molte fonti, abbiamo percorso tutta la Cresta Sigismondi in sole 3 ore esatte!

Il panorama è quanto di meglio si possa ammirare da quassù: verso nord-ovest, il Monte Matto (m 3.080) in primo piano, il Monviso (m 3.841) sullo sfondo:

Sono nel mio habitat, felice come un bambino...

Verso sud, il mare e le montagne della Corsica:

E' tempo di scendere.
Percorriamo con attenzione la Via Normale a ritroso, raggiungiamo il Passo dei Detriti ed ammiriamo la cavalcata che abbiamo compiuto poco prima, dalla Cima Genova alla vetta; è visibile la cengia della Normale:

Scendendo dal Passo dei Detriti verso il Vallone di Assedras ed il Rifugio Remondino (m 2.430), mi volgo continuamente verso la "nostra" cresta; ecco il punto dove ci si può calare in caso di bisogno:

Siamo passati sul filo, lassù:

La discesa verso il pranzo...



Ancora sotto la cresta:

W lo gneiss delle marittime!

Alla nostra destra, ora, il Colletto Freshfield (m 2.820), da cui abbiamo attaccato la via alle 7,20:
La Cima Purtscheller vista dal basso:
Il meritato riposo ed un ottimo pranzo a base di polenta e salsiccia non ce li leva nessuno!

Ammirando un'ultima volta uno dei miei futuri obiettivi, la splendida parete sud-ovest della Cima di Nasta (m 3.108), salutiamo e scendiamo verso valle.

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