lunedì 4 giugno 2007

Placche di Oriana (AO): P.G.F. + La Bella Gnocca + L'Ospite Innocuo



Domenica 3 giugno 2007



Io e Paolino l'Alpino



Sabato al mare, ma domenica le previsioni sono buone in Valle d'Aosta.
Io e Paolino siamo pronti: andiamo al Paretone di Machaby, ma le colate d'acqua sono troppo consistenti...
Allora decidiamo di andare a dare un'occhiata alle Placche di Oriana, in Val di Champorcher, dove siamo stati a Pasquetta.
In effetti sembrano asciutte; nel prato sottostante, abbiamo subito l'incontro con un cerbiatto:



I primi metri delle vie sono un po' bagnati, fin dove gli alberi fanno ombra. Ci imbattiamo nell'attacco della via P.G.F. (6a TD- 120 m 4L):



Che si fa? Sullo Spigolo Hindu Kush c'è il mondo intero... è 6a TD- anche quella... ma sì, saliamo questa, qui almeno non c'è nessun altro.
Nella foto sopra si vede il primo tiro (4a), che sale Paolino; non è difficile, ma su placca umida la fiducia non è al massimo, soprattutto il lichene è molto scivoloso.
Il secondo tiro (6a) si presenta abbastanza impressionante:



La via percorre la placca liscia non lontano dal filo dello spigolo, che si tiene con la mano sinistra o, più spesso, con entrambe le mani, con i piedi in opposizione sulle rare asperità dello splendido gneiss a grana fine della parete.
La chiodatura è molto buona, a spit con soste attrezzate con anello di calata.
Salgo io la placca, poi mi porto sul filo estremo dello spigolo; da qui occorre salire sulla placca a destra, con le mani in una fessura, poi una lama rovescia porta fuori dalle difficoltà.
Faccio un paio di tentativi, ma non mi fido della tenuta del piede, poiché la placca ora è più lichenata e mi sembra umida e più scivolosa.
Mi calo su un micro-maillon rapide e faccio provare Paolino, che in qualche modo riesce ad issarsi al di sopra dell'ostacolo, con grande sprezzo del pericolo.
Intanto, scendono due gocce dal cielo che si è fatto più scuro, ma alla fine il tempo reggerà.
Risalgo ed effettivamente il piede tiene; dalla seconda sosta ci guardiamo alle spalle:



Sotto le pareti, il prato ospita anche qualche spettatore, che segue le nostra e le altrui evoluzioni...



La terza lunghezza (5c) mi vede superare un piccolo strapiombo in partenza, per passare su una grandiosa placca liscia (tanto per cambiare): stavolta la affronto con lo spirito giusto e con una certa rapidità, anche perchè gli sforzi precedenti impongono ai miei polpacci ed ai miei piedi di passare in fretta, senza rimanere in tensione per troppo tempo...


La placca è verticale e continua a salire vicina al filo dello spigolo; quando Paolino mi raggiunge, siamo concordi nel definirla non meno tecnica del tiro precedente.
Eccola:



Sopra di noi, non resta che l'ultimo tiro (4a), breve, che ci porta in cima, sempre seguendo lo spigolo.



Alla sosta finale, Paolino festeggia così la nostra prima via quotata TD-:


Dalla cima, le nuvole stavolta ci nascondono alla vista i colossi della Valle d'Aosta, come il Bianco, il Cervino e le vette del Rosa.
Sono le 15,00 e ci concediamo uno spuntino.
Poi va in scena la gag comica: Paolino estrae dallo zaino martello e chiodi, nuovi fiammanti, individua una fessura in un masso e si accinge a piantere il primo chiodo della sua carriera ed il primo chiodo della Cordata Varicocele!
Sceglie il meno costoso, poi, puntualmente, impreca un quarto d'ora prima di riuscire ad estrarlo dalla roccia...
Scendiamo a piedi fino alla base della parete, non senza un comico volo da parte mia su una placca bagnata...
Abbiamo ancora voglia di arrampicare e la roccia ormai è asciugata bene; il nome mi attira troppo: saliamo La Bella Gnocca (5a D 30 m).
Eccola:



Per la verità, anche qui c'è del comico e ne combiniamo di tutti i colori: parto io, salgo questa bellissima placca, anch'essa vicina ad uno spigolo.
Quando arrivo in sosta, recupero Paolino e solo quando siamo tutti e due appollaiati in catena ci accorgiamo che la via... è finita!!!
Si trattava di un monotiro e, anziché salire e scendere in moulinette, ci ritroviamo in due in cima!!!
Calo Paolino, ma mentre attrezzo la manovra lui mi fa: "Dani, cosa fai con quel micro-moschettoncino?"
"Ti assicuro...", dico con naturalezza.
"Stai scherzando... Fammi il favore, usane uno più grosso."
Discorsi in sosta...

Per oggi può bastare, riponiamo i ferri del mestiere.


Anzi, no: visto che non ho ancora recuperato le corde, propongo di scalare ancora un monotiro, L'Ospite Innocuo (6a D 30 m), in top-rope, essendo la via adiacente a quella appena salita.
Ottima scelta, perchè la via è bellissima, una placca di roccia a grana fine straordinaria.
Noi la giudichiamo così, anche perchè ci permette di salire un 6a piuttosto agevolmente: in realtà, bisogna sottolineare che è il genere di scalata che noi due preferiamo, che ci si addice di più.
Ecco la liscia placca dell'Ospite Innocuo, che saliamo entrambi:

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