mercoledì 26 agosto 2020

VISO MOZZO (m 3.019): via Serena

Mercoledì 26 agosto 2020

Io e Stefano


Si riforma la cordata con Stefano e anche stavolta l'obiettivo è a dir poco... di ricerca... una via quasi mai percorsa, di cui si sa poco.

Viso Mozzo (m 3.019), gruppo del Monviso, via Serena (IV+   D-   11L   370 m), via aperta nel 1984 e che io sappia ripetuta ben poche volte.

Appuntamento alle 5,40 a Saluzzo, nonostante il disguido tecnico con l'auto la sera precedente; arriviamo puntuali, carichiamo la mia e via verso l'alta Valle Po; l'idea è di parcheggiare al Pian della Regina (m 1.770), per due motivi: salire dal basso ma diretti, evitando un largo giro, ed evitare di pagare l'odioso e ingiustificabile onere del parcheggio al Pian del Re (m 2.020).

Alle 6,30 parcheggio, ci prepariamo con tutto l'armamentario del caso (due mezze da 60 m, 12 rinvii, martello e chiodi, friends e nuts, cordini da abbandono, scarpette comode comode) e poco dopo siamo in cammino.

Poco più in alto inizio a fotografare il nostro obiettivo, illuminato dal primo sole:

Più a destra, una volta sbucati quasi all'altezza del Lago Chiaretto, ecco il Re, il Monviso (m 3.841), purtroppo teatro di recenti crolli, con il suo alfiere, il Visolotto (m 3.348):
Risaliamo il sentiero che conduce al Ghincia Pastour (m 2.472), non saliremo la cima ma vi passeremo vicino, e la nostra meta si avvicina:
Arriviamo sullo sperone al di sotto del versante nord del Viso Mozzo:
Risaliamo il conoide, dapprima abbastanza bene per via dei grossi blocchi presenti, più in alto con più fatica, passando il fondo a detrito più fine e instabile.
Entriamo nel Canale dei Campanili, al primo bivio teniamo la sinistra, mentre al secondo piccolo bivio (meno marcato), un centinaio di metri prima della base del Campanile di San Chiaffredo, saliamo i facili risalti a destra, con l'attacco della via ben riconoscibile in alto, tra ombra e sole:
Il Campanile, con Stefano che sale a destra:
Poco dopo siamo all'attacco della via, contrassegnata anche da un cordone bianco (tra luce e ombra):
Alla nostra destra, verso nord, le alte vette del Rosa e... eccolo lì, il mio Cervino (m 4.478), dove ho vissuto la mia avventura pochi giorni fa:
Il menu del giorno, la relazione della via:

La fessura iniziale, che in realtà non mi convince molto... ingannato dal cordone, salgo qualche metro, poi faccio per rinviarlo, ma mi accorgo che è semplicemente appoggiato su una cengetta... in più, non mi piace il traverso che dovrei fare a sinistra per raggiungere il camino descritto in relazione, improteggibile:

Torno sui miei passi, anche grazie all'amico che mi offre una spalla su cui appoggiare un attimo un piede, poi attacco più a sinistra, al di sotto del camino, salendo in verticale un pilastrino e scalando di filato il camino (IV), con movimenti delicati a causa di alcune rocce rotte presenti all'interno.
All'uscita, salgo i facili risalti che seguono, fino a un comodo terrazzo dove allestisco una sosta, dopo 30 metri; poco dopo, Stefano sale a sua volta:
La sosta, su solido spuntone e buon friend:
Stefano prosegue poi lungo il secondo tiro (IV), salendo un bel diedro verticale:

Per uscire poi in placca, tornando sul filo dello spigolo e sostando in una nicchia, dopo 30 m.

Salgo poi il terzo tiro (IV+), molto delicato: mi innalzo a sinistra nel diedro a tratti strapiombante, soprattutto facendo molta attenzione a lastre e blocchi appoggiati che fanno decisamente impressione... mi proteggo più del solito, piazzando due friend, prima di caricare gli appoggi più precari e salire al di sopra; raggiungo un diedro-rampa più appoggiato, salendolo fino al suo termine, ad una sella comoda dove trovo la sosta allestita con due buoni chiodi.
Stefano mi raggiunge poco dopo:
La sosta:
Stefano sale quindi la parete scura lungo le placche articolate del quarto tiro (III+), sostanzialmente diritto fino a sbucare sulla piatta sommità del risalto:


Percorro subito il quinto tiro (III), traversando facile a sinistra fino a riprendere il filo dello spigolo, cge sale sempre più verticale, su terreno delicato in quanto un po' instabile:
Mi fermo dopo quasi 60 m, andando a fare sosta su solido spuntone in cresta a sinistra, da dove faccio salire l'amico:
Stefano prosegue per il sesto tiro (IV+), trovando dopo pochi metri ben 3 chiodi di sosta; ne rinvia uno, poi raggiunge il diedro-fessura che sale verso con un paio di passi atletici la sosta in una nicchia ben riconoscibile, sotto ad un tetto, dove trova un chiodo, che rinforza con un paio di friend:
Salgo il diedro a mia volta:
Il settimo tiro (IV) mi vede evitare lo strapiombo traversando a sinistra un paio di metri e proseguire presso il filo dello spigolo su rocce nerastre fino a delle cenge erbose, dopo 35 m, dove attrezzo una buona sosta:
Intanto, i campanili di San Chiaffredo e dell'Immacolata sono ormai molto al di sotto di noi:
Stefano prosegue nei pressi dello spigolo, salendo lungo muretti e placche per una quarantina di metri (IV-), sostando su spuntoni al di sotto di una evidente parete chiara triangolare:
Siamo al nono tiro (IV+), salgo facilmente fin sotto alla fessura che solca la compatta parete; la percorro in diagonale verso destra, rinviando due provvidenziali chiodi:
Raggiungo così la fessura di destra, che salgo con splendidi movimenti, se non fosse che sul passo chiave la lama che tengo con la sinistra si muove di una spanna e non mi rimane in mano solo grazie a un mio funanbolismo, che mi permette di mantenere l'equilibrio... poi salgo gli ultimi metri uscendo su terreno più facile; poi oltrepasso lo strapiombo seguente salendo alla sua destra, fino a raggiungere un terrazzino dove attrezzo la sosta; lì recupero Stefano:
La sosta, su solido spuntone e friend, come quasi sempre:
Selfie ricordo:
Ora la relazione parla di due lunghezza (IV-), la seconda delle quali lunga solo 15 m, lungo l'evidente spigolo; Stefano sale piazzando qualche protezione, dopo aver rinviato addirittura due chiodi iniziali:
Visto che abbiamo corde lunghe e l'andamento rettilineo del tiro, proseguiamo fino a uscire in vetta, da dove Stefano mi recupera:
L'uscita della via, a pochi passi dalla croce di vetta:
Autoscatto in cima:

In cima incontriamo diverse persone salite per la Normale, sempre molto frequentata...

Dopo un po' di chiacchiere e dopo aver sgranocchiato qualcosa, scendiamo lungo la Normale, fino al sentiero vicino al Rifugio Quintino Sella, al Lago Grande di Viso; poi transitiamo di fianco alla parete est del Monviso (m 3.841):

A causa dei recenti crolli che hanno interessato la zona, il sentiero sotto la nord del Viso e sopra il Lago Chiaretto è chiuso, proponendo una variante bassa che seguiamo fino al lago stesso:
Proseguiamo poi la discesa, piacevolmente all'ombra, fino al parcheggio a Pian della Regina.

Alle prossime avventure!

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