lunedì 31 dicembre 2012

SCALATE 2012

Lunedì 31/12/2012

Io e la Cordata Varicocele

Un altro anno è passato, un altro anno straordinariamente ricco di avventure indimenticabili, di sogni realizzati, di giorni grandi...
 
Grazie a tutti i miei compagni di cordata e anche a chi (da casa) mi permette di frequentare le pareti e sfogare la mia passione sfrenata.
 
Aspettando un grande 2013...
 
 

sabato 29 dicembre 2012

DENTE ORIENTALE di CUMIANA (m 1.348): K2 + Fitz Roy

Sabato 29 dicembre 2012

Io, Bruno e Paolino l'Alpino

Torniamo volentieri ai Denti di Cumiana, piacevolissima scoperta di un paio di giornio fa.
Sono riuscito nel mio disegno "criminale" di riportare Paolino in parete addirittura per la quarta volta negli ultimi 8 giorni, grazie ad un calendario favorevole e soprattutto ad un clima eccezionalmente mite, per essere alla fine dell'anno.
Non solo: risponde all'appello anche Bruno, di ritorno dalle sciate in Trentino e voglioso di stringere appigli.
Partiamo con le idee chiare: saliremo la via K2 (6a   6L   120 m) al Dente Orientale di Cumiana (m 1.348), lo stesso scalatao due giorni fa.
Ripetiamo volentieri anche il lungo avvicinamento, che la palina stima addirittura in 2h 30'.
Anche stavolta raggiungiamo l'attacco in 1h 10', in una splendida giornata di sole in cui il mio pile resterà ancora una volta inutilizzato.
Anche Bruno rimane entusiasta alla vista della splendida parete di granito che ci aspetta: 
Ormai ci siamo, si parte:
In realtà la via è data di 5 tiri, ma scopriremo che sono 6...
Ci leghiamo e combiniamo di fare un'altra via dopo questa io e Bruno, per cui Paolino farà i primi 2 tiri da primo, poi completerò io la via e Bruno ne sceglierà una seconda, che tirerà lui.
Il primo tiro (5c) di K2 propone subito alcuni passaggi belli tosti ed aleatori, soprattutto un traverso a sinistra di poco più di un metro, un ristabilimento non facile, specie a freddo:
Salgo come terzo, dopo Bruno:
Il passo "simpatico": 
La seconda lunghezza (6a) è caratterizzata da una fessurina un paio di metri sopra la sosta, lunge circa 5 o 6 metri, ben protetta con 3 spit:
Io e Bruno proviamo ad affrontarla rimanendo a sinistra della fessura, ma neanche qui è molto facile.
Giunti tutti in sosta, ci diamo il cambio, passo avanti io.
Il terzo tiro (5c) parte tranquillo, con un traverso a destra, poi propone alcuni passi veramente aleatori e delicati, per salire in placca e percorrerla:

Dopo la placca, traverso leggermente a destra, quindi decisamente a sinistra, tornando in pratica al di sopra della sosta di partenza:
La quarta lunghezza (3) è una facile placca a gradoni, che ci porta oltre la grande cengia che taglia tutta la parete.
Ora siamo alla base della verticale parete finale e possiamo già vedere la croce bianca sommitale: 
Attacco deciso il quinto tiro (6a), magnifico, che salgo con grande facilità e divertimento:
Prima una serie di muri e placche, poi una grande lama da salire in dulfer e superare con un passo atletico e non difficile:
Seguono alcuni metri più articolati e facili, che mi conducono ad una sosta nuova, che mi fa capire che la via si compone di 6 tiri e non 5 come da relazione.
Ho ancora rinvii e vedo la cima piuttosto vicina, per cui rinvio la sosta e proseguo.
Il sesto tiro (5c) in realtà non è così semplice come sembrava, ma offre ancora una simpatica uscita in diedro decisamente faticosa:

Due giorni dopo, siamo nuovamente in vetta al Dente Orientale, da cui godiamo di una vista splendida: 
La croce sommitale e la pianura al di sotto:
Bruno posa di fronte alla Rocca Sbarua, dall'altra parte della valle:
Paolino per oggi dice stop e si ferma in cima a mangiare un panino al sole, mentre io e Bruno ci caliamo in doppia fino alla base della parete, per attaccare una seconda via e far scalare un po' Bruno da primo.
La scelta cade su Fitz Roy (6b   2L   55 m)
OK, ci prepariamo e Bruno attacca il primo tiro (5c+), che presenta un passaggio veramente ostico, dove secondo noi il 6a ci sta tutto, anche se breve:
Salgo a mia volta, quindi Bruno attraversa circa tre metri in placca verso destra, l'inizio del secondo tiro (6b), quello del grande arco.
Raggiunge così il pilastro che sorregge il grande arco, lo percorre aiutandosi con l'appoggio largo per il piede destro:
La dulfer che percorre l'arco si rivela meno ostica del previsto, ma ora ecco lo spit che indica il punto in cui Bruno deve superare il tetto e ribaltarsi al di sopra dell'arco:
Bruno risolve dopo breve studio, passando leggermente a sinistra, quindi si impegna ancora molto nella placca seguente, fino a giungere in sosta.
A questo punto però è piuttosto tardi... Paolino ci aspetta sotto la parete, tra poco più di un'ora sarà buio...
Decido comunque di partire, ma dopo pochi metri concludiamo che non abbiamo voglia di percorrere il ritorno al buio, così torno in sosta in qualche modo e calo Bruno.
Si torna a casa. 
 

giovedì 27 dicembre 2012

DENTE ORIENTALE di CUMIANA (m 1.343): Fratello Non Temere

Giovedì 27 dicembre 2012

Io, Simone e Paolino l'Alpino

Bella scoperta, bella giornata, bellissima via.
Continua questo splendido inverno votato alla scalata, con giornate nebbiose e uggiose in pianura ed uno splendido sole in alto.
Oggi proviamo il gusto particolare di scalare in un giorno feriale e Simone torna ad essere dei nostri.
La destinazione è Cumiana, i Tre Denti di Cumiana, in particolare il Dente Orientale (m 1.348), dove sappiamo essere state richiodate alcune belle vie su un ottimo granito.
Qualche dubbio sull'avvicinamento, alla fine parcheggiamo in Borgata Ciom a Cumiana e la palina che troviamo è sconfortante: parla di 2h 30' per arrivare al Dente Orientale...
Non ci facciamo intimorire e, nonostante il freddo, imbocchiamo il sentiero nel bosco: 
Saliamo di buon passo, mentre la temperatura sale fino a farci sudare in abbondanza...
Dopo solo 1 ora siamo al passo e dieci minuti dopo siamo all'attacco della nostra via, Fratello Non Temere (6a   6L   140 m):
Ci prepariamo, attacco io i primi tiri.
Il primo tiro (5c) mi propone una bella placca, seguita da un primo passo delicato a destra; dopo un bel pilastrino su bellissimi cristalli di quarzo, affronto il passo più tecnico della via, una placca liscia da affrontare verso sinistra: 
Gli amici mi seguono: 

Alle nostre spalle, il cielo presenta sfumature strane, ma il Monviso riesce a fare capolino:
La seconda lunghezza (5b) è molto divertente e, dopo una breve placca, propone uno strapiombo, che supero grazie alle ottime prese, e poi una lunga serie di placche e lame da salire in dulfer:
Terzo tiro (5c), prima una facile placca su roccia bellissima, poi mi porto sotto al grande tetto sporgente, che supero sulla destra, dove forma un pronunciato diedro leggermente strapiombante con la parete che sulla destra risulta un po' lichenata:
Il diedro mi impegna abbastanza, è decisamente atletico:
Ne esco e recupero i compagni; cambio della guardia, ora va avanti Paolino.
Il quarto tiro (5c) continua ad essere atletico e tecnico, proponendo un passaggio di forza e di aderenza al contempo: 
La roccia è perfetta e Simone sale da secondo:
Le leve non lunghissime non lo aiutano, ma in qualche modo riesce ad issarsi al di sopra delle difficoltà ed a raggiungere la comoda sosta in cengia:
Quinta lunghezza (6a): partenza boulder, che Paolino supera in qualche modo, poi una piacevolissima sequenza di muri a tacche:
Raggiungo anch'io l'aerea sosta, sul filo di cresta:
Paolino percorre l'ultimo facile tratto (3) in cresta:
Lo raggiungo e di slancio salgo sulla roccia sommitale, addossata alla chiesetta che sorge in posizione incredibile, arroccata in punta al Dente: 
In pianura regna la nebbia, noi siamo gran signori, al sole ed al caldo:
Foto ricordo in vetta, ancora una volta poco vestiti grazie ad un fantastico mese di dicembre, in cui sto quasi facendo più uscite su roccia che a luglio:
L'ultima immagine ritrae la croce sommitale che domina sulle nebbie della Pianura Padana:
OK, magnifica giornata di ferie, ben spesa: ora si torna a casa. 

lunedì 24 dicembre 2012

CARRA SAETTIVA (m 1.659): Sole d'Autunno

Lunedì 24 dicembre 2012

Io e Paolino l'Alpino

Siamo a Natale, ma le condizioni sono ottime per scalare anche oggi.
Io e Paolino consultiamo le previsioni, che all'ultimo momento lasciano speranze, parlando di sole in montagna e nebbia e pioggia in pianura e dalle nostre parti.
Così è: stavolta andiamo a visitare la Valle di Sangonetto, nel torinese, e precisamente un complesso di pareti che sento nominare da tempo ma che non conosco: la Carra Saettiva (m 1.659).
Parcheggiamo l'auto come da descrizione, mordo una focaccia mentre mi preparo e mi imbrago e siamo pronti a partire.
Siamo qui per salire la via più conosciuta, Sole d'Autunno (5c   7L   140 m).
L'avvicinamento è molto breve e quasi pianeggiante; fortunatamente c'è uno splendido sole, che dovrebbe tenere fino al primo pomeriggio.
Eccoci subito in vista della parete, con il tracciato della via:
Il sentiero conduce direttamente in prossimità dell'attacco della via:
Ci leghiamo e partiamo: il primo tiro (5a) tocca a Paolino, un bel muro quasi verticale molto ben chiodato:
Il tiro non è molto lungo, ma presenta un paio di passi simpatici.
I gradi che riporto sono leggermente rivisti da me: 
La seconda lunghezza (5c, passo di 6a) è magnifica: attacco la placca in traverso verso sinistra, quindi in diagonale ancora leggermente a sinistra, per poi salire su diritto fino in cima allo sperone:
Paolino mi raggiunge: 
Dettaglio su un passo delicato:
La terza lunghezza (4c con un paio di passi di 5a) è molto divertente: Paolino sale diritto in cima al pilastro, quindi scende leggermente al di là della cima e traversa a sinistra, andando a reperire la bella placca lavorata:
Giunti in sosta, ci spostiamo un paio di metri a destra, alla base del muro seguente, il quarto tiro (5a), di roccia magnifica con evidenti intrusioni quarzitiche: lo attacco sulla sinistra, supero il breve strapiombo ben appigliato ed esco verso destra:
Traverso leggermente a destra su ottime prese per le mani, quindi supero un paio di balze rocciose facili e trovo la catena di sosta:
Quinta lunghezza (5c), splendida: Paolino attacca il verticalissimo muro prima grigio, poi ocra:
La chiodatura si mantiene sempre ottima, fino alla comoda sosta a "nido d'aquila":
E' il mio turno, il tiro è veramente entusiasmante:
Ora traverso qualche metro a sinistra, lungo la cengia, fino a doppiare lo spigolo; attacco la bellissima placca lavorata della sesta lunghezza (5a):
Giunto in cima alla placca, trovo una cengia da cui si innalza una lama di roccia, una sorta di prua molto divertente, che propone però una partenza boulder non banale:
Raggiungo così la sosta, dove vengo raggiunto da Paolino.
Nel frattempo il sole si è nascosto dietro alla nebbia, che si è alzata ed è venuta a prenderci:
Eccomi mentre proseguo, slegato, fino in punta alla cosiddetta Pietra di Wil Coyote, una struttura molto curiosa che pare in bilico sulla cima:
Eccomi sulla cima:
Con qualche calata in doppia torniamo alla base della parete, da cui possiamo guardare la prima parte della via e, dopo aver esplorato un po' la zona, torniamo all'auto, alla focaccia ed ai bagordi di Natale che ci aspettano stasera e domani: