sabato 26 gennaio 2013

MOMPELLATO (m 1.300): Comoda la Vita + Puffetta

Sabato 26 gennaio 2013

Io e Paolino l'Alpino

Parole chiave: km, freddo, freddo e freddo...
Niente miracoli, niente sconti, niente fortuna, stavolta...
La mattina decidiamo di andare in Valle d'Aosta, così imbocco l'autostrada e, dopo le nuvole iniziali, ecco finalmente spuntare il sole.
Bene, pare che anche stavolta il meteo ci voglia assistere, regalandoci un bel sole.
Come previsto, qui non è nevicato in questi giorni, sembra tutto asciutto, così ci facciamo ingolosire e saliamo alle Placche di Oriana (m 1.400).
Però, quando scendiamo dall'auto, la temperatura di -3°C ci riporta alla realtà di un inverno che deve ancora dare il peggio di sè... tocchiamo una roccia esposta in pieno sole, ma è veramente gelida...
Non si può arrampicare in queste condizioni... decidiamo di scendere a fondovalle, a Verrès.
Parcheggio, scendiamo e... azz, non ci siamo: c'è il sole, ma la temperatura è a zero e in più soffia un'arietta gelida veramente fastidiosa.
Provo a convincere l'Alpino, anche perchè mi sono rotto di guidare e divento pazzo a vedere trascorrere la giornata col sole splendente senza arrampicare...
Ok, ce ne andiamo: destinazione Val Susa!
Giunti dopo Avigliana, quando ormai è mezzogiorno, non ci accontentiamo di rimanere a fondovalle, ma andiamo in cerca di posti nuovi (esposti a sud...): saliamo al Colle del Lys (m 1.300) e parcheggio dove finisce la pulizia della strada, ora ingombra di neve:
La nostra meta dovrebbero essere le strutture di Mompellato (m 1.300), da qualche parte lassù...
Mah... chissà se sono sgombre dalla neve e se la temperatura sarà un po' migliore... qui al parcheggio il termometro dice -1,5°C...
Ormai siamo qui: intanto ci facciamo una passeggiata esplorativa in un sito nuovo, ma io come sempre sono ottimista e penso che arrampicheremo, poco o tanto...
Percorriamo la strada innevata all'incirca sul crinale, poi deviamo a sinistra seguendo le paline e poco dopo, grazie all'esposizione a sud, la neve sparisce e ci troviamo in una bellissima faggeta:
Luogo degno di Tolkien:
La relazione parla di 25 minuti di avvicinamento, che alternano tratti comodi, a mezza costa su buon sentiero, ad altri con un po' di neve, dove cerco di non riempirmi gli scarponcini bassi...
Qua e là baite abbandonate, alcune molto pittoresche:
Ormai sono le 13,30 quando raggiungiamo le pareti, in perfetto ordine, con le targhette riportanti nomi e difficoltà ed un tabellone che descrive le strutture:
Bene, qui il freddo non è eccessivo, si può arrampicare!
La parete, di serpentino con intrusioni di gneiss:

Baldanzosi a più non posso, decidiamo di riscaldarci su una via di due tiri di quinto grado, L'Oratorio delle Delizie (5   2L   50 m):
Ci leghiamo e parte Paolino, ma, dopo 7 o 8 metri, trova un passaggio per nulla banale, con lo spit successivo molto alto: 
Scende, salgo a dare un'occhiata per vedere se è solo una pippa mentale sua: invece no... Niente di mostruoso, ma due fatti: non è quinto grado e lo spit è molto alto, oltre alla stranezza dell'ultimo spit spostato molto a destra...
Oggi la giornata è quella che è, non ho nessuna voglia di farmi male, così scendo anch'io.
Diamo un'occhiata ad un altro tiro più a destra, che però presenta un tetto pronunciato, pur essendo gradato solo 4+...
Mmmmhhh... qui c'è qualcosa di strano... tipo Traversella???
Siccome è già molto tardi e non abbiamo ancora combinato nulla, ci spostiamo in un altro settore, dove troviamo placche ben chiodate.
Attacchiamo Comoda la Vita (5a   3L   80 m).
La via è gradata 4+, ma almeno un 5a ci sta tutto.
Paolino sale il primo tiro, con partenza nella neve, che presenta subito un passetto interessante:
Lo raggiungo e salgo il secondo tiro, su belle placche rugose e con un bel tettino ad aspettarmi:
I settori alla nostra destra si rivelano più grandi del previsto:
Decidiamo di lasciar perdere il terzo ed ultimo tiro, molto facile ed appoggiato; in più il sole ci sta già salutando...

Ci caliamo e con un'unica doppia da 60 m ci appendiamo al primo fittone della via accanto, Puffetta (5a   3L   80 m), giusto per non finire nella neve alla base, due metri più sotto.
Paolino attacca il tiro, con una prima parte delicata su roccia umida, poi via via più facile:


OK, fa freddo: torniamo a casa, lasciamo perdere il secondo tiro e ci caliamo:
Speriamo di avere più fortuna la prossima volta... ma il posto non ci ha entusiasmato: né la roccia, né le gradazioni. 

sabato 12 gennaio 2013

MONTE BRACCO (m 1.100): Orme Rosse + Hotel Circe + Via della Rampa

Sabato  12 gennaio 2012

Io e Paolino l'Alpino

Dopo la fastidiosa influenza, che mi ha fatto saltare il week-end più bello possibile dal punto di vista meteo e termico, torno in pista: ma il problema è... dove???
Decidiamo di fidarci del microclima del Monte Bracco (m 1.100), dove sappiamo che la temperatura è sempre incredibilmente mite.
Per noi è un ritorno alle origini, non veniamo qui da molto tempo ed è sempre un piacere!
Partiamo con calma, stanti le previsioni di brusco calo delle temperature; il clima rimane pessimo fino all'ultimissimo momento, vale a dire fino all'abitato di Sanfront... Solo salendo verso il parcheggio del Bracco usciamo dalla nebbia e dalla galaverna (-5°C) e veniamo investiti da un sole radioso.
La salita è sempre piacevole e, man mano che saliamo, la temperatura sale.
La scelta cade sul settore dello Sperone della Maga Circe: quando vi giungiamo non c'è nessun altro e si sta benissimo:
Il vicino Castello si staglia contro il cielo azzurro:
Iniziamo con la via Orme Rosse (5c/6a   4L   80 m):
Ci leghiamo, attacco io il primo tiro (5c), di pura placca:
Paolino mi segue:
Per proseguire ancora in placca (5b) fino alla cengia che taglia la parete:
Il tiro è molto breve e un po' incomprensibile, ma tant'è.
Sotto di noi, la nebbia in cui versa il recinto sociale
Le placche di gneiss si scaldano e a loro volta riflettono i raggi del sole:
La terza lunghezza (5c) propone una partenza delicata, poi ancora le rassicuranti placche del Bracco, su cui arrampico sempre in completo relax, condite da qualche passaggio delicato:
Raggiungo la comoda sosta e recupero il socio:
La parete è bellissima, come la roccia e la chiodatura; sembra un piccolo angolo di Yosemite:
Paolino sale il quarto ed ultimo tiro (5c/6a), con movimenti splendidi, prima su un muro, poi lungo lo spigolo arrotondato e placcoso:
Un paio di doppie, una delle quali ci fa dannare e mi fa risalire a prusik per liberare le corde intrecciate da qualche parte in alto, e siamo alla base.
Ora per me è il momento di chiudere un vecchio discorso, un tentativo di salita interrotto sul più bello dalla pioggia, anni fa: la via è Hotel Circe (5c/6a   2L   55 m):
Attacco il primo tiro (5c+), quello che avevo dovuto interrompere: partenza un po' aleatoria, poi una serie di muretti e placche senza difficoltà, quindi il traverso in diagonale a destra per attaccare un muro strapiombante, con prese discrete:
Studio un attimo il passo, poi lo risolvo agevolmente rimanendo un pochino più a destra di quanto pensassi in un primo momento.
Quasi ignoro lo spit che si incontra in uscita, essendo ormai fuori, e raggiungo la vicina sosta.
Recupero Paolino, che stranamente non riesce a venire a capo del passaggio strapiombante.
Poi prosegue lungo la placca del secondo tiro (5c/6a), che in realtà avevamo già percorso in passato, senza problemi eccessivi:
Con una sola doppia, in parte nel vuoto, siamo a terra:
Cambiamo settore e passiamo sotto al Castello per andare a salire una delle vie messe a nuovo da Giacottino e soci: la Via della Rampa (5c   2L   55 m):
Salgo il primo tiro (5b), senza problemi:
La via è ottimamente attrezzata a fittoni resinati:
Paolino sale il secondo tiro (5c), molto molto atletico e faticoso:
La giornata si chiude qui, la mia rinascita dall'influenza dei giorni scorsi è stata sana, utile e divertente, come sempre.
Prima che la nebbia salga fino alle pareti, scendiamo e torniamo al parcheggio, dove la temperatura invece è già a zero, sembra un altro mondo.