sabato 28 marzo 2009

MONTE BRACCO (m 1.308): Supergulp + ...WALTER BONATTI



Sabato 28 marzo 2009



Io e Paolino l'Alpino


Giornata movimentata e ricca...
Le previsioni lasciano poche speranze, poche ore senza pioggia, ma noi partiamo lo stesso alla volta del Monte Bracco (m 1.308).
Torniamo allo Sperone della Maga Circe per salire Supergulp (5 3L 90 m).

All'attacco incontriamo Massimo e Walter, due amici con cui abbiamo condiviso il corso di alpinismo (Massimo era uno degli istruttori), che ci chiedono impressioni su L'Altra Strada per le Stelle, che abbiamo salito sabato scorso.
Ci prepariamo, il tempo minaccia ma tiene...
Parte Paolino per il primo tiro (4+), di pura placca:

E' il momento di testare il mio nuovo acquisto, le mie nuove Mad Rock:

Nuove sono un po' più dolorose, ma temevo peggio...
Salgo bene la placca, poi attacco il secondo tiro (5): facile placca, poi uno strapiombo da superare, quindi ancora facilmente fino alla comoda cengia di sosta:

Recupero Paolino, che parte per il terzo, splendido tiro (5): la parete è verticale e costringe ad alcuni movimenti molto estetici ed eleganti, a partire da un paio di dulfer e da una fessura da seguire a volte con le mani in contrapposizione, divaricate:

Paolino a un certo punto si trova in impasse, a causa dei pantaloni impigliati in uno speroncino di quarzo... E' in posizione critica, l'unica soluzione è spingere più forte ed uscire, dopo aver sentito il rumore dei pantaloni lacerati...
Poi è il mio turno e mi diverto tantissimo:

Siamo in vetta allo sperone, da cui scendiamo con due corde doppie.
Scende qualche goccia, ma io decido di provare ad attaccare un'altra via, lì vicino: Hotel Circe (6a 2L).

La partenza è in placca, poi piega a destra per salire il muretto che si intravede in cima, nella foto:

Quando arrivo sul passo chiave, sta piovendo con più decisione da qualche minuto... I nostri amici se ne vanno, così capiamo anche noi che è ora di andare e scendiamo.
Prima delle 15,00 siamo a Cuneo, dove alle 17,00 è in programma l'incontro con il leggendario Walter Bonatti, nell'ambito del Festival della Montagna.
Manco fossimo ad un concerto rock... due ore prima, i biglietti (gratuiti) per la sala principale sono già esauriti...
Fortunatamente lo incontriamo fuori dalla sala, prima dell'inizio:

Prendiamo quelli per una sala attigua, collegata in videoconferenza e lì assistiamo al dibattito.
Prima di andarmene, non perdo l'occasione per una foto ricordo ed una dedica su un suo libro con uno dei più grandi alpinisti della storia.

sabato 21 marzo 2009

MONTE BRACCO (m 1.308): Tramonto + L'Altra Strada per le Stelle


Sabato 21 marzo 2009




Io e Paolino l'Alpino

Ieri nevicata imprevista sul cuneese...
Temperature in picchiata, ma per fortuna dura poco e sabato la natura si risveglia, la primavera arriva definitivamente.
L'analisi delle previsioni meteo ci suggerisce un ritorno alle origini, al Monte Bracco (m 1.308), dove non torniamo da tempo.
Lungo il sentiero di salita pestiamo un po' di neve, ma senza alcun problema.

Il sole è già caldo, la neve durerà poco...
In breve eccoci ai primi settori rocciosi.

Il primo tiro de La Dolce Vita (5+ 5 L) è bagnato... proseguiamo oltre il Settore Centrale, facciamo due chiacchiere con due attempati climber, poi saliamo allo Scudo Striato, dove attacchiamo la via Tramonto (5+ 2 L):

Ci prepariamo e parto io per la prima lunghezza (5), che sale dal canale lungo una bella placca di gneiss:




Oltrepasso la cengia da cui attaccano le altre vie del settore, salgo in aderenza e vado a sostare solo dopo 50 m di viaggio:




L'arietta è frizzante; Paolino sale, prima piccolo piccolo, data la lunghezza del tiro, poi eccoci riuniti in sosta.

Il secondo tiro (5+) è splendido: risale diretto lungo una striatura chiara nella roccia, verticale, molto divertente. Paolino si lamenta un po' della chiodatura, ma infine eccolo in sosta.

Salgo a mia volta, quindi ci caliamo in doppia: avremmo potuto arrampicare con una corda intera, ma ora godiamo dei vantaggi delle due mezze corde, infatti con una sola calata ritorniamo agli zaini, nel canale detritico.

Dopo una meritata pausa culinaria, propongo di andare a visitare un settore che non frequento da anni, lo Sperone della Maga Circe.
Una piacevole passeggiata lungo il sentiero (sempre ammirevolmente curato da Giacottino & soci, che ringraziamo tutta la vita!) ci conduce a destinazione: anche qui una bella sorpresa, prosegue l'opera di richiodatura delle vecchie vie e l'apertura di nuove aggiunte e varianti.
Attacchiamo L'Altra Strada per le Stelle (5+ 3 L):

La via percorre tutta la parete, fino in cima.
Parto lungo il primo tiro (4), non difficile, ma con alcuni passi non banali; la roccia presenta ancora qualche residuo invernale, una sorta di polverina superficiale che aspetta che la prima pioggia primaverile ripulisca, ma è un ottimo gneiss a grana fine.
Il primo tiro è di pura placca:

Recupero Paolino, che parte per la seconda lunghezza di corda (4+).
Dopo la richiodatura, la suddivisione dei tiri e le gradazioni non sono più molto attendibili, evidentemente; rimaniamo in attesa di questa benedetta nuova guida della zona, che voci volevano pronta ed in uscita già mesi fa...
Il secondo tiro presenta una placca interrotta da due o tre strapiombi molto ostici, specialmente questo:

Alla fine Paolino raggiunge la sosta, dove ci riuniamo.
Qui la roccia è spettacolare, sembra di stare in Yosemite Valley!!!

Eccoci appesi alla sosta, nella foto di un amico che arrampica nei dintorni:

La relazione della via, nella vecchia guida, parla di un tiro semplice e poi di un quarto ed ultimo tiro di 5+.
Niente di tutto ciò...
Mi innalzo in un fantastico diedro giallo-ocra e traverso a sinistra, fino a doppiare lo spigolo.

Sopra di me, la placca sale, sempre più verticale.

La via si fa subito impegnativa, in aderenza ed in leggero traverso verso sinistra, anche se ben chiodata.
Dopo pochi metri la parete si impenna e la placca presenta qualche buco qua e là, di calcarea memoria (5+).
Ormai ho capito che occorre impegnarsi di brutto, altro che penultimo tiro interlocutorio: qua si va fino in cima!
Il mio livello attuale è messo duramente alla prova, fortunatamente ogni tanto qualche punto di riposo mi dà tregua; oltretutto, il tiro è veramente lungo, all'incirca 35 m di difficoltà piuttosto continue.
Una decina di metri sotto la cima, un maillon pende da uno spit, brutto presagio: qualcuno non ha saputo proseguire e si è calato da lì...
Con una spaccata ed il fiato sospeso mi porto sulla destra, quindi, senza pensarci troppo per non sprecare le ultime energie, mi sollevo sulle braccia, in prossimità dello spigolo, ed affronto l'ultima parte, una placca liscia di 5 o 6 metri.

Quando arrivo in sosta, sono veramente esausto, soprattutto mentalmente: la mia avversione al volo è stata messa alla prova seriamente ed a lungo.
Un sospiro, quindi recupero Paolino:

Anche il mio socio sottolinea l'impegno richiesto dalla via, quindi ci regaliamo il solito autoscatto di vetta:

Con 2 sole calate in doppia arriviamo giusti giusti agli zaini, da cui scendiamo lungo il sentiero già sgombro dalla neve, dopo una splendida giornata di sole e l'inizio ufficiale della primavera.

sabato 14 marzo 2009

PLACCHE di ORIANA (m 1.400): Martin + Spirito Divino


Sabato 14 marzo 2009



Io e Paolino l'Alpino

Vie nuove alle Placche di Oriana? OK, andiamo a vedere!
Nessuno ci è ancora andato, quest'anno, a giudicare da quanto leggo su siti, forum, ecc...
Alle 10,00 siamo a Courtil, frazione di Hone (AO): sembra deserta, nessuna vettura, nessun comignolo fumante...
Sullo sfondo, il settore sinistro delle Placche di Oriana (m 1.400):

La strada che sale è stata liberata dalla neve, che comunque aumenta ad ogni tornante. Di fronte a noi, il settore che vogliamo scalare:

L'inverno quest'anno ha decisamente fatto il suo corso... alle spalle di Paolino, il settore destro delle placche, completamente pulite ed asciutte:

Quando lasciamo la strada per risalire agli attacchi delle vie, pensiamo che in fondo ci sia accumulo di neve, ma che poi diminuirà, vista la pendenza non trascurabile...

In realtà, affondiamo fino alla coscia e devo aprire un varco con gran fatica, fino alle placconate di gneiss granitoide a noi tanto care:

Attacchiamo la prima via, una via nuova: Martin (5 7 L 180 m).
Legarsi è alquanto scomodo: per non bagnare le scarpette, ci appendiamo al primo spit al di sopra della neve e vi lasciamo appesi zaini, scarponi e ghette.

Parte Paolino, percorre la parte non innevata del primo tiro (4+), prosegue lungo il secondo (4), poi, non pago, non trova la seconda sosta e prosegue dritto alla terza, ovviamente non avanzando nemmeno un metro di corda...
Mi recupera e parto per il quarto tiro (4), ma dopo pochi metri mi accorgo che non c'è alternativa all'attraversamento di un piccolo canale innevato, 4 o 5 metri in cui non potrò rinviare, sprofonderò nella neve e non saprò nemmeno cosa ci sia sotto...
Non ci piace, facciamo dietro-front e ci caliamo, non prima di qualche mia acrobazia tra roccia e alberi per ritornare indietro fino alla sosta:

Scendiamo alcuni metri e decidiamo di salire una delle vie nel vicino settore:

Di nuovo, ci appendiamo ad uno spit e ci leghiamo. Parto io lungo i primi due tiri di Scacciapensieri (5 6L 180 m), in quanto lo spit basso a cui appendersi è il più raggiungibile dalla neve; concateno i primi due tiri (5) e raggiungo la sosta tra i due alberi, dove lascio zaino, scarponi e ghette.
Poi recupero Paolino, che sale con gli scarponi ai piedi:

Va avanti Paolino lungo il terzo tiro (4), in leggero traverso a destra.
Il clima è fantastico, sole e temperatura ottima: maglietta e softshell.
La parete è completamente asciutta, splendida.

Lo raggiungo e parto per la quarta lunghezza (4), su bellissima placca lavorata, mentre Paolino è inseguito dall'ombra:

Quinto tiro (4), sempre su placca lavorata, grande divertimento:

Parto per la sesta ed ultima lunghezza di corda (4), con entusiasmo crescente:

Un muro verticale, con buone prese ed appoggi, mi conduce in vetta:

Il panorama è grandioso, dal Cervino al Monte Rosa, che sembrano lì, a portata di mano:

Sono rapito dalla vista dei Quattromila, quasi mi dimentico di far salire Paolino...
Eccolo sul passaggio entusiasmante:

Sotto di noi, la strada ed il pianoro sotto il settore destro delle Placche di Oriana, oggi tutte per noi:

Autosacatto in vetta:

La cima vera e propria del settore, in versione ancora invernale:

La discesa avviene con sole 3 calate, con le nostre mezze da 60 m:

L'ultima calata, prima della quale indossiamo nuovamente zaino, scarponi e ghette, in modo da atterrare sul nevaio già attrezzati.
L'immagine richiama un alpinismo d'altri tempi e merita un bianco e nero:

In sosta, prima dell'ultima calata:

Inquietanti cartelli avvertono i raminghi che si avventurano fin quassù: