giovedì 28 marzo 2019

TORRE CASTELLO (m 2.448): Fessura Brunilde + Spigolo Castiglioni

Giovedì 28 marzo 2019
Io e il Pol

Giornatona in Castello!
Nonostante il previsto abbassamento delle temperature, decidiamo di non cambiare obiettivo: io e il Pol ci troviamo da Mario alle 6,30, in tempo per una colazione al volo, poi via sulla sua auto, alla volta (tanto per cambiare) dell'alta Val Maira!
Oggi puntiamo a una combinazione di vie veramente interessante, saliremo infatti la Torre Castello (m 2.448) lungo la Fessura Brunilde (V+   D   4L   100 m) e proseguiremo lungo i tiri finali dello Spigolo Castiglioni (6a   TD-   3L   100 m).
Giungiamo al parcheggio basso, sotto la Provenzale, mentre il termometro segna 2°C... in effetti oggi danno lo zero termico a 1.670 m nelle ore centrali...
Ci prepariamo, portiamo rinvii, nut, friend e un martello per ribattere i chiodi, essendo certamente i primi a ripetere la via dopo l'inverno (martello che non useremo...) e ci mettiamo in cammino.
In circa un'ora saliamo, eccoci al cospetto delle amate pareti est e della via, che ho segnato in rosso:
Come previsto, non c'è nessun altro in gro...
Se non questo grande rapace che si avvicina moltissimo alle nostre teste, incuriosito: un biancone o un gheppio? Lascio agli esperti la risposta...
In giro non c'è neve, se non un paio di metri alla base della parete, che un po' rompe le scatole, costringendoci a salire in slego e scarponcini i primi metri, per raggiungere una piccola cengia asciutta, dove cambiarci le scarpe:
Quando siamo pronti, per evitare di dover tornare qui visto che ci caleremo molto più a sinistra, caliamo lo zaino del Pol con la corda fino a terra, oltre il nevaio, optando per la salita con solo il mio zaino, sulle spalle del secondo di cordata.
Ci leghiamo, parto io per il primo tiro (III+), che ci porterà con 50 m di corda in diagonale a sinistra fino alla sosta alla base della Fessura Brunilde; parto felice al sole, ignaro del freddo che patiremo:
Salgo tranquillo, rinviando un paio di spit:

Subito prima della cengia, ormai in ombra, dove si trova la sosta a spit, ecco una fastidiosa chiazza di neve... piazzo un friend prima di attraversarla in spaccata, poi raggiungo la sosta, dove inizio subito a patire il freddo, recuperando l'amico.
Il Pol mi raggiunge e parte subito per la prima lunghezza della Brunilde (V), senza particolari patemi, se non un singolo passo dopo una decina di metri, preceduto da un provvidenziale spit:
Le mani si fanno subito insensibili...
Raggiunge la sosta, dopo 25 m, in alto a destra, rimanendo al sole per qualche minuto, recuperandomi:
Purtroppo quando arrivo in sosta il sole è già andato a nascondersi dietro la Punta Figari, per cui continuo a battere i denti, mentre Pol va avanti nella lunghezza successiva (V+), partendo subito con un camino e un'aerea uscita sullo spigolino di destra protetto da uno spit:
Il tiro prosegue poi sul margine destro del fessurone, lungo uno spigolo verticale arrotondato, protetto in maniera molto parsimoniosa e difficilmente integrabile, consentendo qualche spaccata in appoggio a sinistra ogni tanto, fino a divenire più articolato e raggiungere il pulpito di sosta, finalmente al sole, dove poco dopo posso ritrovare il socio:
Ci alterniamo e vado avanti nel terzo tiro (V), magnifico: supero un primo tratto strapiombante, ben appigliato:
Poi guadagno metri salendo il fessurone in spaccata:
Sempre in opposizione, raggiungo la sosta a spit, da cui recupero il socio.
Resto davanti per il quarto tiro (V), attaccando la fessura a sinistra della sosta, che raggiungo con un'ampia spaccata:
Poi salgo la splendida parete verticale, mentre la fessura che segna l'intera via si fa più stretta:
Raggiungo il filo dello spigolo, che ora si fa ampio e facile, e lo percorro fino alla base della definitiva impennata della parete, alla base degli ultimi spettacolari tre tiri dello Spigolo Castiglioni.
Recupero il Pol, il quale riparte per il quinto tiro di oggi (6a), doppiando lo spigolo a destra e salendo la parete con attenzione, prima per una decina di metri in verticale, poi traversando a sinistra per riguadagnare il filo di cresta:
Seguono alcuni metri più facili, sempre aerei ed eleganti, poi un ultimo passaggio delicato subito prima della sosta a spit:
Salgo a mia volta, in piena evidente esposizione:

Torno al comando per il sesto tiro (V+).
Salgo in verticale i primi 7-8 metri, prima superando uno strapiombo, poi aiutandomi anche con lo spigolo per la mano destra:
Inizio poi la elebre traversata in diagonale a sinistra, con tratti a volte lievemente aggettanti, rinviando uno spit e più su alcuni chiodi, in corrispondenza di una rampa che mi conduce in vista della sosta, al di là di uno speroncino, per raggiungere la quale devo ridiscendere 3 metri dopo un passo esposto e delicato:
Vai Pol tocca a te!

Ambiente magnifico, roccia perfetta...
Ci riuniamo alla sosta su spit e catene a centro parete, da cui Pol parte per il sesto ed ultimo tiro (V+), un lungo muro verticale con tacche nette entusiasmanti:
Dopo circa 35 m, raggiunge il bordo della parete e la sosta a spit:
Al sole si sta benissimo.
Salgo gli ultimi fantastici metri della parete:
Alle 13,50 siamo entrambi in vetta. Di fronte a noi, verso sud, la cima della Rocca Provenzale (m 2.451) e la Cresta Figari:
Facciamo su le corde, possiamo rilassarci un po':
Selfie celebrativo:
La piatta sommità della Torre Castello (m 2.448):
Oggi optiamo per testare la nuova linea di calata lungo la via che abbiamo scalato, ora che le soste lo permettono; parte il Pol, si cala dalla vetta direttamente alla base della parete finale, saltando una sosta:
Abbiamo problemi nel recupero corde della doppia successiva; ci pensa il Pol a risalire qualche metro, assicurato dal machard, mentre intanto all'ombra fa un freddo bestiale... si alza anche il vento a peggiorare la situazione...
Proseguiamo poi le calate lungo la Fessura Brunilde, fino alla base.
Via (o meglio, combinazione di vie) stupenda, grandiosa giornata, all'alba di una grande stagione...

domenica 17 marzo 2019

VALLONE delle FORCIOLLINE (m 2.700)

Domenica 17 marzo 2019
Io

Oggi mi regalo una passeggiata esplorativa mattutina in zona Monviso, da solo.
Percorro il Vallone di Vallanta, c'è un sole splendido, la temperatura dapprima è fredda, poi esplode in una giornata grandiosa:




Le condizioni sono almeno da metà giugno, altro che marzo...
Svolto a destra per il sentiero Nicoli, puntando al Vallone delle Forciolline, per fare un po' di gamba e vedere le condizioni:
Il sentiero è pulito, a parte qualche lastrone di ghiaccio qua e là.

Salgo per un tratto il canale che porta ai Laghi delle Forciolline (m 2.700), calzando i ramponi, ma un po' per l'ora, un po' perchè non ho la piccozza, a un certo punto torno indietro:
Per oggi va bene così, avevo più che altro bisogno di immergermi in montagna, nel mio Monviso...
Ridiscendo, non prima di aver fatto un incontro ravvicinato con la prima grossa vipera della stagione:
Verso sud, la parete nord del Pelvo d'Elva (m 3.070), che amo particolarmente e che ho percorso tante volte per vie diverse:

Sono all'auto presto, nel primissimo pomeriggio, per raggiungere la famiglia.
La mia salita di oggi ha avuta il pensiero costantemente rivolto a Daniele Nardi e alla sua visionaria impresa sul Nanga Parbat (m 8.125), purtroppo finita male...

giovedì 14 marzo 2019

ROCCA MOREL (m 1.200): Via col Vento

Giovedì 14 marzo 2019
Io e il Pol

Che giornata!
Giorno di ferie e si riparte a scalare col Pol, il quale ormai propone solo più vie di un certo livello.
La scelta stavolta cade sulla Rocca Morel (m 1.200), dove saliremo la Via col Vento (6b+   TD+   10L   300 m), una via del mitico Fiorenzo Michelin.
Ci troviamo da Mario come sempre, colazione e via verso la Val Chisone, guido io.
Parcheggio al di là del ponte, poco prima di una segheria; ci prepariamo e iniziamo l'avvicinamento, che non sarà per nulla divertente... dopo la borgata fantasma, saliamo il ripido pendio nel bosco, dritto per dritto, trovando qualche bollo di vernice blu qua e là; poi ci portiamo più a destra e imbocchiamo una pietraia piuttosto scomoda, che risaliamo penosamente. La parete:
Finalmente, dopo un'ora e mezza, eccoci all'attacco della via, ben segnalato:
Al sole si sta bene, così ci leghiamo e io attacco il primo tiro (5a):
Placche, una scaglia svasa:
Salto la prima sosta, o meglio la rinvio, e proseguo lungo il secondo tiro (5c), più verticale e con qualche passo interessante, oltre a una sezione da toccare con attenzione, essendo piena di massi piuttosto instabili...
Raggiungo la sosta dopo un'uscita erbosa che richiede calma, quindi recupero l'amico:
Pol mi lascia in sosta all'ombra e attacca il terzo tiro (6a+), sostanzialmente in placca, con alcune fessure molto divertenti:
Poi è il mio turno:
Quarta lunghezza (5c, a dir la verità molto somigliante a un 6...): il Pol sale lungo lame staccate, tettini e fessure fino a una cengia, dove sosta:


Salgo a mia volta:
Quinto tiro (5b), il Pol sale per placche e risalti fino ad una sosta vicina, poi decide di proseguire e concatenare il sesto tiro, salendo fin sotto ad un piccolo tetto, per ribaltarsi sulla placca sovrastante (6a+) e continuare su placche fessurate fino ad un terrazzino con un albero, dove sosta:
Settimo tiro (5b): dopo un traverso in discesa a destra, salgo il diedrino iniziale, ma mi manca la sicurezza di afferrare la lama superiore...
Torno indietro, faccio salire il Pol, che supera il diedro, traversa a destra e supera il diedro verticale seguente, fino alla sosta:
Eccomi al diedro finale:
Torno davanti per l'ottava lunghezza (5b), prima traversando a destra per una decina di metri, esposti ma non difficili:
Quindi salgo direttamente la splendida parete verticale, con alcuni passi strapiombanti ben appigliati:

E' poi il turno dell'amico:

Con l'ottavo tiro (6b) le cose si fanno serie, benché io sia già un po' stanco...
Pol traversa a destra e risale uno sperone molto strapiombante, fino ad un punto di sosta sul margine destro del tetto, in piena esposizione:

Ultima lunghezza (6b+): Pol forza brutalmente il passo molto strapiombante che apre le danze:
...poi prosegue lungo la parete sempre strapiombante, fino a sbucare in vetta con ultimo passo atletico:
Quando tocca a me, devo ammettere che qualche santo in paradiso viene chiamato in causa... fino all'uscita della via:
Finalmente ci riposiamo, splendida via, niente da dire, per me un pochino troppo dura atleticamente...
Selfie celebrativo in cima, dove possiamo anche sgranocchiare qualcosa:
La discesa non appare molto invitante... la prima calata è infatti su cordoni vecchiotti avvolti attorno a un albero rinsecchito; aggiungiamo un cordone da abbandono, eliminandone alcuni vetusti, poi mi calo:
Il resto della discesa non ci dà problemi e pure la discesa sarà migliore della salita, scovando una traccia che ci farà evitare di rifare tutta la pietraia dell'andata (in parte)...