lunedì 30 aprile 2018

SCOGLIO del LUP (m 1.700): Il Ritorno dei Lup

Lunedì 30 aprile 2018
Io e Lollo

Il meteo ancora una volta fa le bizze e decide per noi... ci adeguiamo e optiamo per la mezza montagna, lo Scoglio del Lup (m 1.700), dove so che hanno aperto sgombrato la strada dalla neve.
Scegliamo di scalare la via più lunga, Il Ritorno dei Lup (5c/6a   D   9L   430 m), via che avevo salito anni fa e di cui conservo un buon ricordo, compreso il tiro finale salito sotto il temporale...
Strada aperta, bene, cielo azzurro; l'avvicinamento è un po' antipatico, tra pietraie e tratti disagevoli, ma è piuttosto breve, una mezzoretta, poi eccoci all'attacco:
Attacca Lollo il primo tiro (5b), salendo la placca grigia al centro fino ad una evidente fessura, oltre la quale traversa leggermente a destra. uscendo sulla placca superiore:

La via è divertente; al terzo tiro (5c/6a) un bell'arco da salire in dulfer ci porta in alto lungo la struttura di gneiss:
Belle placche, sole, relax:

Qualche breve trasferimento non disturba più di tanto una via che, seppur si trovi in medio-bassa montagna, ha molti degli aspetti delle vie in quota, sviluppo, chiodatura e tipologia di scalata:

Varietà di passaggi, placche soprattutto, ma anche speroncini e diedri:


Nella parte alta le difficoltà in generale calano:

Solo l'ultimo tiro (5c) propone ancora qualche passo un pochino più delicato, molto divertente:
Stavolta lo saliamo su roccia asciutta ed è tutta un'altra storia:
Foto in cima, con alle spalle l'Argentera (m 3.297) e il Canalone di Lourousa:
C'è ancora neve, ma non più di tanta, la bella stagione è in arrivo:

La giornata va a chiudersi al tavolo del McDonalds di Cuneo:
Alla prossima avventura!

lunedì 23 aprile 2018

ROCCA PROVENZALE (m 2.402): La Vita che Verrà

Lunedì 23 aprile 2018
Io e Stefano

Dopo la lunga attesa, diamo libero sfogo alle voglie arrampicatorie approfittando di un periodo di tempo strepitoso.
Anche se in giro c'è ancora parecchia neve, tengo d'occhio la webcam del Rifugio Campo Base e mi accordo con Stefano per un ritorno in Castello, per salire la via La Vita che Verrà (6a   TD-   7L   275 m) alla parete ovest della Rocca Provenzale (m 2.402), via che scopriremo essere in realtà almeno 6b...
Data l'esposizione a ovest della via, non partiamo presto, per fare in modo di scalare al sole: ritrovo alle 8 a Dronero con Stefano, con cui finalmente ci si ritrova per scalare.
Un'ora dopo eccoci a Chiappera, con la famigliare (ma sempre strepitosa) vista sulla Rocca Provenzale, che si conferma essere sgombra dalla neve:
La strada è ancora innevata poco prima del rifugio, quindi posteggio a bordo strada e ci prepariamo.
L'avvicinamento






















giovedì 19 aprile 2018

DENTE ORIENTALE di CUMIANA (m 1.343): Rewind

Giovedì 19 aprile 2018
Io e il Pol

Ora basta, finalmente l'inverno è alle spalle e si torna in parete!
E subito esplode l'estate, con temperature incredibili e la sete che soffriremo per tutto il giorno...
La destinazione è ai Tre Denti di Cumiana, al Dente Occidentale (m 1.310).
Guido io, dopo la colazione da Mario col Pol, fino a Cantalupa.
Per l'ennersima volta, però, l'avvicinamento a piedi ci porta fuori strada, esattamente sotto al Dente Orientale (m 1.343), dove ci imbattiamo nell'attacco della via Rewind (6b+   7L   170 m), che a questo punto optiamo per scegliere come la via di oggi, pur non sapendo quasi nulla, se non qualche notizia dal sito di Gulliver:
Ci leghiamo, fa già un caldo incredibile.
Parto io per il primo tiro (5c): attacco un diedro verticale:
Mi ribalto a sinistra tenendo il filo leggermente strapiombante dello spigolo che mi sormonta, poi ne esco a sinistra, per raggiungere una placca piuttosto insidiosa e liscia:
La supero dopo aver studiato per bene il terreno, quindi per un muro un po' più facile raggiungo la sosta.
Pol mi raggiunge, per poi proseguire lungo la placca seguente ed i tetti che caratterizzano la seconda lunghezza (5c/6a):
Tetti, da cui si esce per un muro fessurato verticale, molto divertente:
Tocca a me:
La placca finale:
Ci alterniamo al comando della cordata e proseguo lungo le lisce placche del terzo tiro (6a):
Aderenza pura, in due sequenze separate da un tratto più agevole:
Il Pol segue:

La quarta lunghezza presenta il singolo passaggio più duro (6b+), ma la chiodatura e la brevità del passaggio non ne fanno il tiro più duro.
Pol supera i primi muri, molto tecnici, poi si porta sotto al tetto finale:

La quinta lunghezza (6a+) presenta subito una serie di muri verticali e brevi tettini:
Resta davanti il Pol, che esce verso destra da una sequenza di movimenti delicati e, per una fessura verticale, si issa verso la cengia dove trova la sosta.
Il tiro successivo, il sesto (6b) è il tiro più duro: un murone, come recita la relazione, subito strapiombante, poi sempre verticale e su movimenti tecnici, con chiodatura molto selettiva; il Pol ce la mette tutta, ma ce la fa:
Tormentati dalla sete e soli in parete, complice il giorno infrasettimanale, proseguiamo: tocca a me superare il tiro duro, non certo in libera:
E siamo all'ultimo tiro, il settimo (5a): vado rapido su placche articolate, fino ad un diedro che richiede ancora attenzione, da cui esco per raggiungere il castellino sommitale, che sostiene la nota cappella, da cui recupero l'amico:

Siamo in vetta:



Il prospiciente Dente Centrale:

La discesa è rapida, a piedi lungo la via Normale in lato nord, raggiungiamo il Colle della Bessa e poco dopo la Fontana Ellena, provvidenziale per lenire la sete e l'arsura!
Il ritorno all'auto lungo la pista forestale è tranquilla e piacevole.