venerdì 24 aprile 2015

ROCCA CASTELLO (m 2.452): Tentativo...

Venerdì 24 aprile 2015
Io e Renato

Quando si dice la sfiga...
Certe giornate nascono storte e non è destino che si porti a termine quanto preventivato.
O forse, come dice Mauro Corona, a volte c'è la vocina che ci suggerisce che non è giornata e ci conduce per altri lidi...
Giovedì sera: domani meteo spaziale, splendido, prima di un week-end (tanto per cambiare) caratterizzato da brutto tempo.
Benissimo, se trovo un socio domani scalo e sabato lavoro!
Renato è disponibile a scalare la prima via dell'anno alla Rocca Castello (m 2.453), in alta Val Maira.
L'obiettivo è la via Rinaudo (V   D+   7L   225 m), una classica poco ripetuta, su cui ho messo gli occhi da un po'.
Non ho nemmeno la relazione stampata, così all'ultimo decido di fotografare lo schermo del pc e di portarmi così dietro la fotorelazione della via:
Alle 7,00 l'appuntamento è fissato a Cervere con l'amico, con cui non scalo da un po'.
Guido veloce e risaliamo tutta la Val Maira; poi, giunti al Rifugio Campo Base, proseguiamo in auto verso le Grange Collet, avendo chiesto lumi ai gestori ed avendo ricevuto rassicurazioni: "non c'è neve fino alle grange e poi lungo l'avvicinamento ce n'è pochissima"... Mi pare strano... comunque andiamo a vedere, anche perchè il socio non ama gli avvicinamenti e la possibilità di farne uno più breve prevale.
Ecco la scena non molto tempo dopo aver iniziato l'avvicinamento a piedi:
Neve ovunque...

Un ripido pendio in neve dura e noi senza ramponi...
Fortunatamente qualche altro pazzo come noi è salito di qui nei giorni scorsi e ci ha lasciato una buona traccia gradinata:

Eccoci finalmente al colle, dove però troviamo un'altra sorpresa: neve anche qui, anche sui pendii rivolti a sud!
La vista sulla rocca è sempre spettacolare:

Non senza difficoltà legate all'attraversamento di pendii a mezza costa su neve ghiacciata, ci avviciniamo al Colle Gregouri:
E finalmente ci siamo!
Ci abbiamo messo oltre un'ora e mezza, invece dei 38' che ho impiegato l'ultima volta...
Ma ci siamo: le pareti sono splendide come sempre, pulite e asciutte, in cielo non una nuvola e niente vento:
Scendiamo qualche metro ed individuo subito l'attacco della via Rinaudo, sotto il caratteristico tetto rosso:
A questo punto... la sfiga si mette di traverso...
Squilla il telefono di Renato (che tra l'altro fino a qualche tempo fa qui non aveva segnale...) e purtroppo un'improvvisa urgenza gli impone di tornare a casa subito...
Pazienza...
Un'ultima occhiata ravvicinata e malinconica al primo tiro della via e si fa dietro-front:
Mi rivolgo indietro e do l'arrivederci a presto alla parete:
Di nuovo il nostro pendio, che intanto ha già un po' smollato e ci permette di scendere in sicurezza:
La tana di una marmotta, riportata in vita dall'inquilino anche se c'è ancora neve intorno:
Le nostre tracce, giornata splendida dal punto di vista meteo:
Il versante ovest:
Ambiente eccezionale:
Per oggi è andata così, mi piace pensare che magari qualcuno ha voluto così, evitandoci problemi maggiori...
Alla fine stiamo bene, quindi poteva andar peggio: diamo l'arrivederci a questo posto per me così speciale e puntiamo verso casa.

mercoledì 15 aprile 2015

VISO MOZZO (m 3.019): Normale invernale

Mercoledì 15 aprile 2015
Io e Paolino l'Alpino

Quando ci vuole, ci vuole...
Nell'ultimo periodo sono stato rapito dal lavoro giorno e notte, festività comprese, così oggi mi regalo una giornata di spina staccata e quale modo migliore di farlo, se non andando in montagna?
In realtà la mia intenzione è di aprire le danze in Castello-Provenzale, con una scalata su roccia in ambiente per inaugurare la stagione vera 2015.
Non trovo soci disposti ad arrampicare lassù in questo periodo e in un giorno feriale, così la scelta cade su una salita su neve con l'Alpino.
La meta è il Viso Mozzo (m 3.019), in una giornata dal meteo spaziale da vivere al cospetto del Re di Pietra, il Monviso (m 3.841).
La partenza non è troppo mattiniera, anche se lo zero termico è decisamente alto, a 3.200 m.
In ogni caso, pur essendo giorno feriale, al parcheggio al Pian della Regina (m 1.714) siamo tutt'altro che soli...
Il colpo d'occhio è già magnifico:
Ci prepariamo: Paolino salirà con gli sci, mentre io carico le racchette da neve in spalla e, quasi subito, calzo i ramponi, dopo molti mesi:
Di fronte a noi la nostra meta, che appare piuttosto lontana dai primi pendii:
Saliamo i primi pendii, a tratti già belli ripidi, dove la neve sembra portare bene il mio peso.
Poco prima del Lago Chiaretto la vista si apre totalmente sul Viso e sul Visolotto (m 3.348), una delle mie montagne preferite:
Paolino l'Alpino è nel suo ambiente naturale, niente da dire:
Salendo facciamo programmi, come sempre: oltre al Visolotto, alla sua destra, un'altra piccola cima dimenticata: la Punta Due Dita (m 3.147):
Ma ora occhi puntati alla meta di oggi: dato il mio scarso allenamento su questo terreno, temo ci sarà da soffrire:
Risalendo le morene che conducono sotto la parete ovest del Viso Mozzo, ecco il Bivacco Villata  (m 2.680) sotto il Visolotto, punto di partenza per le vie sulla nord e nord-ovest del Monviso:
Cadreghe di Viso e Visolotto, scenario grandioso:
Con i ramponi salgo dritto per dritto, mentre gli sciatori, Paolino compreso, operano qualche largo zig-zag:
Salgo entrando nel cono d'ombra del Viso Mozzo: bene, la neve sarà ancora dura per un po', rientrando in ombra:
Ambiente:
Eccomi al cospetto delle pareti:
Come sempre, è il Visolotto che cattura la mia attenzione:
Anche il lungo pianoro che conduce al Colle di Viso (m 2.650) mi regala neve portante, sotto un sole spietato:
Ci volgiamo ora a sinistra, per risalire la lunga parete sud-ovest del Mozzo, dopo una breve sosta ristoratrice:
Alle nostre spalle, il Canale Barracco e, al centro, Punta Sella (m 3.443), teatro di una delle mie scalate più belle lungo la via Manera-Fulgenzi:
Salendo si apre in tutta la sua grandezza la parete est del Monviso, solcata da sinistra a destra dalla magnifica Cresta Est:
Paolino mi precede lungo l'infinito pendio che ci condurrà in cima al Mozzo:
La giornata è stellare, tersa; ora siamo in cresta:
Raggiungo la cresta anch'io, in uno scenario himalayano:
Dovrebbe mancare poco, ma come spesso accade la croce di vetta non si vede mai... peraltro quando ero stato qui anni fa la visibilità era nulla.
Continuo a portare a spasso le racchette ed il loro peso tutt'altro che trascurabile... ormai è chiaro che non le userò, almeno in salita:
Verso le 11,30 eccomi in cima, dove Paolino mi ha preceduto di un paio di minuti:
Sbrighiamo subito le foto di rito:
Un occhio sempre al Visolotto:
Spettacolo: questa è la vista mentre facciamo uno spuntino in cima:
Il Visolotto:
Dopo una lunga sosta, è ora di rientrare: io sempre ramponi ai piedi, Paolino disegnando curve:

Sotto di noi, il Rifugio Quintino Sella (m 2.640), vicino al Lago Grande di Viso, ghiacciato:
Ora sprofondo a tratti fino alla vita, ma in discesa ci sta...
Infatti la parete ora è irraggiata in pieno da un sole caldissimo:
Anche lungo il falsopiano sorprendentemente la neve regge e proseguo con i ramponi:

Devo ammettere che c'è ancora molta neve in zona, ma speriamo che questo caldo faccia il suo dovere e mi restituisca presto la montagna in versione estiva, con roccia asciutta e calda anche in alta quota!
Ancora uno sguardo (e un arrivederci) al Visolotto, poi ci lanciamo dritto per dritto lungo i pendii:
Paolino con alle spalle la vetta visitata poco prima:


Grande giornata in alta montagna: ci voleva proprio!