sabato 31 ottobre 2009

BEC RATY (m 2.418): Via delle Poiane


Sabato 31 ottobre 2009



Io, Wil, Manu e Paolino l'Alpino


Che spettacolo!!!
Bellissimo...
Da alcune settimane parliamo di questa cima in Val di Champorcher (AO), ora finalmente si presenta l'occasione di piazzare una vera e propria zampata: la scalata di una grande parete ad oltre 2.400 m di quota alle porte di novembre!!!
Temperature insolitamente elevate, condizioni ottime: andiamo a saggiare il Bec Raty (m 2.417) e le sue vie nuove che il CAI Ivrea sta chiodando da un anno a questa parte.
Partenza alle 6,20 da casa; 10 minuti dopo passiamo a prendere Manu, eccezionalmente già pronto sulla porta di casa...
Alle 7,00 appuntamento a Santena (TO) con Wil e con una buona colazione.
Partenza: alle 9,30 parcheggiamo proprio sotto la parete sud del Bec Raty:

L'obiettivo è la Via delle Poiane (5c D 400 m 11L), nuova creazione di Sgubin e soci:

Io non sto nella pelle all'idea di salire una vera via di montagna, senz'altro l'ultima della stagione, con uno sviluppo di ben 400 m!
Il meteo è un po' incerto, ma vale la pena provare...
Il cielo è un po' velato, ma il rischio dei temporali estivi è ormai remoto e la temperatura è gradevole.
L'avvicinamento è breve, una ventina di minuti, immersi negli splendidi colori autunnali della valle:

A sinistra rispetto alla base dello sperone principale della parete, ecco la scritta che identifica l'attacco della via:

Sono le 10,00.
Ci leghiamo in due cordate:
  • Io e Wil

  • Manu e Paolino l'Alpino
Ci tengo ad aprire la strada: la mia cordata salirà davanti, perchè il gusto di cercare la via nella parete per me è irrinunciabile!
Attacca Wil il primo tiro (4c): prima lungo un canalino e balze rocciose facili:

Poi scalando una placca con alcuni passi delicati, dove il serpentino ha una parvenza marmorea e con poco grip per la scarpetta...
La relazione parla di chiodatura sportiva, in realtà gli spit sono messi con una certa parsimonia. Basta capirsi: per me va benissimo così, ma non ci sta la definizione di attrezzatura sportiva...
Finalmente posso partire anch'io, mi stacco da terra con l'entusiasmo che tutti conoscono e raggiungo il compagno in sosta (soste a prova di bomba).
Paolino apre le danze per la seconda cordata:

L'ambiente è magnifico, di alta montagna, impreziosito dalla prima neve stagionale:

Tocca a me, salgo le placche lavorate del secondo tiro (4a) senza difficoltà e con grande divertimento:

La terza lunghezza (4b) ci fa perdere una ventina di minuti: Wil va avanti, puntando un muro verticale dove brilla uno spit; la relazione dice di salire leggermente a sinistra, in realtà Wil raggiunge lo spit e lo trova privo di piastrina...
Guarda, prova e riprova, ma in effetti salire in libera totale il muretto è un po' troppo pericoloso; allora torna indietro e raggiunge una fettuccia gialla 7 o 8 metri alla sua destra, dove in effetti è stata ritracciata la via:
Dopo una rampa ascendente verso sinistra, una bellissima placca fessurata ci porta in sosta:

Il quarto tiro (2° grado) è di trasferimento, attraversa una grande cengia erbosa e ci porta alla base di un muro verticale dall'aspetto piuttosto inquietante...
Attacco la placca del quinto tiro (5b), liscia e marmorea, solcata da qualche fessura e con prese rovesce; come se non bastasse, il primo spit è piazzato ad almeno 8 metri da terra...

Salgo con molta attenzione, finalmente rinvio lo spit, proseguo lungo rocce più articolate, che mi portano ad un secondo muro verticale, simile al primo:
In totale, rinvio la bellezza di 2 spit in 45 m di quinto grado! Alla faccia della via sportiva...
Arrivo ad una sosta decisamente comoda; Wil mi raggiunge, dopo aver gentilmente posizionato un paio di cordini per allungare i rinvii ad uso della cordata seguente, e torna in testa per il sesto tiro, prima facilmente, poi con un passo atletico (4c):

La valle sotto di noi mostra la neve sul versante nord; ogni tanto transita qualcuno a piedi e si sofferma a guardare quei quattro pazzi appesi alla parete...

La settima lunghezza (5a/b) percorre la fantastica grande placca molto evidente dalla base della montagna:
Vado avanti io, qui la roccia è splendida e mi diverto un mondo; la chiodatura è sempre allegra, in media 7 o 8 metri tra uno spit e l'altro, ma non ci penso affatto:

Man mano ci snoccioliamo lungo la placca: io in sosta, Wil "in viaggio", Paolino appena partito e Manu a far sicura dalla base:

"La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare"...

Paolino spalmato sul serpentino:

Alzo gli occhi verso gli strapiombi che incombono su di noi: una fettuccia gialla indica la direzione che dovrò seguire.

Attacco l'ottava lunghezza (5b): prima una bella placca leggermente ascendente verso sinistra, poi un muro verticale conduce ad una nicchia nella roccia, un vero nido per poiane!
Si tratta di una sosta intermedia, con due spit da collegare, ma molto consigliata per evitare problemi di tiraggio delle corde.
Wil sulla placca verticale:
Manu segue Wil da vicino, ma non c'è posto per tre persone...
Riparto quindi immediatamente per il nono tiro (5a), vincendo un breve passo strapiombante ma ben appigliato e ben protetto:

Uno sperone appoggiato conduce alla comoda sosta, mentre si avvicina la vetta e siamo ormai in vista dell'uscita della via:

La decima lunghezza (4c) non pone difficoltà, risalgo una placca e salgo un muretto, poi traverso a destra per raggiungere una sosta da attrezzare, in posizione esposta ma non scomoda.
Ormai respiriamo aria di vetta: i timori di Manu di far notte a causa del grande sviluppo della via (400 m) sono fugati, essendo solo le 14,35.
Recupero Wil e riparto entusiasta verso l'ultima paretina:

In realtà trovo il passo più faticoso dell'intera via...
Gli ultimi 10 metri sono leggermente strapiombanti (5c): una trazione di braccia, un ristabilimento delicato con la speranza di arrivare a qualche buona presa, che fortunatamente trovo...
Gli ultimi passi sono esposti, ma ben appigliati ed in breve sono appeso all'ultima sosta.
Recupero Wil, che mi raggiunge con qualche imprecazione divertente:

L'uscita è pittoresca e vi troviamo la neve:

Mancano pochi minuti alle 15,00.
Wil appare più sollevato mentre si libera dalla morsa delle scarpette:

Ma attenzione... Che succede?
Ah sì, oggi è la festa di Halloween, ecco spiegato il misterioso essere che emerge dallo strapiombo finale:

Infine, ecco sbucare Manu: dopo mesi di astinenza arrampicatoria, subito una bella "dose" da 400 m di sviluppo!

Foto di vetta, un po' inquietante...
La discesa dall'opposto versante nord è resa infida dalla neve che ricopre le rocce:
Raggiungiamo finalmente il sentiero, da dove ammiriamo il profilo severo del Bec Raty ed il pendio innevato che abbiamo appena disceso:

Splendido il vestito autunnale della montagna:

Cartolina dalla Valle di Champorcher:

Un ultimo sguardo alla nostra via ed un arrivederci alla parete, dove altre vie ci aspettano:

Il finale, per Manu, è quello di sempre...

sabato 24 ottobre 2009

PLACCHE di ORIANA (m 1.400): Martin


Sabato 24 ottobre 2009




Io e Paolino l'Alpino

E' una bella giornata di fine ottobre: decidiamo di trascorrerla sulle rocce amiche delle Placche di Oriana (m 1.400).
Abbiamo saputo di alcune vie nuove, ma oggi siamo qui per completare la salita della via Martin (5b 8L 200 m), interrotta in inverno a causa della troppa neve in parete...
Oggi il sole offre panorami splendidi: con la prima neve, vette che altrimenti passerebbero forse inosservate appaiono di aspetto himalayano:

Saliamo tranquilli fino all'attacco della via:

Attacco il primo tiro (4c), in placca:

Mi porto sullo spigolo a destra, dove trovo la sosta:

Paolino mi raggiunge:

Ci alterniamo e Paolino risale lo spigolo (4a) fino al traverso a sinistra, dove incredibilmente manca la sosta (come gli era già successo la volta scorsa!) e prosegue fino alla terza sosta (3), imprecando a causa del tiraggio delle corde:

Lo raggiungo alla sosta, dove avevamo interrotto il precedente tentativo causa neve:

Attacco quindi la placca della terza lunghezza (5b), molto bella e tecnica:



Il quarto tiro (4b) prosegue lungo la medesima placca, più abbattuta ed articolata:

La quinta lunghezza (5a) mi vede salire un muro più verticale, in aderenza, all'uscita del quale un cavo metallico permette di oltrepassare una cengia erbosa molto infida, fino ad un ripiano comodo, che sarebbe un ottimo posto da bivacco, dove trovo al sosta.
Sopra di noi, la sesta lunghezza (4b): Paolino affronta un muro verticale con prese a buchi e pinzate, seguito da una placca più facile:

Attrezziamo la sosta (che infatti non verrà utilizzata per calarsi in doppia) ed affronto l'ultima lunghezza (passo di 5a), molto paricolare: supero una paretina incassata con contorsioni strane:

Poi emergo in forte esposizione, un passo a sinistra, una breve placca e lo spigolo finale, il tutto concentrato in soli 15 metri.
Paolino verso l'uscita della via:

La cima della struttura:

Solito, grandioso panorama come premio all'uscita delle vie alle Placche di Oriana: il Cervino (m 4.478) ed il massiccio del Monte Rosa (m 4.634):

Autoscatto sull'esigua cima:

Con tre calate a corda doppia siamo a terra, consumiamo un panino scendendo e godendo della splendida vista del settore destro delle placche in veste cromatica autunnale:



Facciamo un salto al salone Alpi 365 al Lingotto, dove ci aspetta un incontro con l'alpinista Walter Nones, seguito dalla conferenza di Manolo.