sabato 30 luglio 2011

TOUR TERMIER (m 3.070): Termier-Tière




Sabato 30 luglio 2011




Io e Paolino l'Alpino (e Livio)


Ancora roccia, ancora lo splendido calcare dei Cerces.



























































domenica 24 luglio 2011

ROCCA LA MEJA (m 2.831): Eterni Peter Pan



Domenica 24 luglio 2011





Io, Manu e Paolino l'Alpino




Risveglio in tenda con comodo, viste le fatiche dei giorni passati; ritiriamo tutto, ci diamo una rinfrescata nel fiume Stura, poi carichiamo tutto in macchina e facciamo colazione in un bar di Vinadio.



Il meteo, nonostante qualche fulmine ed il forte vento della notte, è ancora ottimo (fatto eccezionale, in questa folle estate 2011...).




Partiamo verso il Colle di Valcavera (m 2.416), ma presto facciamo dietro-front: meglio acquistare la guida della Meja per decidere quale via salire...




Nonostante io sia partito con ben 13 guide al seguito, la Meja non era prevista e l'ho lasciata a casa; Manu non ha ancora la sua copia, quindi torniamo a Vinadio e ne prendiamo un'altra.
Ora possiamo inerpicarci in macchina lungo i tornanti della stretta strada, tanto celebre tra i ciclisti; avendo fatto tardi, ci tocca salire in mezzo ai merenderos della domenica, senza lamentarci...


Parcheggiamo, ci prepariamo ed iniziamo la splendida camminata praticamente in falso piano, che ci conduce in una quarantina di minuti alla splenida vista su Rocca La Meja (m 2.831):

Le sue placche assolate, esposte a sud, sono state teatro negli ultimi anni di una massiccia opera di chiodatura, con la creazione di numerose vie per lo più attrezzate a spit, anche se molte mantengono un obbligatorio di tutto rispetto.


Il nostro obiettivo è Piccola Peste (5c D 5L 230 m), sulle placche della parte destra dello zoccolo:

Purtroppo, la pesante pubblicità seguita all'uscita della guida relativa al sito comincia a dare i suoi frutti, insieme all'avvicinamento comodo; risultato: la via è occupata e, siccome il sito è noto per il rischio di caduta pietre, non conviene accodarsi.






































sabato 23 luglio 2011

PAIN de SUCRE (m 2.560): Jour de Fete


Sabato 23 luglio 2011




Io, Manu e Paolino l'Alpino






Dopo la bella giornata di giovedì alla Nasta, ripartiamo con Paolino l'Alpino alla volta di Barcelonnette e dell'Ubaye.


Per ripigliarci (siamo tornati all'1,00 di notte dalla Nasta...), partiamo tardi, poco prima delle 9,00 e per oggi abbiamo in programma sostanzialmente di riposarci.
Fatto sta che ci ritroviamo a passare da Sambuco poco prima di mezzogiorno e propongo di fermarcia mangiare da Bartolo, alla mitica Osteria della Pace al cospetto del monte Bersaio (m 2.386):



E' una giornata magnifica, peccato non fare qualcosa di più serio, ma dobbiamo recuperare...



Mangiamo benissimo e quando usciamo ci ha raggiunti Bruno con famiglia: cazzeggio in piazzetta, ammirando la parete attrezzata con prese e corda:

Via, si parte con destinazione falesia di Méolans, poco oltre Barcelonnette, dove scaliamo qualche tiro (pochi), prendendo anche qualche mazzata, dovuta alla stanchezza, alla ghisa ed al patiné che caratterizza il calcare di molte vie...



Verso le 19,00 salutiamo Bruno e famiglia e torniamo a Barcelonnette, dando le prime occhiate al Pain de Sucre (m 2.560) che scaleremo domani:







Ci regaliamo un'ottima cena in un ristorante nella piazza principale, piena zeppa di turisti, poi tentiamo di trovare posto in un campeggio, ma è tutto sold-out...



Poco male, da veri alpinisti improvviseremo un bel bivacco in tenda "messa alla caxxo"!



Dopo cena, prendiamo la strada che porta all'attacco del sentiero del giorno dopo, che però è un canyon e non offre prati pianeggianti per piantare la tenda come si deve... Alla fine troviamo un posto accanto ad una chiesetta, ma la notte scopriremo come anche una pendenza apparentemente leggera in realtà dia piuttosto fastidio...


Svegli alle 5,40, colazione e ripiego della tenda, caricata con tutto il resto in macchina.


Partiamo lungo il sentiero in mezzo alla nebbia:

I miei compari adombrano sospetti di maltempo e parlano già di ritirate dalla parete, io come al solito tengo su il morale portando concreti elementi positivi e di speranza...


Infatti, dopo oltre un'ora di salita senza veder nulla e pure con qualche dubbio lungo il sentiero da seguire... ecco all'improvviso dissolversi ogni dubbio, spazzato via con la nebbia!

La nostra parete è lì, sotto un cielo limpido e quasi a portata di mano:

Andiamo, gente di poca fede, pentitevi!


Altri 20 minuti e ci siamo: di fronte alla parete sud del Pain de Sucre (m 2.560), studiamo le nostre relazioni ed individuiamo immediatamente l'attacco della nostra via: Jour de Fete (5c D+ 10L 300 m), dei mitici Golé e Fiaschi, sinonimo di chiodatura plaisir.


Risaliamo la breve pietraia e ci leghiamo; attacca Paolino il primo tiro (4c):

La bella conca alle nostre spalle, con l'ultima parte dell'avvicinamento, arrivando da destra:

Paolino si staglia contro il cielo azzurrissimo dell'Ubaye:

Il secondo tiro (5c) offre una bella serie di passaggi su un calcare sempre ottimo, con un grip eccezionale:

Manu:

Il terzo tiro (5c) è fantastico:

Cambio della guardia: Manu passa avanti.


Quarta lunghezza: superato un muro leggermente strapiombante (5c), continua per balze più facili fino ad un comodo terrazzo di sosta:

Segue una bella placca, lavorata(4c) e Manu inizia già a mugugnare sull'assenza di continuità delle difficoltà, sbeffeggiato da me e Paolino (FF, ecc ;-D):



Sesto tiro: Manu supera un diedro fessurato fino ad un terrazzino (5a), quindi un muro verticale lungo una fessura (5c) fino ad uscire su un gendarme:

Ci riuniamo in sosta e beviamo un goccio: meteo fantastico e nessun altro in parete!

Per me, il massimo...

Avanti, siamo al settimo tiro: Manu traversa la cengia, supera un muro strapiombante, per proseguire poi lungo un marcato sperone, fino alla sosta (5c):

OK, ora tocca a me, che come al solito amo condurre la truppa fino all'uscita in vetta...

L'ottava lunghezza (III) non pone difficoltà, percorro una cresta affilata e divertente:

Quindi supero un passo strapiombante (5b), poi ancora in cresta, fino a fare sosta su un gendarme che sembra messo lì apposta.

Paolino segue, Manu più indietro:

Il nono tiro è piuttosto breve, dapprima facile, poi richiede il superamento di una fessura leggermente strapiombante, ma ben manigliata (5b), con sosta sulla grande scaglia:

Dalla sosta su spit e chiodo, l'ultimo tiro, il decimo (5c), che mi vede impegnato in un delicato muro verticale, poi via via più appigliato, fino alla comoda uscita dalla via, con sosta su uno spit:

Manu esce dall'ultimo passaggio:

La breve strada che ci conduce alla vetta:

Cima!

Solito autoscatto di vetta, poi si manfgia, si beve e si fa una bella telefonata a casa:

Il panorama verso Barcelonnette:

Il vicino Chapeau du Gendarme (m 2.682):

Verso l'Italia ci sono nuvole, confermate dal meteo avverso via telefono.

Qui si sta benissimo:

Un allegro aliante ci vola intorno, silenzioso:

La discesa richiede attenzione ed una lunga doppia da 60 m ci conduce al colle.

Ripassando sotto le pareti, Manu vuole ancora salire il primo tiro di Versant Soleil (6a+):

Poi si scende, lungo un posto veramente bucolico:

Anche oggi abbiamo scoperto un posto nuovo e magnifico, che sembra un angolo di Dolomiti...
Ancora il vicino Chapeau du Gendarme (m 2.682):

La vacanza non è finita, stasera andiamo a cenare in Italia a Pietraporzio, dormiamo in tenda e domani si scala ancora, a Rocca La Meja (m 2.831)!