sabato 31 gennaio 2015

MONTE BRACCO (m 1.300): Supergulp + Fulmini + Spigolao Meravigliao + Leone + Crik e Crok

Sabato 31 gennaio 2015
Io e Paolino l'Alpino

Oggi si scala, finalmente tutto asciutto!
Previsioni discrete, nubi sparse; in realtà sarà una giornata splendida, quasi senza una nuvola...
Destinazione nuovamente Monte Bracco (m 1.300), a poco più di un'ora da casa: temendo il freddo, evitiamo di fare troppa strada, magari inutilmente.
Quando raggiungiamo il parcheggio, non c'è nessuno...
Benissimo, ci prepariamo e saliamo verso lo Sperone della Maga Circe, che raggiungiamo dopo mezz'ora di piacevole cammino al sole:
Cominciamo a salire Supergulp (5b   3L   90 m), una via che avevamo già salito in passato:
Il primo tiro (5a) è la classica placca appoggiata del Bracco, avara di appigli ma senza problemi, con un minimo di fiducia nell'aderenza dei piedi; salgo io, poi segue l'Alpino:
Secondo tiro (5a), sulla falsariga del primo, un po' più facile, ma con un singolo passo boulder per superare un tettino:
La bellissima terza lunghezza (5b), muretto, placca in aderenza, poi una fessura che diventa verticale, quindi ancora muro e qualche lama da tirare in dulfer:
Bellissimo e vario:
Paolino segue:
Splende il sole e la roccia è già riscaldata dai raggi.
Pochissimo vento.
La vicina Fulmini (6a   25 m), monotiro parallelo all'ultimo tiro di Supergulp:
Calandomi in doppia dalla cima del torrione noto questa bella linea, così propongo al socio di salirla, prima di scendere alla base.
Ok, parte Paolino, strapiombo iniziale da superare con decisione, poi una placca non difficile, quindi alcuni metri decisamente tecnici, da superare con equilibrio e fiducia nei piedi:
L'uscita è verticale, ma con buone prese ed appoggi e riporta alla sosta di poco fa.
Calo Paolino in moulinette e salgo il tiro a mia volta:
Bellissimo!
Ci caliamo alla base, sgranocchiamo qualcosa crogiolandoci al sole, poi smuovo le acque ed esorto il socio a scalare!
Che si fa?
Spostiamoci alla Placconata dei Serpenti, dove saliremo Spigolao Meravigliao (5c/6a   2L   55 m):
Il primo tiro (5c) tocca a me; 
Paolino:
Che poi prosegue lungo le placche lisce del secondo tiro (5c/6a):
Alcuni tratti veramente aleatori, poi l'uscita nel vago diedro aperto leggermente a destra, che richiede un po' di "mestiere"...
Poi tocca a me:
Paolino per oggi è a posto, essendosi alzato un po' di vento freddo.
Io invece scalerei ancora, così gli chiedo di farmi sicura per un paio di tiri.
Scelgo la vicina Leone (5c):

Quindi il primo tiro di Crik e Crok (5c):
con primo fittone bello alto:
Ok, per oggi stop.
Raduniamo la nostra roba e scendiamo al parcheggio, almeno stavolta siamo riusciti a scalare.

sabato 17 gennaio 2015

Tentativo MONTE BRACCO (m 1.300)

Sabato 17 gennaio 2015
Io e Paolino l'Alpino

Tentativo generoso, ma vano...
Oggi il meteo dice che già da metà mattinata il sole dovrebbe far bella mostra di sè nel cielo sopra il Monte Bracco (m 1.300), asciugando le pareti dopo il maltempo di ieri, che al di sopra dei 1.000 m ha portato anche qualche fiocco di neve.
Ok, proviamoci: partiamo non troppo presto e andiamo su con calma, intanto asciugherà.
Strada facendo, sul rettilineo tra Savigliano e Saluzzo, ci fermiamo a prestare soccorso ad un signore che è uscito di strada: fortunatamente non si è fatto male, dopo una mezzoretta di tentativi con l'aiuto di un agente della polizia penitenziaria e di un signore che si ferma, riusciamo a rimettere in strada l'anziano.
Si vede già da qui che il Bracco è in parte ricoperto di neve...
Fortunatamente esce il sole; al parcheggio ci sono un paio di auto.
Ci prepariamo e saliamo, viste da qui le pareti non sembrano tanto male.
Facciamo l'avvicinamento, ma mentre saliamo il sole sparisce dietro ad una nuvola/nebbia...
Ebbene, non lo rivedremo più...
Raggiungiamo la Placconata dei Serpenti: tutto bagnato...
Aspettiamo un po', poi per ingannare il tempo ci spostiamo da un settore all'altro, ma niente, sempre peggio...
Verso mezzogiorno stiamo ormai scendendo verso il parcheggio: a parte la buona azione mattutina, per oggi non se ne fa nulla, si torna a casa.

sabato 10 gennaio 2015

ROCCA SBARUA (m 1.000): La Banda Cavallero

Sabato 10 gennaio 2015
Io e Paolino l'Alpino 

Di nuovo in Sbarua, stavolta con prospettive meteo incredibili, che parlano di temperature eccezionalmente alte.
Infatti, quando parcheggio, il termometro alle 8,40 segna 16°C!!!
Ci prepariamo e percorriamo il solito avvicinamento; anche oggi andiamo alla ricerca di vie decisamente poco battute e frequentate; stavolta saliremo La Banda Cavallero (6a+   13L   300 m), una via del 1996 salita quasi mai.
I pochi che l'han salita in compenso scrivono di aver tribolato non poco a reperire l'attacco ed i vari raccordi della via, che si sviluppa lungo una serie di torrioni da concatenare.
Primo tiro (6a): Paolino sale la prima parte di un vago diedro decisamente muschiato e ci togliamo dai problemi con una tiratina di rinvio (lo farò anch'io da secondo):
La sosta non è più magnifica, ma terrà:
Seconda lunghezza (4+): salgo facilmente in placca e lungo risalti e gradoni, fino alla comoda sosta, in cima al primo torrione:
Paolino segue:
Un trasferimento di pochi minuti ci porta alla base del torrione successivo, il Torrione Condor, dove puntualmente manca il nome della via, ma dopo aver perso un po' di tempo concludiamo che non può che essere questa...
Paolino attacca il diedro e la lama-spigolo che segue (5c/6a), decisamente dura, al punto che entrambi passiamo tirando... ciuffi d'erba!!! Proprio così: noi non abbiamo trovato alternative... forse la scarsissima (quasi nulla) frequentazione della via ha fatto crescere erba nella fessura che presentava la presa di uscita... fatto sta che al momento qualsiasi alternativa ci è sembrata impraticabile:
I passaggi successivi non pongono problemi, compreso il traverso a sinistra che ci porta sulla comoda cengia di sosta.
Ci alterniamo e tocca a me il quarto tiro (6a+), tiro chiave della via:
Supero il bombé iniziale in diagonale verso sinistra, poi mi aiuto un pochino per ribaltarmi a sinistra per uscire da un diedro via via più liscio, dopo una serie di passaggi entusiasmanti:
La roccia è fantastica.
Quinta lunghezza (5a): Paolino attacca il bellissimo spigolo che ci sormonta, salendo da sinistra e destra, per poi afferrare con le mani la lama che ci accompagna fino ad issarci al di sopra del muro:
Appena sopra si traversa decisamente a sinistra, oltrepassando un fastidioso (per le corde) alberello e sostando su comoda cengia.
Salgo a mia volta il muro iniziale, molto bello:
Il sesto tiro (5c) è magnifico, per gli amanti della placca: mi sposto a sinistra, alla base di una placca liscia a tratti appoggiata, in cui supero un paio di metri con passi un po' aleatori in aderenza, poi con grande slancio e divertimento su per placche e lame:
Accoppio il tiro con il settimo (3+), verso sinistra senza difficoltà fino in cima al torrione Condor.
Quando Paolino mi raggiunge, sgranocchiamo qualcosa.
La relazione presenta ora due torrioncini con altrettanti monotiri, ma un po' perchè non abbiamo voglia di scendere a ravanare per cercare l'attacco di un monotiro, un po' perchè è già tardi, decidiamo di portarci alla base dell'evidente Torrione Freidour, dove corrono gli ultimi 4 tiri della via:
L'ottava lunghezza (5c/6a) tocca a Paolino: su diritto lungo pilastrini e placche, con un passo decisamente (troppo) duro:

Seguito da una placca quasi totalmente liscia:
Ce la metto tutta anche da secondo:
Proseguo poi lungo la nona lunghezza (5c), magnifica e verticale, dapprima in leggero diagonale verso destra:
Poi un traverso deciso a destra:
quindi una successione di placche e diedri totalmente verticali, in piena esposizione:
La chiodatura si mantiene decisamente plaisir, intanto io esco a sinistra:
Un ribaltamento sulla placca che conduce finalmente alla sosta:
Ok, Paolino, tocca a te!

Decimo tiro (4c): su diritto in placca, con un singolo passo che richiede attenzione, ma niente di difficile:
Una lunga placca via via più facile ci conduce infine sulla sommità del torrione.
In realtà non è proprio la cima, c'è ancora una lunghezza che conduce sul punto più alto, ma ormai sono le 16,30, non c'è più tempo e, a vederlo così, il tiro non sembra tanto facile da salirlo in pochissimi minuti:
Uno sguardo di intesa: per oggi chiudiamo qui, tra poco sarà buio; un'ultima foto con Monviso (m 3.841) alle spalle e via, si torna giù:
Strada facendo, mentre nella valle già regna l'oscurità, un'ultima ammirata occhiata al Re di Pietra: