giovedì 17 giugno 2021

ROCCA di COLLA AUTA (m 2.350): Francesca + CIMA di RENA GROSSA (m 2.356): Sperone Nord

Venerdì 18 giugno 2021

Io, Stefano e Alberto

Ricomponiamo la cordata a tre con Stefano e Alberto.

Oggi il meteo è incerto, ma dopo attente valutazioni, compatibilmente con le esigenze di Stefano di riprendere a scalare senza esagerare con le difficoltà, estraggo dal cilindro l'idea di andare a Sant'Anna di Vinadio, in alta Valle Stura, dove non scalo da tempo.

Parcheggiamo allo Scoglio dell'Apparizione, ci prepariamo e saliamo il breve avvicinamento fino a Rocca di Colla Auta (m 2.350), dove saliremo la via Francesca (5c   D+   5L   220 m):

C'è il sole, si sta bene. Nessun altro in giro a scalare, per ora.

Sotto la parete troviamo subito l'attacco, grazie alla targhetta metallica; ci leghiamo, salirò io da primo.

Il primo tiro (5c) è una bellissima placca, con alcuni passi leggermente strapiombanti, dove la chiodatura decisamente distanziata fa sì che occorra tenere le antenne belle dritte:

Raggiungo la sosta su spit e catena dopo 40 m e faccio salire gli amici:

Il secondo tiro (III+) è facile e lungo, l'unica difficoltà è il dubbio sulla direzione da tenere una volta emersi sulla cengia mediana; la via corretta va leggermente a sinistra, dove alla fine la sosta.

Il terzo tiro (5c) si apre con un passo strapiombante, poi una serie di bei passaggi in placca mi conducono in sosta:


Il quarto tiro (5c) è il più bello, scalo un lungo diedro verticale, poi traverso a destra per uscire lungo il muro finale, dove trovo la sosta. Sinceramente mi pareva di ricordare questo tiro come più ostico, quando avevo salito la via una vita fa, credo nel 2007.
Dopo un po' ecco Alberto uscire dal traverso sotto la sosta:
Seguito da Stefano:
L'ultima lunghezza (5a) è un bel viaggio lungo muri e placche, con il panorama che si apre sempre più, con i celebri laghi di Sant'Anna sullo sfondo, fino a farmi emergere poco sotto la croce di vetta, dove trovo la sosta su catena; poco dopo gli amici sono sulle mie tracce:
La vicina vetta:
 
E' presto, non abbiamo problemi, il meteo regge, dunque proseguiamo a piedi in cresta fino a raggiungere il sentiero del giro dei laghi, risalendolo per pochi minuti fino alla base dello Sperone Nord (4c   D-   4L   140 m) di Cima di Rena Grossa (m 2.356).
Ci ri-leghiamo e apre le danze Alberto per i primi tiri:
Lo sperone è divertente e aereo, ben chiodato:
Lo ripeto almeno per la terza volta, ma ci sta:
Il quarto e ultimo tiro vede Stefano tornare a condurre, per la prima volta dopo l'incidente; tutto ok, sale fino in vetta:
Eccoci in uscita:
Relax sulle rocce sommitali:
Il ritorno a valle si svolge lungo lo splendido sentiero dell'anello dei laghi, lungo la strada militare che mi sorprende ogni volta per l'incredibile lavoro svolto con il fondo e con i muretti a secco in pietra.
Anche oggi alla fine il meteo ci risparmia, anche oggi la scelta e le valutazioni della vigilia si rivelano corrette.

mercoledì 16 giugno 2021

PUNTA VENEZIA (m 3.095): Diretta al Centenario CAI Asti


Mercoledì 16 giugno 2021

Io e Alberto

Da quando ho saputo che una nuova via era stata chiodata a Punta Venezia (m 3.095), visto l'amore per il luogo e la carenza di vie da fare in zona (avendole fatte quasi tutte...), mi è subito venuta voglia di andarla a ripetere.

La via in questione è la Diretta al Centenario CAI Asti (5c   9L   380 m), che volendo ha il secondo tiro di 6b+, evitabile con un tiro parallelo di 5a.

Alberto si è subito detto interessato, così non appena capita l'occasione eccoci pronti!

In realtà ancora nessuno quest'anno ha scalato lassù, a Tremila metri, ma secondo me le condizioni potrebbero già essere buone; in più in questi giorni lo zero termico è previsto a 4.200 m... Ok, Alberto, andiamo!

Poco dopo le 7,00 siamo al Pian del Re (m 2.020), dove posteggio, ci prepariamo e iniziamo l'avvicinamento. Una sola auto oltre a noi al Pian del Re.

Previsioni discrete ma non perfette: qualche nuvola al mattino e soprattutto instabilità e rischio temporali al pomeriggio. Dovremo essere abbastanza veloci da toglierci dai guai prima dell'eventuale peggioramento...

Saliamo verso il Giacoletti seguendo il sentiero estivo classico, evitando il Coulour del Porco Basso, per non cercarci rogne con la neve; la cascata è bella impetuosa e dà una bella svegliata...

Poi sbuchiamo al Lago Superiore di Viso e la vista sul Re di Pietra (m 3.841) e sul Visolotto (m 3.348) è magnifica:

Proseguiamo con un caldo terrificante, mai fatto tanta fatica e sudore per un avvicinamento in quota al mattino presto...
In un'ora e mezza siamo al rifugio Giacoletti.
Fin qui zero neve; subito lo sguardo va alla parete est della Venezia, tutta pulita, e alle condizioni di innevamento alla sua base:
Bene, nessuna sorpresa negativa: c'è neve ma non troppa e portante.
Uno sguardo alle vie a Punta Udine (m 3.027), pulite anche quelle:
Il rifugio Giacoletti e il Viso Mozzo (m 3.019) che spunta:
L'attacco si individua facilmente, grazie alla targhetta metallica:
La parete sopra di noi, decisamente invitante:
Attacco il primo tiro (5c), ancora mezzo inebetito dal caldo assurdo patito salendo in avvicinamento...
Un passo strapiombante ben appigliato, chiodatura che per tutta la via sarà intelligente, non ravvicinata ma ben fatta.
Salgo una sequenza di muri e placche intervallati da piccole cenge, poi raggiungo il terrazzino dove trovo la prima sosta, attrezzata con spit e doppio anello di calata:
Faccio salire l'amico:
La sosta:
Ora sopra di noi incombe il muro aggettante del secondo tiro (6b+), tiro con difficoltà fuori scala con il resto della via; intelligentemente gli apritori hanno chiodato una variante a destra (5a) che renda la via più omogenea:
Decido di seguire quella, traversando a destra fino a raggiungere il filo dello speroncino, che poi seguirò lungo una rampa fino al terrazzino di sosta; poco dopo ecco Alberto sulle mie tracce:
Terzo tiro (5b), molto lungo e vario, divertente e condito dalle nebbie tipiche della Valle Po, che oggi salgono prima del solito a portarci un po' di refrigerio; Alberto sulle mie tracce:

Alberto si accorge che sono ancora un po' bollito dal caldo e si propone di darmi il cambio e di aprire il quarto tiro (5a): una divertente sequenza di passi su muro a reglettes, seguiti da una serie di speroncini:
Salgo poi la quinta lunghezza (5b) di slancio, traversando qualche metro a sinistra per andare a salire un bel diedro-camino, abbastanza breve:
Il sesto tiro (3a) ci fa guadagnare una sella e, traversando a destra (ometti), la cengia erbosa dove si trova la sosta.
Salgo poi la settima lunghezza (5a), scalando la bella placca lavorata che sormonta la sosta, poi il diedro seguente, fino alla comoda sosta:
Sempre al fresco piacevole portato dalla nebbiolina, attacco l'ottavo tiro (5a), traversando a destra oltre un canale per salire la bella parete verticale che segue, tra diedrini e bei muri su ottime prese, per arrivare in sosta dopo 45 m, seguito poi dall'amico:
E' circa mezzogiorno quando Alberto sale la nona ed ultima lunghezza (4a), facilmente lungo un bel muretto che lo conduce infine ad una aerea sella, da cui scende a destra in sosta:
Quando lo raggiungo, ecco il torrione spettacolare che mi trovo di fronte:
Alle mie spalle, invece, il gendarme dove sono appena sbucato uscendo dal muretto:
Saliamo ora gli ultimi 80 metri, un po' camminando, un po' arrampicando, dopo aver fatto su le corde ed aver calzato gli scarponi; poco dopo siamo in vetta e ci regaliamo una foto di fronte al celebre bivacco della Venezia:
Scendiamo poi lungo la normale in cresta sud, comodamente asciutta, quando manca poco alle 13; giungiamo all'imbocco del Coulour del Porco e andiamo a reperire le corde e le catene del tratto attrezzato, che ci conducono nella parte bassa, da cui scendiamo con attenzione la neve, con consistenza tranquilla:
Ripassiamo dal rifugio, dopo aver recuperato i bastoncini, e scendiamo tranquilli al fresco, senza rischi di temporale, come ventilato nel pomeriggio dalle previsioni; nella parte bassa, la cascata butta di brutto e ci dà un'ulteriore bella svegliata:

Prima delle 15 siamo all'auto, chiudendo così l'ennesima splendida giornata in alta montagna.

domenica 13 giugno 2021

CORNO STELLA (m 3.050): Pilastro di Oscar + Spigolo Inferiore


Domenica 13 giugno 2021

Io e Pier

Oggi strappo una domenica arrampicatoria e l'idea è subito chiara: Corno Stella (m 3.050)!!!

Propongo la cosa a Pier, con cui non scalo da un bel po' e che risponde entusiasta. Dovendo sondare sul posto le condizioni (neve e colature di bagnato, soprattutto), partiamo senza sapere di preciso cosa fare, a parte la via sullo zoccolo con cui aprire le danze. Saliremo infatti il Pilastro di Oscar (5c   D   8L   250 m), per poi vedere il da farsi. I motivi sono i seguenti: ricordo essere una bella via, non la salgo da una vita (una quindicina di anni) ed è quella che attacca più in basso, dunque con meno problemi a superare il nevaio basale, essendo meno ripido.

Il ritrovo è direttamente al Gias delle Mosche.

Prepariamo gli zaini mentre sgranocchio qualcosina e bevo un succo, poi si parte lungo il sentiero verso il Bozano, sentiero che percorro sempre volentieri.

In 1h 40' siamo al rifugio, dove l'occhio va subito alla parete sud-ovest del Corno, le cui condizioni si confermano piuttosto buone, per ora:

Percorriamo la superlativa strada lastricata allestita 2 o 3 anni fa e ci portiamo rapidamente sotto lo sperone dove corre il Pilastro di Oscar, scelto anche perchè uno dei più accessibili in presenza di neve:
Poco dopo siamo all'attacco, ben segnalato:
Ci leghiamo e attacco io il primo tiro (5c), salendo qualche metro prima di fermarmi in cengia per un cambio di assetto, dalle scarpe da avvicinamento a quelle di arrampicata; poi sono pronto a salire le divertenti placche verticali che incombono su di noi:
Siamo i primi a scalare il Corno; poco dopo ecco arrivare un'altra cordata, che attacca proprio la nostra via; intanto Pier si impegna sui muri e placche del primo tiro:
Ci alterniamo e Pier sale il secondo tiro (4c), prima in placca, poi su un muretto:

Salgo poi una bella serie di placche (5a), seguite da diedrini e muretti, fino alla comoda sosta, dove mi raggiunge il sole; segue poi l'amico:

Pier sale quindi la quarta lunghezza (5b+), caratterizzata da belle placche e da uno splendido muro verticale fessurato:

Salgo poi a mia volta, dopo aver avuto un problema serio con la mia longe... o meglio, con la ghiera del moschettone che non vuole sapere di aprirsi, costringendomi a tagliare l'anello di fettuccia.

Il quinto tiro (5c) è fantastico, salgo le prime placche, sempre più verticali, poi raggiungo muri verticali e infine lo strapiombo rossastro evidente dal basso:
Al di sopra dello strapiombo c'è ancora un passaggio carino, poi la sosta, dove poco dopo mi raggiunge l'amico:
Pier torna avanti per unire due lunghezze (4a), esattamente di 60 m, fino alla parte alta dello zoccolo del Corno:
Lo raggiungo, poi con un'ultima facile lunghezza vado a sbucare sulla grande cengia erbosa a metà parete.
Intanto abbiamo già scrutato da tempo le condizioni della parte superiore della parete: la zona della De Cessole e della Campia sono bagnate...
Allora propongo lo Spigolo Inferiore (IV+   D   6L   180 m), nonostante io l'abbia già salito un paio di volte; sembra in condizioni e mi era piaciuto parecchio.
Bene, ci portiamo sulla sinistra della grande cengia mediana, all'attacco della via; Pier sale il primo tiro (III+) lungo il diedrone, protetto da uno spit in un passo non banale, fino a uscire sulla sinistra, alla sella:
Lo raggiungo, per salire poi a mia volta il secondo tiro (IV+), a mio avviso il tiro chiave, dopo averlo salito ben 3 volte.
Attacca verticale, dopo qualche metro rinvio un chiodo, leggermente a sinistra del filo dello spigolo, poi salgo diritto e con un passo mi porto più a destra, ora sullo spigolo arrotondato; proseguo, rinviando un paio di spit e ignorando una vecchia sosta, poi sempre verticalmente fino alla nuova sosta ad anelli, da cui recupero l'amico:
Pier sale un pochino impressionato dalla verticalità e dall'esigenza della chiodatura, peraltro ben poco integrabile... mi dice che onestamente, anche dato l'allenamento attuale, lui ne avrebbe anche abbastanza per oggi.
Va bene così, ci godiamo per bene il panorama, gli illustro un po' dove passa la fine della via e sgranocchiamo qualcosa.
Dietro di noi, la Catena delle Guide, splendida:
Un selfie in sosta:
Uno sguardo a quel che ci separa dalla vetta:
Via con le calate, una lunga fino alla cengia mediana, poi un'altra lungo la rampa della cengia, infine un'ultima per riprendere piede sul nevaio:
Nevaio che quest'anno è già decisamente magro, fortunatamente:
Scendiamo al rifugio, oggi mi regalo addirittura una birra, che in genere non bevo mai, ma per la compagnia...
Scambiamo qualche chiacchiera col mitico Marco, ripercorriamo la linea salita poco prima con lo sguardo...
Poi ci prepariamo a scendere, lasciando uno dei miei posti preferiti col proposito di tornarci più volte in stagione:
Salutiamo anche gli stambecchi che qui sono di casa:
Scendiamo sotto l'occhio vigile della parete ovest dell'Argentera (m 3.297):
Alle prossime avventure!