sabato 31 marzo 2012

Valle del Sarca - Parete San Paolo (m 184): Concordia


Sabato 31 marzo 2012

Io e Manu

Sveglia poco dopo le 6,00.
Lasciamo a fatica i nostri letti ed il confortevole agriturismo e carichiamo tutto in macchina; ancora un po' ghisati da ieri, abbiamo optato per la via Concordia (6a+ TD 8L 220 m) alla Parete San Paolo Sud (m 184), appena fuori Arco (TN).
Colazione al bar, dove chiediamo informazioni su dove si trovi la vecchia diga sul fiume Sarca, dove dovremmo parcheggiare; poco dopo, eccoci alla pizzeria La Lanterna, dove domandiamo di poter parcheggiare.
La parete è sopra do noi, immensa e verticale:
L'avvicinamento è breve, una decina di minuti; percorriamo la base della parete, scorrendo il nome delle varie vie, finché non vediamo due ragazzi all'attacco di una via: naturalmente, su decine di vie in zona, abbiamo trovato l'unica già occupata...
Visto che non abbiamo altre relazioni stampate con noi, aspettiamo il nostro turno, mentre i due ragazzi salgono il primo, impegnativo tiro:
La via attacca bella dritta (5b), poi le prese e gli appoggi terminano quasi del tutto (6a+)...
Manu va avanti, mentre continua l'ondata di caldo torrido che ieri ha fatto segnare 27°C, a marzo... Infatti, saliamo in pantaloni corti e maglietta:
Il primo tiro mi vede subito in difficoltà, sporco subito la via con una bella munta di rinvio...
Ma attacca veramente dura, per me...
Spettacolare la quantità di clessidre con cui gli apritori hanno protetto la via, grazie ai molti cordoni infilati in clessidre sempre solide e sicure; la sosta, anch'essa su clessidre e chiodi:
Manu in sosta, mi fa sicura mentre attacco il secondo tiro (5a, con un passo più impegnativo in traverso verso sinistra):
Il tiro sale prima diritto in placca a buchi, poi un delicato traverso a sinistra mi porta ad una serie di appigli più netti, quindi un pilastrino verticale mi conduce alla comoda cengia di sosta:
Manu mi segue:
Terza lunghezza (6a): si sale aggirando verso destra un evidente spigolo, raggiungendo una placca liscia, quindi un difficile ribaltamento verso sinistra, per tornare oltree lo spigolo, al di sopra della sosta precedente:
Una serie di passaggi su muro verticale conducono in sosta, al di sotto di un tetto.
Il quarto tiro (6a) inizia con il superamento del tetto, molto fisico ma non eccessivamente tecnico, per poi portarsi verso sinistra e superare un secondo tettino, seguito da passaggi molto vati su roccia splendida:
La lunghezza si chiude con uscita su comoda sosta, dove troviamo un paio di alberi che ci confortano con un po' di ombra... Ne approfittiamo anche per bere un sorso.
Ripartiamo: quinto tiro (6a), difficile partenza con una sere di passaggi molto delicati, lottando contro lo sbilanciamento del peso a destra:
Segue un traverso facile a destra, fino a portarsi sotto al celebre diedro del tiro successivo.
Quando tocca a me, devo ricorrere a tutti gli espedienti che conosco per superare il tratto ostico.
Sesta lunghezza (6a+), il diedro della fatica... lunghissimo, totalmente verticale con qualche passo strapiombante, decisamente fisico.
Una lunga dulfer che mette fine quasi del tutto alle mie energie... Manu la percorre bene, poi salgo io, imprecando ma tenendo duro:
Settimo tiro (6a): partenza in traverso verso sinistra, prima in aderenza, poi sfruttando una serie di prese rovesce (5c), quindi si doppia lo spigolo e si risale una faticosissima fessura verticale, con uscita in cengia:
Sono al limite, tanto che lungo il traverso iniziale sono colto da crampi alla mano destra, ma tengo duro.
La vista verso Arco e le sue rocche dall'ultima sosta:
Ottava ed ultima lunghezza (5b): si risale un muro verticale,
quindi si prosegue tra muri e diedri, magnifici, fino alla vetta:
Il libro di vetta della via Concordia:
Beh, la via è molto ben frequentata: 6 giorni fa è stata salita dal grande Alessandro Gogna!
Relax in cima, con la Valle del Sarca come sfondo ed un caldo incredibile:
La discesa è evidente e circa 40 minuti dopo siamo alla macchina, nel parcheggio del ristorante, con vista sulla parete e sulla "nostra" via:
Bene, nonostante la grande fatica mi toccano 4 ore di macchina, con le mani così ghisate da non riuscire a stringere il volante... ovviamente, Manu dormirà tutto il viaggio!

venerdì 30 marzo 2012

Arco (TN): Falesia di Nago


Venerdì 30 marzo 2012

Io e Manu

Oggi sono a Trento per un breve lavoro, così ne approfittiamo per dedicarci al calcare trentino!
Verso le 15,00 passiamo all'agriturismo di Arco dove siamo prenotati, lasciamo la roba (pc, ecc) e ci rechiamo alla vicina falesia di Nago per prendere confidenza con la roccia locale, in vista della via lunga di domani.
I posti sono fantastici:
Le big-wall della Valle del Sarca:
La falesia richiede una decina di minuti di avvicinamento, incontriamo subito moltio ragazzi tedeschi, che qui sono la maggior parte...
Nel settore che scegliamo incrociamo due ragazzi piemontesi, di Pinerolo... incredibile!
Noi ci lanciamo su alcune vie di quinto grado, che purtroppo sono belle unte:
Prima saliamo un 5a, poi un 5b, con roccia decisamente migliore, quindi un bellissimo tiro di 6a, per me bello tosto, in quanto prettamente di forza...
Prima di andarcene Manu sale ancora un 6a/b, magnifico.
La parete salita, vista dal sentiero alle luci della sera:
Gli altri settori, che, anche se falesia, sono molto belli:
OK, a lavarci, poi pizzeria e giretto turistico per Arco, dove climbers di ogni tipo invadono le vie e... i muri!

sabato 24 marzo 2012

CROIX de TOULOUSE (m 1.600): Pilier Bleu


Sabato 24 marzo 2012


Io, Manu e Renato

Giornata divertente, nata dopo lunghe discussioni con Manu sulla destinazione.
Purtroppo Paolino l'Alpino non è dei nostri nemmeno oggi.
La mia idea è di tentare Super Calcaire (6a TD 10L 300 m) alla Rocca Clarì (m 2.051), con l'alternativa di proseguire verso Briançon in caso la temperatura fose troppo bassa (la parete è esposta a nord-ovest).
A dir la verità, quando superiamo Cesana e raggiungiamo la base della parete, la temperatura segna +5°C e sono solo le 8,50 del mattino, per cui secondo me si potrebbe fare, attaccando con calma tra un paio d'ore...
Manu esclude subito l'idea, così proseguo alla volta della nostra seconda patria, il briançonnais.
Andiamo alla Croix de Toulouse (m 1.600), immediatamente al di sopra dell'abitato di Briançon, dove sono stato una ventina di giorni fa; la via prescelta è il Pilier Bleu (6a+ TD 7L 200 m):
Salendo lungo il sentiero incontriamo la prima vipera della stagione... è a pochi passi da noi e si allontana lentamente: fa ancora freschino ed i suoi movimenti ne risentono... Alla fine si nasconde sotto un masso:
Siamo all'attacco della via, il clima è magnifico e siamo in maglietta:
Ci leghiamo, vado avanti io per i primi tiri.
La roccia è un calcare magnifico, con ottimo grip.
Il primo tiro (5b) attacca un diedro verticale, ma ben appigliato:
Non è molto lungo, in breve sono in sosta, due chiodi da collegare.
Bene, anche oggi buoni sensazioni.
Resto davanti nel secondo tiro (5c), in cui attacco a sinistra una breve placca che conduce ad un diedro decisamente liscio:
Dopo pochi passi traverso a sinistra, a prendere una fessura che per rocce ora più articolate mi conduce in cima al risalto, una cengia con comodissima sosta su spit.
Recupero i compari, mentre studio la parete verticale, in un tratto leggermente aggettante, con un calcare magnifico... che mi convince: conduco ancora per il terzo tiro (6a):
Attacco il muro, poi raggiungo il passo chiave (6a), un ristabilimento verso sinistra delicato; segue il superamento del leggero strapiombo, risolto una volta raggiunta una buona presa; visto che il movimento deve comprendere la rinviata, do fondo a troppe energie ed ho bisogno di un resting.
Esco poi su placche più semplici, quindi un traverso a destra di 7-8 metri mi conduce alla comoda sosta, seguito dai soci.
Renato:
Manu:
Cambio della guardia: passa avanti Manu.
Quarta lunghezza (6a+), veramente entusiasmante.
Un unico, lungo muro verticale, solcato da una fessurina; passi di 6a dopo i primi 5 metri più facili, poi la parete si raddrizza: se percorsa pienamente al centro è 6a+; se si resta leggermente più a sinistra, 5c:
La chiodatura della via è estremamente plaisir, stile Gérard Fiaschi, apritore che noi apprezziamo molto.
In sosta con me, Renato...
La sosta è in cima alla paretina: Renato sale da secondo, io chiuderò la cordata:
Il quinto tiro (5c) non è molto bello, la roccia peggiora un pochino ed i passaggi non sono granché, sempre in diagonale verso destra:
Sesta lunghezza (6a+), secondo me la più dura.
Alcuni facili metri portano ad un traversino in spaccata verso destra, quindi si continua in traverso con un passaggio veramente delicato ed aleatorio, peraltro protetto molto bene:
In seguito Manu risale alcuni metri ed attacca un lungo diedro verticale, in opposizione:
E' l'unico appunto che mi sento di muovere ai chiodatori: nel diedro ci sta uno spit in più, tutta la vita, secondo me...
Usciamo in cima al pilastro (il Pilier Bleu, appunto), ci spostiamo una quindicina di metri ed attacchiamo l'ultimo tiro, il settimo (5b).
Passa avanti Renato, che risale la parete articolata:
Poco dopo, eccoci tutti in cima, con Briançon ai nostri piedi:
La discesa è un casino... e noi ci incasiniamo! :-D
So che dobbiamo traversare a destra, ma stavolta il canale giusto non lo becchiamo... da lontano è tutto chiaro, ma quando ci sei dentro non si capisce molto della fisionomia della parete...
Comunque fortunatamente non ci imbattiamo in alcun salto roccioso serio e scendiamo: scopriremo poi di esserci tenuti troppo a destra, così scughiamo sul sentiero della via normale alla montagna.
Tornati all'auto, ci cambiamo e ci concediamo una sosta ristoratrice nel dehors di un bar vicino, in maglietta, mentre gli astanti hanno il piumino... incredibile...
Un ultimo sguardo alla parete, su cui personalmente non ho più molto da salire, poi a casa, soffrendo per radio la partita del Milan.

sabato 10 marzo 2012

MONTE CHARVATTON (m 1.787): Tommy


Sabato 10 marzo 2012

Io, Manu e Renato

Oggi faccio la conoscenza del mitico Renato, in una giornata all'insegna del divertimento e dell'arrampicata magnifica offerta dalla roccia perfetta del Monte Charvatton (m 1.787).
Da tempo frequentiamo la Valle di Champorcher, ma non ci siamo mai avvicinati al Charvatton; stavolta ci siamo, ho una voglia matta di arrampicare e la cumpa è presto fatta: Manu c'è e si aggiunge anche Renato, di cui faccio la conoscenza.
L'alternativa per me sarebbe stata un'arrampicata solitaria in Val Susa, a Rocca Sella.
Propongo di scalare la via Tommy (6c/A0 TD+ 14L 600 m).
Lungo il viaggio si parla del più e del meno, come sempre; a Pontboset, frazione Terrisse, parcheggiamo e ci prepariamo, mentre io azzanno il primo panino al salame.
L'avvicinamento è piuttosto ripido, ma breve (20 minuti) ed ottimamente attrezzato con gradini di legno, scalette e corrimano in ferro.
La temperatura è fresca, ma si sta bene, niente pile.
Ci leghiamo ed attacchiamo verso le 10,45, quando il sole sta riscaldando per bene la parete.
Manu va avanti nei primi tiri: purtroppo so già che non riusciremo a salire tutta la via, per via di un mio impegno e per il fatto di essere una cordata da tre.
La parete inizia abbattuta, poi si raddrizza.
Prima placca facile (4c), poi parete verticale lungo una magnifica fessura, quindi un traverso delicato a destra (5c).
In realtà Manu manca la sosta, così ravaniamo un po', con ridiscesa su rinvio, ecc.
Secondo tiro: Manu sale uno speroncino, poi su dritto in placca, fin sotto ad uno strapiombo da contornare a destra in aderenza (6a+), poi più facilmente in sosta:
Renato, personaggio:
Terza lunghezza: qui arrivano i problemi...
La via supera uno strapiombo liscio come un vetro, assolutamente improponibile in libera...
Manu si avvicina guardingo:
Stupiti dal fatto che la chiodatura non segua il diedro sulla destra, apparentemente più fattibile, ci prepariamo a ravanare...
Manu ha salito diversi 6b+ finalesi, ultimamente, e mentre studia i passaggi annuncia senza dubbio che non si tratta assolutamente di 6b...
OK, si sale in artificiale, azzerando il tiro.
Non senza una certa fatica, ci alterniamo a tirare rinvii:
Quarto tiro (5c): una bella placca verticale, poi una serie di muri a vaschette, sempre su roccia spettacolare e con chiodatura plaisir:
Finalmente una sosta comoda: una bevuta in tranquillità, poi si riparte per la quinta lunghezza (5c), magnifica e divertente, sempre su placca verticale, in aderenza, con buchi erosi dall'acqua e vaschette da utilizzare in aderenza:
Ci portiamo alla base di un lunghissimo muro lavorato; passo in testa io e salgo il sesto tiro (6a):
Prima lungo divertenti fessure e buchi, poi in verticale in aderenza, con l'ultimo tratto in diagonale verso sinistra, fino alla sosta.
Recupero i compari, mentre Renato comincia a denunciare in maniera piuttosto colorita un dolore ai piedi, imprecando contro la placca:
Tra una battuta e l'altra, si prosegue: attacco il settimo tiro (5c), lasciando in sosta i due ceffi che mi assicurano:
Ancora una lunghezza molto divertente, in placca, poi superando uno strapiombo, quindi in sosta:
Recupero i soci, che solcano il mare di gneiss granitico che ci separa:
Sopra di noi, la via si abbatte per un tiro, raggiungendo la grande cengia centrale:
Mentre i soci mi raggiungono, a malincuore devo annunciare che, essendo le 15, è tempo di scendere:
Manu è d'accordo, Renato pure.
Buttiamo le doppie ed iniziamo la serie di calate: