sabato 28 maggio 2005

MONTE MANIGLIA (m 3.177): via Normale




28 maggio 2005


Io, Paolino l'Alpino, Paolo e Fabri



Sintetizziamo subito la giornata: la parola d'ordine è CRINARE!
Siamo unanimi nel definire la salita di oggi al Monte Maniglia (m 3.177) la più grande e faticosa crinata della nostra carriera...


Dopo ben tre tentativi falliti, a causa delle condizioni meteo e della neve, stavolta partiamo arrazzatissimi!

Parcheggiamo al rifugio Melezé (m 1.812), in Valle di Bellino, e partiamo.

Saliamo spediti, attraversiamo il torrente e ci troviamo di fronte un lungo falsopiano innevato: azz, qua ce n'è ancora di neve!

Infatti cominciamo a tribolare, affondiamo fino alla coscia, spesso: ad ogni passo non sai se la crosta terrà o se verrai risucchiato giù, tu e il tuo morale...

Si valuta la possibilità di cambiare la destinazione, per uscire da quella neve alta, ma si sa com'è... un po' il conto aperto con il Maniglia, un po' il fatto che mentre parliamo siamo andati avanti e ormai dispiace tornare indietro faticando... tanto vale proseguire, proviamo!

Dandoci il cambio a battere la traccia, saliamo lentamente l'infinito pendio che ci conduce infine in cresta.

Nella prima foto, in basso si vede il profilo inconfondibile del gruppo Castello-Provenzale: infatti, siamo sul crinale che divide la valle di Bellino dalla Val Maira.



In cresta, la neve diminuisce, a causa dell'esposizione e del vento, sebbene siamo saliti di quota.
Fa un caldo incredibile.
Finalmente la lunga cresta finisce e noi siamo in vetta al Monte Maniglia (m 3.177)!!!
Foto, mangiare, bere; Paolino prende il sole a torso nudo, mentre noi con la pelle da bimbi ci cospargiamo dell'odiosa e unta crema solare...



Dopo un po', tocca scendere e ancora non sappiamo che il bello deve ancora venire, la REAL CRINATA è tutt'altro che finita!
Infatti il sole del pomeriggio ha reso completamente marcia la neve, non c'è più crosta portante e scendendo il pendio affondiamo senza dignità fino alla cintola!
Nel pianoro sottostante, ancora peggio... ricordiamo tutti come sia stato l'unico giorno in vita nostra in cui abbiamo sentito Fabri letteralmente CRISTONARE!!!






Stravolti, quando pensiamo di essere fuori dall'incubo, sull'erba dopo i pendii innevati, un'altra simpatica sorpresa: a causa del disgelo e del caldo, dobbiamo guadare quello che la mattina presto era un torrente e che adesso è un fiume impetuoso!!!
Fortunatamente, il capo-scout Paolo prende in mano la situazione ed organizza il guado facendoci entrare nella corrente tenendoci per le braccia a formare una sorta di catena umana; in qualche modo, ci ritroviamo sull'altra sponda, ovviamente bagnati fino al petto e con i piedi che nuotano negli scarponi...

Meritatissimo il solito the caldo ai frutti rossi al rifugio Melezé!

Nota a margine: nel libro di vetta abbiamo trovato le forme misteriose di un omonimo (nome e cognome) di Paolo, anch'egli di Cuneo, giunto in vetta qualche giorno prima con una certa Elisabetta... mistero... Ma lui nega!

domenica 22 maggio 2005

ROCCA CASTELLO (m 2.453): Spigolo Maria Grazia

Sabato e Domenica 21-22 maggio 2005


Io, Manu, Paolino l'Alpino e Fabri

 
 
 
 
Uscita del corso di alpinismo della Scuola Alpi Ovest: stavolta si fa sul serio, scaleremo la Rocca Castello (m 2.453), un impressionante monolito di quarzite piantato in cima alla Val Maira.
Non nascondo il mio nervosismo alla vigilia di questa arrampicata così vertiginosa, a giudicare dalla relazione e dalle foto viste in rete...
Il nostro gruppetto poi è sempre più perplesso dall'approccio decisamente votato alla roccia, in un corso che invece ci aspettavamo di alpinismo classico, soprattutto per imparare qualcosa sulla progressione su ghiacciaio...
Comunque, ormai siamo in ballo e balleremo... del resto abbiamo fiducia negli istruttori e ora più che mai saremo nelle loro mani!
L'appuntamento è per il sabato pomeriggio, quando ci troviamo in piazza a Dronero e proseguiamo verso il Rifugio Campo Base (m 1.650), a Chiappera, dove ceneremo e pernotteremo.
La sera trascorre tranquilla, ci assegnano il letto e ci addormentiamo pensando a cosa combineremo il giorno seguente...
Al mattino, a colazione si fanno le cordate; sostanzialmente suddividono gli allievi in gruppi, in base alle presunte capacità...
Io finisco mio malgrado nel gruppo di merito, vale a dire con quelli che saliranno le vie più impegnative...
Mi assegnano l'istruttore Massimiliano, a cui piace fare il burbero (esordisce dicendomi che non tarderò a pentirmi di essere finito con lui!), ma che in realtà si dimostrerà un'ottima guida.
Manu salirà come me lo Spigolo Maria Grazia (V D 8L 240 m), precisamente sarà con un altro istruttore, il simpaticissimo Battista, ma saremo vicini.
Anche Fabri salirà la stessa via, con Elena.
Paolino invece è finito con Massimo sulla più facile via Sigismondi (III+ AD 180 m), che risale la parete est e poi la cresta nord della Rocca Castello. Confesso di averlo invidiato...
Intanto arriva Battista al rifugio, in moto e con i sandali ai piedi... la temperatura è appena sopra lo zero... incredibile...
Saliamo lungo la strada alta, verso il Colle Greguri, e quando parcheggiamo ed iniziamo a salire rimaniamo senza parole alla vista delle pareti vertiginose che ci aspettano:
 
La giornata è bella, ben presto sale la temperatura e la zona è piena di camosci:
Eccola finalmente, la mitica est della Rocca Castello, veramente diritta:
Durante la scalata cerco di dare il meglio di me e di non rallentare la progressione della cordata: per questo non faccio foto lungo la via...
Per quanto mi riguarda, mi diverto moltissimo ed è probabilmente il mio primo vero impatto positivo col mondo del verticale.
Ad ogni sosta, mentre assicuro il mio capocordata, mi diverto scambiando battute con Maurizio, che sale da primo nella cordata che ci segue; ogni tanto incontro anche Manu, mentre Fabri ha qualche problemino e la sua cordata deve abbandonare la salita e scendere:
Purtroppo per me, visto che inizia a cadere qualche goccia di pioggia, non raggiungo la cima, ma, quando le difficoltà si abbattono sulla grande cengia sotto il castello sommitale, andiamo anche noi a reperire le calate della Via Diagonale Est, la via normale della parete:
Posso però raccontare che, evidentemente dato che me la cavo bene, l'istruttore contravviene alle regole e mi manda avanti da primo nel tratto facile fino alla prima calata!
Va tutto bene e, dopo aver percorso la grande cengia lungo cui corre la via normale, eseguiamo l'ultima calata fino a terra:
Ci ritroviamo tutti alla base della parete: dopo i timori e le perplessità iniziali, in fondo in fondo si è accesa la fiammella che farà ardere la passione!
Sorridenti di fronte alla parete, addentando un meritato panino:
Rompete le righe: si torna a casa, con molte cose da raccontare...
E' d'obbligo fermarsi per una foto di tutto il nostro gruppetto davanti alla Rocca Castello, dove sotto sotto so già che tornerò:
Magnifica visione, un grazie agli istruttori per averci fatto vivere una grande giornata:

sabato 14 maggio 2005

Bivacco BOERIO (m 3.080)

Sabato 14 maggio 2005


Io e Paolo




Come sempre, quando le previsioni meteo sono avverse, all'appello rispondiamo solo io e Paolo, sprezzanti del furore del clima.
Eccoci nuovamente a Bellino, al Rifugio Melezé, da cui partiamo per un'uscita che assume presto i colori invernali, anche se l'estate dovrebbe ormai bussare alle porte...
Si è già capito che il 2005 non verrà certo ricordato come un anno positivo dal punto di vista meteo nei fine settimana...
Il panorama che ci circonda salendo infatti è questo:
Se non conoscessimo più che bene la strada da seguire, torneremmo indietro subito.
Nonostante la nebbia e la neve, proseguiamo.
Facciamo una pausa per sgranocchiare qualcosa, poi si riparte:
Ad un certo punto, andiamo letteralmente a sbattere contro una parete rocciosa; la costeggiamo verso destra e capiamo di essere giunti al Bivacco Boerio (m 3.080), che vediamo nella nebbia.
Date le condizioni, lasciamo perdere la vetta del Mongioia e ci fermiamo qui:
Quattro risate, poi si scende:

Nei giorni successivi, con grande sorpresa, scoprirò che in realtà c'era ben poco da ridere...
Nonostante il cielo assolutamente coperto e la nevicata, ho preso la più grave ustione che ricordi... la mia faccia va letteralmente in pezzi: