Venerdì 15 novembre 2024Io, Alberto e Giorgio
Dopo la più lunga astinenza della "carriera", riesco a far ritorno alle pareti rocciose.
Mi accordo con Giorgio e, con piacevole sorpresa, all'ultimo torna dei nostri anche Alberto, reduce da un test fisico alla spalla che ha dato responso positivo.
Le temperature sono scese, inutile fare troppo presto: appuntamento alle 7,45 a Moncalieri e mezz'ora dopo a Settimo, carichiamo la mia nuova auto e via verso la bassa Val d'Aosta. L'obiettivo è una via nuovissima ad Albard, al Truc Cheverine (m 700), chiamata Ozzy (5c 6L 155 m).
Sosta colazione a Donnas, poi saliamo al parcheggio. Qui la temperatura è decisamente bassa (6°) e c'è una fastidiosa brezza a peggiorare le cose.
Fortunatamente in parete invece si starà benissimo, con roccia calda ed esposizione in pieno sole.
L'apertura della nuova via porta con sè un nuovo sentiero di avvicinamento, ripulito e ben segnato da bolli, che in una ventina di minuti ci porta all'attacco della via.
Ci leghiamo con una sola mezza corda da 60 m sdoppiata e parte Giorgio davanti per i primi tiri:
Il primo tiro (5b) conduce dopo pochi metri ad uno strapiombino, reso un filo insidioso dalla polverina che ancora sporca la parete (come naturale che sia, essendo appena stata chiodata), poi sale per bei muri fino alla sosta, collegata come tutte le altre:
Poco dopo è il turno di Alberto:
Chiudo la fila io, che finalmente riprendo a toccare prese e accarezzare appoggi:
Seconda lunghezza (5a): Giorgio traversa pochi metri a sinistra, poi sale un risalto molto divertente, proseguendo diritto fino alla sosta successiva:
Poco dopo è il turno di Alberto:
Salgo poi a mia volta, prima di ricongiungerci tutti in sosta e proseguire lungo la terza lunghezza (5b), salendo uno splendido muro lavorato:
che prosegue diritto fino alla sosta successiva:
Il quarto tiro (5c) si apre con uno strapiombo non banale, reso insidioso dalla terra e polvere che ancora ingombrano le fessure, essendo la via molto molto recente. Al di sopra, ancora muri molto belli da scalare:
L'approdo in sosta è preceduto da un bello spigolo verticale, da salire in dulfer, che mi conduce in sosta in prossimità di un albero.
Ci scambiamo le corde e passo davanti io per i tiri finali.
Traverso a sinistra per approcciare la quinta lunghezza (5a), salendo un bel muro solcato da una netta fessura, per poi proseguire lungo bei muri articolati, prima in leggero diagonale a destra, poi tornando a sinistra fino alla sosta su terrazzino.
Faccio quindi salire gli amici, prima Giorgio:
Poi Alberto:
Gli ultimi metri:
La sesta ed ultima lunghezza (4c) propone un muretto iniziale, poi prosegue in diagonale verso sinistra con difficoltà via via calanti, fino alla grande cengia con sosta su albero, da cui recupero i soci.
Poco dopo eccoci riuniti in cima per la foto di rito, col sole in fronte:
La discesa è quasi inesistente e in pochi minuti ci fa riguadagnare il parcheggio, dove salutiamo i ragazzi che scalavano poco prima le vie a fianco a noi, poi via verso il meritato panino.