domenica 27 maggio 2018

CONTREFORTS de ROCHE ROBERT (m 2.180): Orion

Domenica 27 maggio 2018
Io e Lollo

Ancora martoriati dal meteo...
La voglia di scalare però è troppa, così facciamo un tentativo generoso e, dopo essere impazziti sui siti meteo, decidiamo di tentare ai Contreforts de Roche Robert (m 2.180), a Monetier-les-Bains, dopo Briançon.
La via che puntiamo è Orion (6a   D+   5L   150 m), anche se i commenti sono piuttosto scarsi e alquanto contrastanti... ma per esclusione...
L'avvicinamento non è molto agevole, nella parte alta, dove diventa un ghiaione in grande stile "ravanage", senza tracce da seguire...
La parete sembra bella, anche se più ci avviciniamo più appare seria:
Come previsto, il meteo è al limite estremo...
Nuvoloni ovunque accompagnano la salita, poi arriviamo alla cengia alla base della parete e puntuale, dopo pochi minuti... ecco la pioggia:
Troviamo riparo sotto il grande strapiombo che caratterizza la parte sinistra della parete e cerchiamo di farcene una ragione...
Dopo una mezzora, la pioggia pare cessare; tra l'altro siamo stati anche fortunati, dal momento che fino a poche decine di metri da noi è venuto giù un acquazzone terribile, mentre qui solo un po' di pioggerella tranquilla...
Aspettiamo ancora un po' e proviamo ad aspettare che asciughi qualcosa...
Poco dopo siamo sotto l'attacco della via, che ci mostra subito una chiodatura a dir poco selettiva, alla faccia della quotazione P2...

Aspettiamo... tanto l'alternativa è tornarcene a casa...
Finalmente il cielo torna ad aprirsi e, dopo un po' di attesa, possiamo provare a combinare qualcosa.
Ci leghiamo e attacco il primo tiro (6a), salendo il diedro incassato, subito verticale, in cima al quale faccio sosta:
La chiodatura è bella selettiva, la roccia calcarea umida e soprattutto malsicura, friabile... Ahi ahi, non ci siamo molto...
Recupero l'amico in sosta:
Proseguo lungo placche più facili, poi, dopo una cengia, un muro molto delicato (6a), sempre su roccia dubbia e con chiodatura che Lollo definirà come solo lui sa fare...
Dopo un bel po' di tempo raggiungo la sosta e faccio salire l'amico:
Siamo d'accordo che qua non mette benissimo...
Io sarei per continuare ma Lollo propone di lasciare stare, che è troppo pericoloso.
Dopo un briefing e un po' di meditazione, siamo d'accordo: ok, scendiamo, non vale la pena rischiare per portare a casa Orion...
Buttiamo le doppie e ci caliamo:
Il meteo intanto regge ma resta perturbato.
Scendiamo il sentiero a ritroso e torniamo al parcheggio, da cui continuiamo a guardare la parete, con un po' di rammarico...
Più avanti, la bellissima torre dell'Aiguillette du Lauzet (m 2.717), che ho scalato qualche anno fa con l'Alpino:
Torniamo a casa, previa sosta a Briançon almeno per un McDonalnds, mentre il cielo continua a minacciare di tutto:
Visto che abbiamo tempo, ci regaliamo anche una passeggiata nella parte medievale della città, al castello:
Poi puntiamo al Colle del Monginevro e via a casa...

venerdì 18 maggio 2018

ROCCA dei CAMPANILI (m 2.390): Pellegrinaggio in Oriente

Venerdì 18 maggio 2018
Io e il Pol

Per sfuggire alle bizze del meteo e degli impegni, scatta l'uscita infrasettimanale.
Il Pol risponde presente, così optiamo per una salita in zona Mongioie, alla Rocca dei Campanili (m 2.390), dove sono stato un paio di volte e dove oggi saliremo Pellegrinaggio in Oriente (6b+   5L   110 m), via breve ma impegnativa.
Come al solito partiamo presto, da Mario, con l'auto del Pol; la strada è abbastanza lunga, parcheggiamo a Viozene, ci prepariamo e saliamo lungo il comodo sentiero che in mezz'ora ci conduce al Rifugio Mongioie.
Dal grande ripiano erboso che lo caratterizza, magnifico, ecco apparire la nostra meta, la splendida parete calcarea della Rocca:
C'è il sole, fa caldo, la neve è praticamente sparita, la voglia è a mille.
Le altre pareti della zona: Rocca Garba e Bricchi Neri:
L'avvicinamento alla nostra parete è abbastanza lungo, 1h 20'; la vista è grandiosa:
L'ultima parte poi è molto ripida, i pratoni si fanno a tratti quasi verticali, poi finalmente ci siamo.
Purtroppo una delle ultime lingue di neve è proprio in corrispondenza dell'attacco della via...
Ci prepariamo, ci leghiamo.
Salgo io il primo tiro (6a), salendo la placca liscia e compatta:

Mi tengo poi appena a sinistra e poi nuovamente a destra su placche finalmente più appigliate (5b); dopo un terrazzino, obliquo a sinistra verso una lama/rigola magnifica (5c), la salgo divertendomi un sacco e vado a sostare a destra, dopo 30 m:
Faccio sicura all'amico:
il quale si riscalda per bene in vista di alcuni tiri simpatici che ci aspettano:
Passa avanti per la seconda lunghezza (6b+): dritto in placca (6a), per poi traversare in obliquo a sinistra, superando con arrampica molto tecnica direttamente un'altra placca più ripida (6b+):
Più in alto la placca (6a) si fa più facile lungo una rampetta a destra (5b), fino alla sosta, dopo 25 m:
Tocca a me, mi impegno ma la libera va a farsi benedire:
Pol resta davanti nel terzo tiro (6a); sale direttamente un bella placca verticale e, sotto un tettino compatto, si porta a sinistra verso delle lame in parte nascoste (5c):
Prosegue poi dritto con un bel passaggio tecnico (6a) per superare un muretto ripido (6a) e obliqua infine a destra (5c), raggiungendo dei piccoli gradinetti erbosi alla base di un pilastro verticale fessurato:
Quando è il mio turno, mi impegno allo spasmo, o forse è più giusto dire allo "spalmo", su queste placche di calcare indubbiamente perfetto e gripposo:
Quarta lunghezza (6a).
Pol sale a sinistra della sosta e per placchette a rigole e fessure si porta a sinistra su un gradino (5c), per salire dritto verso delle rigole compatte, uscendone con passi tecnici verso destra (6a) e proseguendo diretto su parete meno ripida, sempre lungo grandi rigole (5c) , raggiungendo un gradino:

Aria sotto il culo:
E siamo già all'ultimo tiro, il quinto (5b). Vado avanti io.
Dalla sosta salgo leggermente in obliquo verso sinistra, superando brevi placchette e corti risalti e raggiungendo la sosta finale posta in alto a sinistra al di sotto di una parete strapiombante (5a con passo di 5b), dopo 30 m; poi recupero il Pol:
La discesa è in doppia, senza alcun problema, essendo la parete molto verticale.
La via è decisamente bella, roccia con grip clamoroso, chiodatura ottima: molto consigliabile.
Breve tappa al rifugio, invaso da una comitiva scout, poi via verso casa, alle prossime avventure!

domenica 6 maggio 2018

Monte COUDREY (m 1.298): I Love You Silvye

Domenica 6 maggio 2018
Io e Lollo

Oggi i programmi erano ben diversi, prevedevano addirittura di tornare a quota 4000 m... invece un po' le previsioni meteo incerte, un po' le condizioni altrettanto incerte della neve ci fanno rimandare a giorni più propizi, per restare a bassa quota con l'idea di scalare il Paretone di Machaby.
Passo a raccattare Lollo e puntiamo dritti alla bassa Vallée, dove ci accoglie una situazione negativa in questo annus orribilis 2018 dal punto di vista meteo: infatti purtroppo è piovuto da poco e il Paretone presenta colate d'acqua decisamente serie...
Tra l'altro il cielo è ancora bello coperto e fa pure freddino, anche se siamo a maggio inoltrato.
Alla fine optiamo per tentare una delle vie lunghe al Monte Coudrey (m 1.298) e, tra quelle che non abbiamo fatto insieme e che io non salgo da una vita, scegliamo I Love You Silvye (6a   D   12L   400 m).
Nella scelta pesa anche il fatto che alcune di queste vie alternano tiri belli con altri di trasferimento.
La cosa incredibile è la quantità spropositata di auto che troviamo parcheggiate ad Albard alta, dove evidentemente mezzo nord Italia ha pensato di venire oggi... innanzitutto scopro la grande differenza che ancora sussiste tra il sabato e la domenica; in più oggi è brutto ovunque, a parte forse qui.
L'avvicinamento è super comodo, come ben sappiamo, in discesa.
Eccoci all'attacco della via:
Purtroppo sentiamo delle voci, temo che più su qualcun altro sia già impegnato sulla nostra via... Via che mostra colate di acqua, ma sembra fattibile...
Il primo tiro (4) tocca a Lollo, una placca ascendente verso sinistra:
Anche il secondo tiro (3+) è facile e lo salgo in pochi istanti.
Poi arriva la terza lunghezza (6a), con alcuni passaggi da interpretare, lungo un muro verticale breve ma abbastanza intenso:

Quarto tiro (5c, passo di 6a): salgo il bellissimo diedro con movimenti in dulfer a destra:
L'uscita è un passo di 6a con traverso a sinistra delicato e insidioso (ma sempre in sicurezza, come tutta la via, ben chiodata):
La quinta lunghezza (5b) oggi è resa delicata dalle colature di bagnato, purtroppo, ma Lollo sale deciso:

Abbiamo poi un paio di tiri facili, di quarto grado:
Anche se qualche passaggio è reso infido dal bagnato...

Poi raggiungiamo una cordata di spagnoli... a causa del bagnato sono bloccati... così ci propongono se vogliamo andare avanti noi e aiutarli poi dall'alto a salire: perfetto, così possiamo passarli e farci ancora ringraziare!
Va avanti Lollo, sale la placca bagnata (senza grossi problemi), poi traversa a sinistra e supera il tratto strapiombante (6a):
Da qui in avanti non abbiamo più problemi, la via in alto è asciutta:
Salgo le ultime due lunghezze (5c) in comune con Doctor Jimmy, fino all'uscita:
Lollo mi raggiunge a fine via, mentre gli spagnoli sono spariti...
Alla prossima, sperando in condizioni migliori...